L’atto fondativo della città di Carbonia fa parte di un grande e omogeneo progetto di ridisegno di un intero territorio, quello carbonifero del Sulcis Iglesiente, in Sardegna, e del suo paesaggio, che si svolse e attuò nel terzo decennio del secolo scorso.
Pur essendo la fondazione urbana figlia di un’ideologia e utopia autoritaria, e per così dire calata dall’alto, l’esito progettuale è una riuscita sintesi tra istanze architettoniche sovra locali e locali, con forti connotati autarchici, e un filo rosso che tiene insieme i diversi momenti di attuazione del programma di sviluppo del sistema territoriale industriale, in un unicum fortemente caratterizzato e identitario, ancora oggi percepibile e riconoscibile.
Nasce essenzialmente come città-capitale di servizio per la miniera di Serbariu, una delle maggiori in Italia, e si costituisce come una grande macchina industriale, residenziale e rappresentativa, secondo dettami urbanistici che in parte riprendono le esperienze delle garden city inglesi, mescolate alle nuove istanze razionaliste e reinterpretate attraverso alcuni caratteri locali – come la torre littoria di piazza Roma a Carbonia che è evocativa nella sua presenza massiva e muta dei nuraghi sardi - e nella costante materica unificatrice sia a Carbonia che nei villaggi satelliti di Bacu Abis e Cortoghiana, la trachite, pietra locale che riveste molti edifici pubblici e costituisce il basamento di diverse abitazioni e i muretti esterni.
Viene tutt’oggi percepita come città-paesaggio perché molta attenzione fu posta nel piano urbanistico all’andamento naturale del luogo, alla sua morfologia, alle sue viste, al paesaggio naturale che discendeva verso il mare.
L’illuminato progetto “Landscape Machine” di rivalutazione urbana e paesaggistica di Carbonia, città di fondazione, è stato scelto tra 95 candidature a rappresentare l’Italia al II Premio del Paesaggio Europeo (2011), per le sue qualità intrinseche di città-paesaggio, insieme a Cortoghiana e Bacu Abis, con il loro territorio fortemente connotato, il carattere identitario, la riuscita fusione tra locale e sovra locale, e per le operazioni di salvaguardia e di pianificazione sostenibile attuate dall’amministrazione, atte a preservare il carattere unitario e culturale della zona e a convertire il carattere specificatamente industriale in culturale e di attrattiva turistica.
