Vittoria Altobello's profile

OLTRE IL GIARDINO: un progetto di comunità

Il progetto "OLTRE IL GIARDINO
e la riqualificazione delle dieci vasche in cemento destinate agli orti sociali del giardino Barbieri-Raspagliesi
Clicca sul link per vedere le fotografie dell'inaugurazione delle prime due vasche! 
Il progetto è nato da un’idea di coop Nazareth: attraverso il progetto SIAMO FUORI! la cooperativa ha espresso la volontà di riqualificare e ri-attivare un luogo pubblico e di passaggio (il Giardino tra via Bonomelli e via XI Febbraio), con l’obiettivo di riconsegnarlo ai cittadini pronto per essere fruito e vissuto. All’interno di questo grande progetto, si è pensato di dedicare spazio anche a quelle piccole realtà che svolgono attività in questo spazio quotidianamente attraverso gli orti ospitati nelle dieci vasche di cemento. I ragazzi della classe 4^C indirizzo Pittorico del Liceo Artistico Stradivari sono stati invitati a progettare ed immaginare una nuova veste per questi vasconi di cemento, seguiti dal professore Michele Bozzetti, coordinatore del progetto e dall’artista Vittoria Altobello, esperta in didattica dell’arte.
Durante i primi incontri abbiamo iniziato a riflettere sul ruolo che questo spazio potrebbe avere  nella vita quotidiana di tutte le realtà del quartiere  e cosa potremmo fare noi, in quanto artisti, per sviluppare al massimo le sue potenzialità.
Cosa hanno in comune le attività svolte nel giardino e l'arte?  Il loro SIGNIFICATO SIMBOLICO: non si coltiva per ricavare economicamente qualcosa ma per imparare. Si tratta di un’attività didattica finalizzata al “fare esperienza”, proprio come il “fare arte”.
 Gli studenti hanno provveduto al misurare ciascuna vasca e lo spazio tra di esse, per avere uno schema sul quale iniziare a proiettare le loro idee. Ci siamo focalizzati sulla possibilità di una fruizione multisensoriale dello spazio, cercando di andare oltre all’idea di un utilizzo puramente decorativo delle vasche: sono state progettate superfici tattili, inserti sonori e persino pareti didattiche che possano ospitare e supportare i bambini durante le lezioni all’aperto.
La progettazione ha avuto luogo tra marzo e giugno. I progetti definitivi sono stati presentati pubblicamente il 16 giugno in occasione di un evento per il quartiere, tenuto presso il Giardino Barbieri e organizzato da Coop Nazareth.
La realizzazione inizierà da ottobre 2022.
Per quanto riguarda la realizzazione, che è iniziata ufficialmente nel mese di ottobre 2022, si è deciso di avviare una collaborazione con la scuola edile di Cremona, mirata soprattutto a compensare le mancanze tecniche proprie del campo edile. D’altro canto, così facendo si andrà ad instaurare un dialogo tra realtà diverse (un liceo e un istituto tecnico) che difficilmente si sarebbero incontrate al di fuori di questo progetto. Si tratta di un ulteriore passo verso la trasformazione di questa semplice proposta di riqualificazione urbana in un laboratorio di incontro e relazioni per il futuro. Entrando nel dettaglio del progetto esecutivo, fin dall’inizio sono stati riscontrati problemi di struttura propri delle vasche in cemento: mancano totalmente i fori per l’uscita dell’acqua piovana, tanto che negli anni si sono create evidenti crepe nelle zone più in basso e lungo le fughe dell’intonaco. Inoltre, la vernice già presente sulle vasche avrebbe potuto compromettere la durevolezza e l’aderenza di un nuovo possibile strato decorativo. Il lavoro è stato quindi svolto in diverse giornate. In una prima fase, i ragazzi della scuola edile, insieme al docente Gherardo Tito Dossena hanno provveduto a ripulire alcune vasche e stendere un primo stato di intonaco e impermeabilizzante (anche detto rinzaffo). Successivamente, studenti e studentesse del Liceo Artistico e della Scuola Edile, guidati dalla docente e restauratrice Maria Cristina Regini, si sono ritrovati per lavorare in sinergia e concludere il lavoro, articolato nei seguenti passaggi:
1. Applicazione di acqua di calce limpida, torbida e densa: precauzione necessaria per consentire una giusta aderenza dell’arriccio; 
2. Preparazione e stesura dell’arriccio preparato con tre parti di materiale inerte (sabbia vagliata) e una parte di legante (grassello); 
3. Preparazione e stesura dell’intonaco, preparato seguendo le stesse dosi dell’arriccio ma sostituendo la sabbia vagliata con la sabbia fine, in modo da rendere la superficie più liscia e compatta; 
4. Gli ultimi strati si differenziano a seconda della tecnica scelta per ogni vasca: 

a. Per la superficie destinata ad affresco è stato preparato un ulteriore strato di intonaco con sabbia fine (detto intonachino). Dopo aver riportato il disegno attraverso la tecnica dello spolvero, gli studenti hanno provveduto ad applicare i colori preparati in precedenza concludendo così il lavoro. La durevolezza nel caso dell’affresco è data dal processo di carbonatazione, ovvero una reazione chimica tra pigmento, intonaco e ossigeno che salderà e sigillerà la superficie, garantendo un’ottima resistenza anche agli agenti atmosferici. 
b. Per la superficie destinata al graffito, gli studenti hanno provveduto a stendere due strati di malta di differente colore. Dopo aver trasferito il disegno, anche in questo caso con la tecnica dello spolvero, alcune zone dell’ultimo strato di malta sono state rimosse, facendo emergere la malta colorata sottostante e lasciando in rilievo il soggetto disegnato. Alcuni dettagli sono stati successivamente aggiunti con l’aiuto di pigmenti. 

