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“Erranti, Erotici, Eretici”

“Erranti, Erotici, Eretici”

Un progetto nato da un'analisi su come la Pop Art venga autonomamente associata ad un movimento strettamente statunitense. Distaccare questa visione piuttosto assodata, mantenendo come impulso iniziale questo movimento e le sue ramificazioni, trasposte in Italia e in particolare a Roma, la mia città.
È uscito fuori un mondo apparentemente sconosciuto ed estremamente stimolante, quello della scuola di Piazza del Popolo, un’esperienza artistica nata negli anni ’60.

Il caso ha voluto che cercando diversi stimoli e spunti, in musei come la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, il MAXXI ed il MACRO, raccolsi elementi e materiali storici risalenti alla pop art italiana, se così vogliamo comodamente definirla, legati indissolubilmente a svariati aspetti contemporanei che contraddistinguono l’anima e la volontà delle tre strutture di raccontare Roma nel nostro tempo.

Avvicinato alla scuola di Piazza del Popolo, fondata da alcuni nomi come Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Tano Festa, Franco Angeli e Renato Mambor, intrigato da come in quegli anni divenne la nuova idea avanguardista. L’aspetto curioso è come essi oggi vengano ancora considerati, forse erroneamente, un equivalente di ciò che stava accadendo negli stessi anni oltreoceano con la Pop Art. La Scuola di piazza del Popolo non fu un gruppo coeso, gran parte dei suoi esponenti non concordava e tollerava l’idea stessa di ‘scuola’, quando fu proprio questa definizione di gruppo a rendere riecheggiante ancora oggi la loro divulgazione.
Caratterizzati da una cultura mass-mediale, ispirata all’unicità e alla secolarità della monumentale arte italiana, passando per il Futurismo e la Metafisica, fecero confluire nell’arte nuove discipline come il cinema, la fotografia ed il teatro, facendo anche da precursori a quella che prenderà il nome di Arte Povera.
L’Arte Povera è tutt’ora di grande intuizione per artisti contemporanei. Sebbene a primo impatto lontana dalla concezione che abbiamo di Pop Art, è una parte essenziale della ricerca per diversi aspetti alquanto interessanti e inscindibilmente legati all'elaborato finale.
È un movimento che nasce come polemica dell’arte tradizionale, affacciandosi all’uso di materiali, come esprime il nome stesso, poveri e di scarto quali terra, legno, ferro e stracci, utilizzati per la creazione di installazioni e delle vere prime e proprie azioni performative. L'indagine sopra descritta vuole soffermarsi ed approfondire proprio questi ultimi aspetti, sull’interazione dell’individuo con l’opera, sull’identificazione uomo - natura, sul ruolo centrale del corpo, della sua rappresentazione e percezione visiva, mostrandolo attraverso l’utilizzo di superfici riflettenti, trasparenti e che ridiano un’immagine irregolare e deforme, un processo di spersonalizzazione.

“Come riuscire a traferire e a tradurre una sensazione e percezione concettuale su qualcosa di estremamente materico e sensoriale? Come elargire i riflessi, le luci ed ombre, i giochi di movimento su un tessuto?”

Attraverso l'utilizzo di materiali come il PVC (cloruro di polivinile) a specchio.  

Ma quanto è realmente sostenibile?

Più semplice e sostenibile di quanto possa sembrare. Oggi viene, infatti, considerato ecologico in quanto impatta poco sull’ambiente, il suo smaltimento in discarica non pone problemi di tipo ambientale grazie alla perfetta stabilità del materiale. La semplicità è in uno dei suoi componenti essenziali, il cloro, il quale viene facilmente separato dalle altre plastiche, il PVC viene poi pulito, depurato da ogni tipo di contaminazione da parte di altri materiali, infine degradato meccanicamente in scaglie o addirittura in polvere e pronto per un nuovo utilizzo. In generale la caratteristica del PVC è proprio la sua versatilità di utilizzo, consentita dalla capacità di essere allo stesso tempo flessibile e strutturato, può essere, inoltre, leggero ed idrorepellente.
Un mercato attualmente in piena ascesa principalmente per mondi come quello dell’edilizia e dell’arredamento.

Al termine di questo intensivo percorso, con l’aiuto di una ricerca partita dallo studio  materico della fibra e del filato stesso, sono riuscito a trovare un punto di incontro e a creare un legame tra due emisferi apparentemente disparati. Ho esaminato il fragile equilibrio fra storia e rinnovamento, prendendo questo movimento artistico al suo principio, in un ambiente nascente come quello della ‘Dolce Vita’ romana. Sono consapevole di come ho fatto mia questa corrente artistica, interpretandola ed estrapolandone la mia visione di cosa sia Pop oggi.

“Erranti, Erotici, Eretici”
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