Dov'è Casa Mia?
Immagini e storie di due ragazzi all'incontro di due culture


La vera cultura è mettere radici e sradicarsi.
Mettere radici nel più profondo della terra natia.
Nella sua eredità spirituale.
Ma è anche sradicarsi e cioè aprirsi alla pioggia e al sole, ai fecondi rapporti delle civiltà straniere
.”
Léopold Sédar Senghor

Hassane (24, Senegal) e Mikel (21, Gambia) arrivano a Lucca per la prima volta tre anni fa. Due ragazzi con storie diverse, ma così simili, e simili anche a noi, con le nostre stesse ambizioni, una grande volontà di veder realizzati i propri sogni e desiderosi di dare un senso alle proprie vite. Sono due ventenni coraggiosi e orgogliosi del proprio percorso, costantemente divisi e uniti da due culture, avendo trascorso ormai tre anni lontani dal loro Paese di origine.
Nella semplicità dei loro gesti e della loro quotidianità abbiamo ritrovato e indagato il concetto franco e intimo di “casa”.
Le nostre case hanno mille volti e mille nomi, sono sensazioni, colori, visi, profumi, ricordi che trascendono l'idea delle quattro pareti fisiche entro cui teniamo le nostre cose.
Siamo figli di una generazione che raramente sa rispondere in modo diretto alla domanda "Dove ti senti a casa?".
In questa società in continuo movimento, che si rimescola, che accoglie l’altro e lo fa suo, il concetto di casa in senso fisico perde di significato e assume i tratti di un qualcosa di evanescente, labile, vacillante, forse persino limitante.
La casa rappresenta così uno spazio di individuazione attraverso cui la persona si definisce e si dà confini, appartenenza e identità.
È il luogo in cui in cui ci si sente al sicuro e contenuti, è espressione di sé, ma è anche spazio vitale. E ogni luogo, fisico e non, concorre alla narrazione della propria storia e del proprio “viaggio”, diventa un rifugio, in cui ci si possa spogliare delle sovrastrutture ed essere se stessi.
Hassane, 24 anni 
Mikel, 21 anni 
Casa Mia
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