La ricchezza e la bellezza di questo lavoro comunitario si è manifestata anche su un piano immateriale: in due giornate di lavoro si è creato un clima di complicità e collaborazione tra studenti e studentesse delle diverse scuole, andando ben oltre la condivisione delle pure nozioni tecniche. Si tratta di esperienza: conoscere (mondi, luoghi e lavori) attraverso il lavoro sul campo, mettendosi in gioco e riconoscendo il proprio ruolo e la propria responsabilità all’interno di un processo. L’intervento dei docenti, infatti, è stato subordinato al loro ruolo di supervisori, dato che l’obiettivo era quello di coinvolgere in prima persona gli studenti, soprattutto nelle fasi di decisione e applicazione dell’azione (dalla scelta dei pigmenti alla miscelatura degli intonaci). È altresì importante segnalare che il luogo destinato ai lavori, essendo zona pubblica e di passaggio, non è stata mai preclusa al pubblico durante l’intera durata degli interventi (pur mantenendo gli standard di sicurezza): ciò ha consentito un ulteriore scambio relazionale con le persone che quotidianamente abitano questo spazio.
PRIMA GIORNATA
SECONDA GIORNATA
Sabato 5 novembre il giardino è stato trasformato nuovamente in luogo di incontro e di festa: le prime due vasche sono state presentate ai cittadini, ed insieme ad esse studenti e studentesse hanno raccontato della piccola avventura che ha portato alla loro realizzazione. Una piccolissima goccia di un grande progetto che verosimilmente si protrarrà per tutto il 2023. L’atmosfera di festa è stata arricchita da una costellazione di attività per grandi e piccini: dal laboratorio “Alla ricerca delle Magnolie”, un’attività outdoor a cura del Museo di Storia Naturale e della Piccola Biblioteca, ideato per conoscere meglio le piante, i giardini e scoprire alcune bellissime magnolie che hanno dimora in città; alla piccola mostra all’aperto della fotografa Giulia Barbieri sulle bellezze della Provenza. La giornata si è conclusa con il “Laboratorio di circo” per bambini e ragazzi e lo spettacolo “Il Sarto Delle Parole”, a cura de Il Carrozzone degli Artisti, offerto da Coop. Nazareth e Associazione DRUM BUN. In questa occasione si è concretamente delineato un modello di vita e continuità per questo giardino e luogo di passaggio: l’evento è stato realizzato con e per il quartiere, sottolineando l’importanza di una partecipazione più ampia possibile e modulando di conseguenza l’offerta di attività e proposte. Educare alla vita di quartiere e alla responsabilità attraverso l’azione: motivare le persone a far vivere gli spazi e trasformarli in luoghi di relazione e creazione. Per garantire continuità c’è altresì bisogno di qualcuno o qualcosa che possa mantenere la fiamma accesa. Partendo dalla semplice idea della riqualificazione delle vasche in cemento, si è arrivati ad un ottimo risultato: il quartiere ha ricominciato a costruire rete e relazioni grazie all’apertura di un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, fonte di incontri inaspettati e di esperienze educative e formative al di fuori del puro ambito scolastico. Ogni studente, a modo proprio, ha potuto sperimentare nuove attività, sviluppando competenze e comportamenti inediti, evidentemente soppressi dalla metodologia didattica uniformante e performante presente nella maggior parte delle scuole. Ogni studente ha ricevuto la propria parte di responsabilità e si è impegnato, in modo genuino e proattivo, al compimento dello stesso.

Con questo progetto si vuole quindi dimostrare quanto un approccio educativo legato ai bisogni reali della comunità possa avere riscontri positivi, reali e visibili sulla vita cittadina e sul benessere delle nuove generazioni. La dimensione locale e territoriale deve essere il vero punto di partenza per un modello educativo multidisciplinare, che educa persone prima che studenti, risvegliando la sensibilità umana e la voglia di aspirare delle comunità.

Inoltre, non bisogna dimenticare quanto sia altrettanto importante considerare l’arte e gli interventi artistici nel territorio come valido strumento di applicazione di tali percorsi educativi: l’arte svolge un ruolo di primaria importanza in quanto strumento utile alla decodificazione e comprensione del mondo circostante (prevalentemente composto da immagini e simboli) e nell’educazione di menti aperte al cambiamento e predisposte alla creatività e all’immaginazione.

L’arte rende sostenibile la vita e la libertà
OLTRE IL GIARDINO: un progetto di comunità
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