Di resina, sabbia e vento.
In bicicletta da Bordeaux a Biarritz
Virtualizzazione della mostra fotografica
di Anna Galluzzi
Un racconto di viaggio
Le Lande di Guascogna, l'area della Francia attraverso cui corre il percorso ciclabile da Bordeaux a Biarritz, è una regione nata e sviluppatasi interamente sulla sabbia. Il suo territorio è coperto per più del 70% di foreste, prevalentemente pinete, che in moltissimi casi lambiscono le grandissime, infinite, spiagge che si affacciano sull'Oceano Atlantico.
È una Francia diversa da quella a cui sono abituata, perché di centri storici, borghi medievali, chiese e patrimonio storico-artistico ce ne sono pochi, mentre la natura fa sentire la sua presenza imponente, a volte quasi spaventosa, ovunque, nei paesaggi boschivi, lacustri e marini.
Su questi paesaggi odorosi di resina e di aria salmastra, è il vento che governa le sorti degli uomini e della natura, quello che spazza via la sabbia, fa piegare gli alberi, produce onde alte che sono l'habitat naturale dei surfisti, cambia il cielo in pochissimi minuti.
I cieli atlantici sono una delle cose più belle che io abbia mai visto, con le loro profondità, la loro mutevolezza e i loro contrasti di colori. Molti sono stati i momenti del viaggio in cui mi sono fermata a contemplarli sentendomi piccola e insignificante, ma anche privilegiata per il solo fatto di poter respirare a pieni polmoni sotto questi cieli.
La luce del giorno che in estate dura fino a tardi la sera consente passeggiate serali sotto un cielo che si fa di mille colori mentre il sole tramonta tuffandosi dentro il mare.
Il vento spazza le nuvole o le accumula con una rapidità prodigiosa, rende il cielo più blu, crea un senso di profondità in cui ci si può perdere. Il vento solleva la sabbia, la porta lontano, le dà forma, creando fenomeni naturali emozionanti, come la dune du Pilat, una duna di quasi 120 metri di altezza per tre chilometri di lunghezza, di sabbia bianchissima, che si affaccia sul bassin d'Arcachon. Salire sulla duna è un'esperienza emozionante, incastonati tra il verde scuro della foresta di pini alle spalle e l'azzurro intenso del mare davanti a noi. Da restare a bocca aperta per ore.
Il vento può trasformare un mare pacifico in una burrasca spaventosa e affascinante, come a Biarritz dove - poco dopo essere arrivata in bicicletta - si alza un vento che è difficile descrivere. Di quelli per cui fai fatica a risalire la strada e, sul lungomare, le onde che si infrangono sugli scogli annullano qualunque barriera tra il mare e la città.
Ma le Lande non sono solo un luogo di paesaggi e di contemplazione della natura. Sono anche una regione abitata da gente che ha strappato letteralmente la terra al mare (le foreste sono il frutto dell'azione dell'uomo) e che ha cercato da sempre un equilibrio con la natura. Un mondo che anche umanamente segna la sua diversità dal resto della Francia, perché qui l'identità basca man mano che ci si avvicina ai Pirenei si fa sempre più forte, avvicinando popoli oggi divisi da una frontiera politica.
Il mio occhio fotografico, di solito catturato quasi esclusivamente dai paesaggi urbani e naturali, si è soffermato volentieri, durante questo viaggio, sulle persone. Mi hanno incuriosito i loro gesti, i loro movimenti, attraverso cui mi è piaciuto intuire e per un attimo entrare in contatto con le loro vite.
Questa in parte è la magia del viaggio in bicicletta, che ha in fondo lo stesso ritmo con cui ci adattiamo ai luoghi e con cui matura nello sguardo del fotografo la possibilità di risuonare emotivamente con l'ambiente circostante. In parte è probabilmente il segno di un cambiamento tutto mio, una specie di percorso di riavvicinamento alle persone che passa anche attraverso l'obiettivo fotografico.
