Ispirato dall'album della band post-hardcore Biohazard, "Urban Discipline", uscito nel 1992. Ho iniziato questo progetto quest'autunno, mentre mi trovavo a Milano per andare a fotografare la Red Hook Crit in Bovisa. Nei giorni precedenti avevo lavorato duramente e dormito da solo in un hotel in zona Bocconi, pertanto ero un po' stressato dai ritmi frenetici di quelle giornate e cercavo letteralmente un po' di ossigeno per bilanciarmi un po' in vista del weekend. Una volta tornato a casa ho riflettuto su come in effetti i grandi paesaggi urbani siano spesso indifferenti agli esseri che li abitano, ed ho deciso di proseguire questo progetto, andando a cercare scene in grado di rappresentare l'ineluttabile solitudine data dal vivere in una folla spesso senza nome e volto, non amichevole. 
Ho scelto dittici composti da immagini tra loro contigue, pur lasciando allo spettatore stabilire quale sia il vincolo che le unisce. Questo per simulare proprio la libera interpretazione con la quale attribuiamo significati diversi a contesti spesso tra loro simili: una folla può ispirare ansia ma anche allegria, un vicolo può rappresentare un momento di tranquillità così come di paura o disagio. Il bianco e nero vuole invece trasmettere l'immediatezza dello scatto, sempre "al volo" mentre passeggiavo per la città e mi mischiavo con essa. 

Inspired by post-hardcore Biohazard's album "Urban Discipline", out in 1992. I started this project while in Milan this fall, wandering in the city alone after works. I don't feel very comfortable in big urban environments, but i like to wander and explore them. I aimed to give the same ambiguos feeling in this project.
Urban Discipline
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