Matteo Contessi's profile

Symbols - A story about first contact.

For now:
Text /Ita only.

Shot with Sony
Samyang 14/35/85mm
Helios 58mm

Contacts-.

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Here the place

[BlankPage]
Pagina Bianca.
In attesa, in silenzio.

C'è ancora qualcosa da fare, prima di poter esprimere a pieno il proprio potenziale...
ci sono idee che si devono elaborare, ancora persone da conoscere, percorsi da terminare, attimi da vivere. 

C'è un fondo luminoso che non è stato ancora compreso a pieno o non è stato sfruttato a dovere,  e questo è un motore, come fervido terrore.
Corre e brucia, questa pagina bianca, prima di poter partire...prima di poter volare, e poi, tutto ad un tratto, tutto insieme una scintilla trasformerà la terra in vento.


E non si aspetta altro.
[TheGame]
Il Gioco.
Potevo aspettarmelo, ci sarebbe stato.

Non ho avuto bisogno di scavare a fondo,  il simbolo era già palese davanti ad entrambi. 
Fa parte della teoria del primo contatto, dove ogni domanda può risultare inutile.
Forse un po' per difesa, o comunque paura della scoperta...il gioco è sempre valido, e non si può smettere. 
Se c'è una barriera di mezzo o la si aggira o la si ammira, come quando ci si scambia sguardi in treno, e non si sa mai cosa vorranno mai significare.

L'importante è giocare.
[TheChain]
La Catena.
Salda nel cuore.

Non tutti sono pronti a parlare, a volte non lo sono neanche io.
I legami sono importanti per capire le persone, per capire dove stanno andando.
Una catena ci trattiene dove magari non vorremmo essere, ci ricorda cose che non vorremmo ricordare, ci sfinisce.
Stanchi, ci sediamo al primo focolare che troviamo, per cercare di buttare via la malinconia e capire cosa stiamo cercando davvero;

a volte silenzio, 
a volte confusione, 
altre volte, 
solo una boccata d'aria.
[TheInfinite]
L'infinito.

Cosa vedi? Nulla.
E' così che ci accoglie il senso di inadeguatezza...la percezione si dilata, il tempo ferma il suo avanzare. 
Gli attimi diventano secoli, l'ossigeno ti piega in due, ti spezza dentro...e non ti lascia andare via, mai.
Un serpente che si morde la coda e vaga incontrastato per il propri territori.  
Siamo noi due, quel serpente? 
o lui ci ha già divorato le carni, mostrato la sua aggressiva passività. 
come affondare in una pozza di inesatta attesa, per ritrovarsi nudi davanti ad uno sconosciuto e sentire lo spazio contorcersi come vetri rotti mentre fuori piove senza che si senta un solo, ticchettante rumore.

Fin dove ci possiamo spingere nel toccare qualcuno?
[BreakingPoint]
Punto di rottura.
Dove tutto torna indietro.

Il primo contatto lavora come un taglierino, con la variante che la lama si trova ad entrambe le estremità. 
E' un'arma pericolosa, lo sconosciuto, ti da un incredibile potere sul mondo circostante ma al contempo ci rende vulnerabili, attaccabili. 
Quando la lama taglia è troppo tardi, siamo già troppo in fondo, siamo già arrivati al nocciolo...ma hai ancora qualcosa da raccontare, e lì, la magia si compie, la lama sprofonda ancora, il filo si spezza con uno schiocco sordo.
Ci guardiamo, restiamo interdetti con le due parti sfilacciate in mano che si sfiorano...nessuno dei due se lo aspettava, alla fine sorridiamo;

aspetta, aspetta, adesso ci facciamo un bel Té.
[ThePerfectAlibi]
L'Alibi Perfetto.
Dove credi di andare?

Penetrante. 
Non vuole estranei.
Nessuno può entrare senza il suo permesso, ma di certo, il permesso non ce lo daremo entrambi. 
Nessuno dei due può cedere il minimo centimetro, è una battaglia di resistenza, spalla a spalla...non ci muoviamo di un passo. 
Poi tregua.
A scudo alto, parlando dall'alto di un grosso grattacielo, distanti anni luce;  perché poi, anche se volessi ad un certo punto scendere, sarebbe molto difficile. 
Quel palazzo è costruito troppo bene,  quell'aria è troppo familiare e si tratta di una necessità fin troppo importante. 
E se scuotendo la testa, poi...se le cose venissero giù per distrazione...allora cavolo, cavolo...

ti si potrebbe vedere per davvero.
[TheDifference]
La Differenza.
La prova del nove.