In bicicletta ho percorso in tutto 375 km così ripartiti:
- Bordeaux - Lacanau Océan (80 km)
- Lacanau Océan - Arcachon (50 km)
- Arcachon - Biscarrosse plage (35 km + 4)
- Biscarrosse plage - Mimizan (67 km)
- Mimizan - Moliets-et-Maa plage (65 km)
- Moliets-et-Maa plage - Biarritz (84 km)
Il viaggio è poi proseguito in macchina fino a San Sebastián.
[Le foto sono state tutte scattate con una macchina fotografica Sony Alpha 6000 con obiettivo 16-50 mm F 3.5/5.6 OSS]
Ho fatto delle foto.
Ho fotografato invece di parlare.
Ho fotografato per non dimenticare.
Per non smettere di guardare.
(Daniel Pennac)
Ho fotografato invece di parlare.
Ho fotografato per non dimenticare.
Per non smettere di guardare.
(Daniel Pennac)
Attraversa il cielo e la terra come un nomade,
incontra meraviglie e colori sconosciuti e rendili tuoi amici:
questa è la vera ricchezza nella vita.
(Fabrizio Caramagna)
incontra meraviglie e colori sconosciuti e rendili tuoi amici:
questa è la vera ricchezza nella vita.
(Fabrizio Caramagna)
Un viaggiatore senza osservazione
è un uccello senza ali.
(Moslih Eddin Saadi)
è un uccello senza ali.
(Moslih Eddin Saadi)
Un luogo non è mai solo ‘quel’ luogo:
quel luogo siamo un po’ anche noi.
In qualche modo, senza saperlo,
ce lo portavamo dentro e un giorno,
per caso, ci siamo arrivati.
(Antonio Tabucchi)
quel luogo siamo un po’ anche noi.
In qualche modo, senza saperlo,
ce lo portavamo dentro e un giorno,
per caso, ci siamo arrivati.
(Antonio Tabucchi)
Il modo migliore per cercare di capire il mondo
è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili.
(Ari Kiev)
è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili.
(Ari Kiev)
Non chiedo ricchezze,
né speranze, né amore,
né un amico che mi comprenda;
tutto quello che chiedo
è il cielo sopra di me
e una strada ai miei piedi.
(Robert Louis Stevenson)
né speranze, né amore,
né un amico che mi comprenda;
tutto quello che chiedo
è il cielo sopra di me
e una strada ai miei piedi.
(Robert Louis Stevenson)
Se fai le vacanze in motocicletta
[n.d.r. vale ancora di più per la bicicletta!]
le cose assumono un aspetto completamente
diverso.
In macchina sei sempre in un abitacolo;
ci sei abituato e non ti rendi conto
che tutto quello che vedi da quel finestrino
non è che una dose supplementare di TV.
Sei un osservatore passivo e il paesaggio
ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice.
In moto la cornice non c’è più.
Hai un contatto completo con ogni cosa.
Non sei più uno spettatore, sei nella scena,
e la sensazione di presenza è tangente.
(R.M. Pirsig)
[n.d.r. vale ancora di più per la bicicletta!]
le cose assumono un aspetto completamente
diverso.
In macchina sei sempre in un abitacolo;
ci sei abituato e non ti rendi conto
che tutto quello che vedi da quel finestrino
non è che una dose supplementare di TV.
Sei un osservatore passivo e il paesaggio
ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice.
In moto la cornice non c’è più.
Hai un contatto completo con ogni cosa.
Non sei più uno spettatore, sei nella scena,
e la sensazione di presenza è tangente.
(R.M. Pirsig)
Chi viaggia ha scelto come mestiere
quello del vento.
(Fabrizio Caramagna)
quello del vento.
(Fabrizio Caramagna)
Si viaggia per contemplare:
ogni viaggio è una contemplazione
in movimento.
(Marguerite Yourcenar)
ogni viaggio è una contemplazione
in movimento.
(Marguerite Yourcenar)
Viaggiare è come il vento, che ti porta dove vuole se sai seguirlo,
che ti spinge avanti se sai imbrigliarlo, e può condurti a perdere la strada
ma anche farti scoprire luoghi remoti, che non avresti creduto esistessero.
(Rula Jebreal)
che ti spinge avanti se sai imbrigliarlo, e può condurti a perdere la strada
ma anche farti scoprire luoghi remoti, che non avresti creduto esistessero.
