Vi va di fare una passeggiata?


Un lungo processo di esplorazione.
Un lungo processo di esplorazione fatto di respiri, passi, silenzio.
Un lento processo di esplorazione che è contemporaneamente un cammino a ritroso nella mia infanzia ed un percorso orientato verso il futuro.

Vi chiedo, mentre guardate queste immagini, di leggere queste parole.
Sono parole scandite lentamente; vi prego: non abbiate fretta.
Ispirate, assieme a me.
Chiudete gli occhi un secondo, espirate.
Riapriteli.

Immaginate.
Immaginate di passeggiare, immaginate di camminare e riscoprire luoghi che, alla vostra mente, paiono per qualche motivo familiari.
Un passo dopo l'altro al mattino, la sera, nel calore di mezzogiorno, nella brezza notturna.
Immaginate di non riconoscere completamente quei luoghi, perchè questi luoghi non hanno un preciso contesto fisico, materico, se non per me: questo però non ha importanza.
Immaginatevi lungo una strada il cui percorso a voi è ben noto ma con particolari diversi a quelli che pensate di ricordare.


Solitamente, in fotografia, dicono che ''bastino le immagini''.
Io vi chiedo, invece, prima ancora di osservare queste immagini di compiere un piccolo sforzo immedesimativo.


Immaginate quindi questo percorso, chiudete gli occhi e visualizzatelo di fronte a voi.
E' una strada che si fa più larga e più stretta, che curva a destra e a sinistra, è una strada prima asfaltata e poi sterrata e viceversa, è una lunga passeggiata in un ambiente che non è necessario definire.
E' una idea.

Immaginate ora di guardarvi attorno, di osservare quello che vi circonda.
Osservate attentamente gli spazi, le proporzioni, i ''vuoti'' che si creano quando le linee e le forme si contraggono e si espandono attorno a voi.


Provate a sentire i suoni che pervadono questo ambiente, provate ad assaporarne idealmente gli odori.
Sforzatevi di sentire una brezza fresca, autunnale sulla vostra pelle, oppure il calore di una giornata afosa.




Vi chiedo di immedesimarvi.
In cosa?
Io mi sono immedesimato in un fotografo.
Ho percorso questa strada ed ho immaginato di avere una fotocamera, e di operare delle scelte.

Sto percorrendo questa strada e sto decidendo cosa inquadrare ma, soprattutto, cosa lasciare al di fuori di questa inquadratura.
Ecco cosa ho in mano, ecco la mia penna, la mia arma, la mia possibilità: l'unica cosa che ho in questo momento è la possibilità di poter decidere cosa includere in una figura geometrica di quattro lati, il mio frame fotografico.


Mi guardo prima a destra, poi a sinistra, respiro, guardo, osservo.
Lascio che l'atmosfera dei luoghi dove questa strada mi porta si fonda con me, lascio che le mie emozioni e le mie senzazioni si permeino di quello che percepisco in questi luoghi.
Lascio che diventino una cosa sola.

Divento parte di quello che fotografo, divento una cosa sola: io sono solo quello che decido di inquadrare.
Io, ora, sono solamente quello che decido di non includere nel fotogramma, il frutto di queste mie decisioni.



Le foto che seguono, quindi, non sono altro che un modo per condividere con voi ''qualcosa'' che ho avuto modo di vedere.
E' un modo come un altro per fare due passi.


Vi va di fare una passeggiata?


Chiudete gli occhi, allora.






 
Immaginate ora di aprire gli occhi.
Di fronte a voi la luce filtra nella camera
Immaginate ora di riaprire gli occhi.
Li sbattete qualche volta, li strofinate mentre lentamente, come dopo un sogno del quale non sapete definire la durata, riaquistate padronanza con la vostra quotidianità.
La luce filtra attraverso la finestra aperta, i rumori ai quali siete abituati sono quelli che vi hanno svegliato.
E' mattino, è presto: vi rendete conto di avere ancora sonno.
Dormite, per far spazio a nuovi sogni, nuovi luoghi, nuovi rumori e profumi.
Vi immergete nel sogno e ricominciate a camminare.





Dormite ed io vi ringrazio, in silenzio, per aver letto queste mie parole, per aver osservato queste mie immagini che ora spero siano anche in parte vostre e per aver camminato con me.
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Un percorso di ricerca in costante espansione e contrazione.

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