L'unico uomo.
Capitato per caso, e per questo forse il più genuino.
In tutti i test è necessario poter disporre di una verifica. In questo caso, che le cose stiano realmente andando come hai pianificato, che non stai vivendo un universo parallelo.
La mia rete di sicurezza, il punto di contatto più intimo e vicino, la somiglianza, la differenza.
Entrare in un taglio abbastanza profondo per necessità, ma fermato da una mano sicura sul come e dove puoi sostare;
possiamo chiacchierare, ti posso raccontare, ma non prendere nulla. 
Come se non ci fosse sconosciuto, o non ci fosse mai stato, la quiete prima della tempesta;

Di me puoi non avere paura.
[TheControl]
Il Controllo.
L'ho già fatto prima.

Dunque non c'è possibilità che io possa far breccia.
Appurato. Ora raccontami.
Qualche giorno ci si sveglia che dentro ancora sta piovendo. 
C'è una specie di nostalgia che non si può celare bene, forse malinconia...più che nostalgia. 
Gocce pesanti sul pavimento di legno brunito dal tempo. 
Il respiro forma nuvole di condensa sul vetro gelido; perché dovrei raccontare, o ammettere qualcosa...qualcosa che già so?
Il taglio brilla feroce di icore, ma non fa male, anzi...lascia una sensazione di calma piatta su questo terreno neutrale; il mondo non si è rovesciato, continua a girare...c'è solo stato un po' di trambusto, qui dentro...ma poi, che vuoi che sia un po' di rumore, basta ascoltarlo, basta confrontarsi con esso,

alla fine, basta imparare a conviverci.
[TheMirror]
Lo specchio.
Immagine speculare.

Arma di difesa per eccellenza.
Ciò che non temi può entrare, il resto viene riflesso fuori,  e uno sconosciuto di certo non è un buon invitato. 
Eppure c'è indecisione.
Gli ospiti finiscono sempre per mettere tutto in disordine, e ti rubano delle cose che magari ti possono servire;  non che ci siano problemi nella condivisione, però questo luogo è già stato mangiucchiato abbastanza, non vorrei venisse meno il pavimento...che da qualche parte ho anche un paio di ali, però ancora non mi va di cercarle...anzi, sai che ti dico, rubati pure il soffitto, così magari oggi mi distraggo, fuori è una bella giornata di pioggia e magari alla fine, ecco si, 

alla fine esce pure il sole.
[TheRegret]
Rimpianto.
L'incudine e il Martello.

Certe sensazioni è necessario facciano parte di noi, almeno una volta nella vita.
Sarebbe fantastico vivere senza provare l'agghiacciante abbraccio del vuoto, ma è un'esperienza che crea un contatto empatico fortissimo con chi ci circonda, e ci permette di crescere a volte anche di cent'anni in un secondo.
Fa quasi venire il voltastomaco...ed è una battaglia ferrea che dura tutte e ventiquattro le ore del giorno, tutti i giorni, tutti i mesi.
Ti accorgi, poi, che qualcosa sta cambiando quando non c'è paura nel pensiero e quel vuoto, in silenzio, ha sciolto il suo nodo per trasformare un rimpianto in una soluzione, che non parla mai senza essere interpellata, ma che sarà pronta

quando meno ce lo aspetteremo.
[TheScar]
Il Taglio.
Il segno, il ricordo più forte.

La forza ha molti nomi, molte memorie, molti modi per giungere a noi.
Ricordi, Amicizia...Amore.
Forse. 
Forse sono solo pulci nell'orecchio, o scheletri nell'armadio che parlano...quando la notte scorre rapida e il sonno fatica ad arrivare. 
Quanta forza ancora invece permane negli attimi immobili e nelle grida della mente. 
Così tanti pensieri da non poterli catalogare, o selezionare, e solo Dio sa quanto è complicato ogni mattina...ma si continua. 
Imperterriti, ogni giorno, ogni secondo, ogni momento, si continua ad avanzare. 
Che questa cicatrice, qui, dentro di me, possa rimanere sempre a monito, che questo cuore possa continuare a battere, e che lo faccia più forte..

Perché io non ho paura.
[TheUnripe]
Acerbo.
Ancora del tempo per sbocciare.

Possiamo capirci perché è ancora lungo il cammino dove vogliamo arrivare.
E sappiamo entrambi che non è facile provare ad aprirsi verso un mondo che ancora non ci ha dato ragione. 
Perché il tempo è il nostro tiranno, e ci trascina rapido dove non vogliamo ancora andare. 
Dobbiamo prendere delle scelte, a volte in fretta, a volte con delicatezza...come si aspettano le ciliegie o lo sbocciare dei papaveri. 
Ognuno ha bisogno del proprio tempismo, e bisogna imparare a riconoscerli bene, questi tempismi.
Il simbolo dell'impazienza, che non vuole attendere, che vuole fare e sapere e correre a perdifiato dove è proprio interesse andare...corriamo finché abbiamo gambe per farlo, anche se basta una buca sul nostro cammino

per scoprire quanto è azzurro questo cielo, e quanto brilla questo sole.
Symbols - A story about first contact.
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A new story about first contact with strangers.

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