Ad Vitam: 

Non siamo semplicemente macchine. 
(Siamo tutto ciò cui una macchina ambisce, il pensiero.) 
L'energia è la nostra linfa ed è infinita e irrintracciabile nella sua fonte, che rimane ignota. Le risposte che cerchiamo sono la motivazione costante alla nostra esistenza, e le riscopriamo lungo il percorso della nostra vita. 
Nel dover sopravvivere, 
nel volerlo. 
Il nostro corpo è il mezzo, è lui a darci il senso del tempo, dell'attesa. 
Il corpo che prende forma per elevarci ad uno stato vitale che include già in se il concetto di macchina ed al tempo stesso lo sorpassa catalogandolo nell'immaginario collettivo. Il corpo che si nutre di energon; il tempo e lo spazio sono il nostro luogo, esattamente come le vene sono una derivazione propedeutica alla necessità del sangue di dover scorrere. 
Di volerlo. 
Tutto ciò che ci circonda, la natura o le nostre costruzioni, non fanno che dare ancora più il senso della solitudine cosmica che ci caratterizza. 
Manca qualcuno o qualcosa che ci descriva, nella nostra infinita inesauribile bellezza, che ci elogi nella nostra sconfinata magia. 
Dalla vita alla morte l'esistenza è la nostra presa di coscienza, lo spazio ed il tempo giocano con le forme, e noi ne siamo un loro prodotto, inconsapevoli anche della realtà. 
Con questa serie ho voluto interpretare in maniera suggestiva il percorso umano, dalla nascita alla morte, rappresentare la nostra magia, dando la sensazione che l'arcano mistero raffigurato dalla vita sia da ricercare in qualcosa di molto tangibile ed assai vicino a noi tutti.. 
il nostro corpo. 

Simone Marchetti 
Vita:

E scese il filo ancestrale, 
conduttore della vita.

Si accese un frattale

nel buio più totale

dando luce ad una forma e ad un presente, 
prima inesistenti.
Prima non presenti.

Non mi è dato sapere nulla, se non che ora esisto.

Non conosco il passato
poiché non era previsto.

Pulsazione:

Il tempo scorre

lo sento nelle mie vene 
scandito dal ritmo
sotto forma di sangue.

E' il rito inziale della nascita
è la fine dell'inizio

verso la fine.


Questa energia di cui pulso, 
come una nuova stella nel buio del cosmo
esprime il mio essere 
per creare ragione.

Per creare la Ragione.

Io pioniere della razza umana,
porterò con me i semi della conoscenza e ve li trasmetterò.
Come radici impazzite di curiosità
non potrete fare a meno di:

sopravvivere.

Movimento:

Non ho ali, 
ma la capacità di imitare le altre specie.
Volo così con la fantasia, 
ed inizio a muovermi per cacciare.

Non ho corna, 
fratelli miei
ma posso riprodurle.

Ho molto freddo
fratelli miei
ma vidi il lampo e scoprii il fuoco.

Non ho lingua che voi intendiate
fratelli miei tutti
ma le mie gambe 
  mi porteranno lontano

e i miei occhi diranno grazie
grazie infinite

 per tutto ciò che farò loro vedere.

Comparazione:


Altre figure intorno alla mia
sono proiezioni della mia stessa forma estetica.
Ma tanto diversi essi sono

L'acqua mi insegnò ad accettare:

riflettendoci tutti.

..creammo allora il linguaggio
era necessario

Troppa la paura di qualcosa che è come te

ma che non è te.

..ma l'acqua mi insegnò ad accettare

riflettendoci tutti.

e presi coscienza del mio limite..
quando questo non era presente in qualcun'altro

ma accettai la diversità
proprio poiché intesi il suo vantaggio.

Ironia:

Ci unimmo in gruppo
poi in tanti gruppi
scoprendo l'altra faccia della lotta
il gioco
o forse, solo ciò che viene poco prima di essa.

Dalla sfida all'autoironia
il passaggio 
  è l'accettazione.

Per la prima volta sulla mia bocca si disegnò un arco
qualcosa mi disse di farlo
e lo chiamai: 
ridere.
per la prima volta

per la prima volta ridemmo
 poiché percepimmo l'anormalità nella normalità

..ridendo infine della psiche umana.

Corpo:

E' necessario trasmettere quello che sentiamo.
Quello che sono
ora sento
..mettendomi alla prova
sfido il mio stesso corpo
a fargli credere di 
non 
potercela fare.

Sarò il mio maestro di vita, 

mentore di una filosofia che dev'essere ancora svelata:
la Filosofia
Allievo di un'arte che non può essere appresa:
la Natura 

Rifletto sulle potenzialità delle possibilità.
Percepisco per la prima volta la moltitudine.

Sono una varietà

ma sono Unico.

Passione:


Il genere
come un mezzo
e la passione
 come senso al tutto.


toccai con mano tremante
 cercai un pensiero lucido
  ma era impossibile di fronte a lei

  è tutto ciò che non intendo
 è tutto lo sforzo di capire
è una mente altra

ne ebbi paura e dubitai
  anche di me stesso
scappando.

Presi coraggio e mi avvicinai,
troppo
poiché non potei più fare a meno di vivere per questo.

E fu simbiosi tra le galassie
 
Nacque il primo albero
  al ritmo della prima musica.

La passione è
  la manifestazione della forza che lega tutto.

Autocoscienza:

C'è qualcosa che emerge da dentro noi stessi.
Io non lo previdi e non potevo dirvelo
L'uomo ha un grande nemico
se stesso.

Come potevo saperlo

che quando cala la notte
il mio corpo si sdoppia 
e che fronteggiandomi
non mi lascia riposare

Chi sei? 
Cosa sei venuto a fare?
Da dove vieni?
Vivrai per sempre?

.. e non io, a porre queste domande.

Ed all'ultima in particolare

 non trovo risposta.

Dolore:

Percepisco per la prima volta il dolore.
Il dolore fa male.
E' il male che crea dolore
il mio corpo è fatto per sentire dolore

deduco che senza questo potere io potrei morire senza sentirlo
ma è il senso della misura che più volte mi ha salvato

scampare alla morte è capire quanto si è stati abili

..brucerà di gioia, 
e sarà cicatrice
 il mio senso della misura è ora un segno sul mio corpo.

Morte:

..non mi aveva abbandonato
quella domanda.

Ho visto come può avvenire,
l'ho visto negli occhi dei miei compagni di vita
divenire pian piano vitrei.
La fiamma si spegne e vola altrove  

(se ci si urta troppo forte
può avvenire
 se si vola da troppo in alto
 può avvenire
scappare da un nemico dal quale non si può scampare
 e può avvenire.)

Per me è stato differente
Sono stato l'ultimo uomo a morire.
L'ultimo uomo

e pioniere della razza umana.
 
Cosa ci ha portato a tale fine.

..poco prima di far spegnere la fiamma altrove 
la mia mente debole vaga tra ricordi lontani
e un ultimo arco si disegna sulle mie labbra.

Non saprò mai cos'è l'eternità
nessuno ce lo ha spiegato

ma so cosa ci ha ucciso
è stato l'uomo
siamo stati noi stessi

sono stato io 
ridendo di me stesso al posto di impazzire

guardando verso le stelle
e pensando non morite.




© Simone Marchetti
 
 
AD VITAM
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AD VITAM

With this series I wanted to interpret in a suggeswtive way the human path, from birth to death, is our magic, giving the feeling that the arcane Read More

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