(Rula Jebreal)
Arrivando a ogni nuova città
il viaggiatore ritrova un suo passato
che non sapeva più d’avere:
l’estraneità di ciò che non sei più
o non possiedi più t’aspetta al varco
nei luoghi estranei e non posseduti.
(Italo Calvino)
il viaggiatore ritrova un suo passato
che non sapeva più d’avere:
l’estraneità di ciò che non sei più
o non possiedi più t’aspetta al varco
nei luoghi estranei e non posseduti.
(Italo Calvino)
Dedica e ringraziamenti
Questa mostra è dedicata a Bettina, perché avrei tanto voluto che potesse esserci con la sua risata contagiosa.
Grazie ad Antonio Trimarco che ha avuto l’idea di questa mostra, e a tutti gli enti che hanno creduto in questa mostra e l'hanno ospitata o la ospiteranno.
Ringrazio Ettore Festa di HaunagDesign Srl perché senza il suo allestimento le mie foto sarebbero state molto meno belle. Grazie al Laboratorio Il Colore che ha cercato di tradurre in stampa lo spirito delle mie fotografie.
Ringrazio Alessandro Carpentieri e la RUFA, Giacomo Ciangottini e gli altri fotografi del collettivo TrueLens, Valerio Cappabianca e l'Accademia Fotografica perché se ho imparato qualcosa di fotografia lo devo a loro. Forse non ho imparato quanto loro avrebbero voluto, ma io sono una che pensa che non si finisca mai di imparare.
Grazie a Pierpaolo Iaquinta che mi ha dato i primi – ottimi – consigli per questa mostra.
Grazie a Girolibero che ci ha offerto il suo supporto organizzativo per questo viaggio.
Ringrazio la mia famiglia per il sostegno e la libertà che mi hanno sempre dato.
Grazie infine a tutti gli amici che mi sopportano quando sono in giro con me e si devono fermare a ogni angolo perché mi scappa la frenesia di scattare foto.
Breve nota biografica di Anna Galluzzi
Anna Galluzzi è nata a Conversano dove ha vissuto fino a 19 anni. Successivamente ha frequentato la Facoltà di Conservazione dei Beni culturali a Viterbo e ha lavorato a Roma, Firenze, Bologna, Bruxelles. Vive attualmente a Roma, dove è bibliotecaria di professione. Anna mescola la passione per le biblioteche con mille altri interessi (cinema, musica, teatro, fotografia, letteratura, viaggi), cui cerca di dare spazio e sfogo nel blog "Lo sciame inquieto": sciameinquieto.blogspot.it. La passione della fotografia ha radici lontane ma ha cominciato a prendere forma una decina di anni fa quando Anna ha frequentato alcuni corsi di fotografia alla Rome University of Fine Arts (RUFA) con Alessandro Carpentieri, e poi più recentemente i corsi tenuti dal collettivo TrueLens (docente Giacomo Ciangottini) in collaborazione con GRAF (Gruppo e Rete per l'Apprendimento e la Formazione). La sua naturale predisposizione è per la fotografia di viaggio e di paesaggio, ma negli ultimi anni si è avvicinata alla street photography e ha frequentato un workshop specifico sull'argomento presso l'Accademia Fotografica di Roma con Valerio Cappabianca. Le foto in mostra sono in un certo senso una prima sintesi del suo percorso fotografico fin qui.
La mostra si è tenuta:
- a Roma, presso la Biblioteca Nelson Mandela, dal 22 settembre al 6 ottobre 2017
- a Conversano (BA), presso la sede della Pro Loco, dal 27 dicembre 2017 al 27 gennaio 2018
- a Bologna, presso il Centro Natura, dal 17 marzo al 14 aprile 2018
a Bologna, presso Le Ravitò, dal 14 aprile al 2 giugno 2018
Smontata la mostra il 2 giugno, le foto sono andate ad arredare le case di amici in diverse parti d'Italia (e non solo!).
Mi piaceva l'idea che, mentre la mostra permane in forma tutta virtuale, le foto stampate e incorniciate avessero ancora una vita reale e continuassero a nutrirsi dell'affetto delle persone cui voglio bene e che mi sono state vicine in questa bellissima avventura <3