Mimmo Mendicino's profile

Greetings from the past - un sogno americano

Greetings from the past
Un sogno americano
La faccenda è piuttosto strana, per certi versi sconvolgente. Insomma, almeno così mi pare. Si tratta di una lettera e di cinque cartoline: cinque cartoline davvero particolari, ma anche la lettera non scherza. A scriverla è un ragazzo, suppongo, appassionato di architettura... Un tipo un po' matto, che si rivolge allo zio emigrato negli Stati Uniti, a Chicago. Altre indicazioni non ci sono. Solo una data, 21 marzo 1920, e un luogo, un luogo di fantasia: Ticino City... Sembra uno scherzo. Nessuna busta, nessun nome, nessun indirizzo. La persona che me le ha gentilmente prestate a riguardo è stata vaga. Giudicate voi. Un divertissement, una storia forse inventata, forse no... ma le cui ragioni possono essere facilmente ricondotte ai progetti più o meno discutibili di ammodernamento e di sviluppo del territorio ticinese...
A chiamarmi è stato un gentile signore del Mendrisiotto, uno di quei collezionisti attenti e curiosi, di quelli che raccolgono davvero di tutto, dalle cartoline alle confezioni di latta: “... basta che sopra ci siano due dita di polvere e storia”, mi dice, “...compro ai mercatini, dai privati, alle aste, anche in quelle in internet, come in questo caso. È stata la scheda di presentazione inE-bay, a incuriosirmi, diceva: «ScienceFiction hand painted – Postcard from Ticino, Italy»...il collezionista che me ha vendute è un certo Mr. Kilgore, un americano, che però vive a Uppsala, in Svezia. Uno dei tanti che ignora l'esistenza di una Svizzera italiana”
Quando ho visionato il materiale, non potevo crederci. Mi sono messo a indagare e il risultato della mia ricerca è in parte comico, in parte tragico. Quel che è certo, è che lo spirito del tempo ha un ben strano modo di rivelarsi: qui la fantasia di un ragazzo ha superato la realtà, offrendoci uno spaccato di futuro per certi versi terrorizzante: è ciò che siamo, o diverremo. Nulla, comunque, è davvero assoluto.
CHIASSO
LUGANO
21marzo 1920, Ticino City


Caro zio, come stai? Spero tanto tu stia bene e che il lavoro in fabbrica ti sia sopportabile. Qui, è la solita minestra.Ma zia ti avrà già raccontato tutto… Le cartoline che mi hai mandate! Oh, tu non puoi saper che gioia! Sopra tutte quelle dei gratta cieli (la tua Chicago, o Nuova York), ma anche quelle di dighe, centrali elettriche e fabbriche! Le strutture più moderne e meravigliose. Per non dir degli ortaggi, e del bestiame! Mucche grandi come autocarri! Zucche di dieci metri! Patate grosse come massi! e le sequoie, zio! Incredibili! Larghe quanto Piazza dellaRiforma! Ma che posto fantastico è mai l’America?! Queste cartoline m’hanno riempito la zucca di un’immaginazione nuova che neanche le ragazze! Ma a voler esser sincero, zio, ancor più colmo in me, è ora l'orlo della pazienza, ad aspettare qui, l'avvento di un futuro radioso, di una luce come un lindore uniforme, su questo muro di ombre, scalcagnato e graffiato, che è il presente. La notte non dormo più, o quasi: se c'è la luna buona vado alla finestra e mi rimiro Nuova York e non ne son mai stanco; poi guardo fuori, il vicoletto, il muro di sasso, i rastrelli appoggiati… ho cominciato a fare progetti zio, progetti in grande; le cartoline che ti allego sono solo l’inizio del mio nuovo lavoro.
Sai, mi domando quanti giovani, ancora, dovranno emigrare… Chi in Germania, chi in Inghilterra e chi come te, addirittura, dall’altra parte del mondo. Quanti cervelli, quante mani e quante spalle, sfuggire il rachitico abbraccio delle madri, fuggir via questa scorbutica miseria: privati di qualsiasi prospettiva che non quella di lasciare la cara terra, a prestar le braccia alla ricchezza di altri paesi. Ma io lo so, lo so già, che fra qualche lustro, anche qui, tutto cambierà, e io ci io voglio partecipare, a questo cambiamento, al progresso.
Infuturo non ci saranno più paeselli, borghi, cittadine: tutto ilCantone verrà unificato, in un’unica grande città, aboliti confini e conflitti regionali. Una metropoli, repubblicana ed autarchica, e altroché tedeschi e altroché italiani: Ticino City,Metropoli di milioni d'abitanti laboriosi, liberi ed uguali!Elettricità ed energia! Sono queste le parole di domani, e noi, che abbiamo acque da mutar deserti in giardini e abbiamo altezze da precipitarci titani, dalle valli avremo tal potenza idroelettrica da alimentar dieci metropoli e dar potenza ai mille mantici dell'industria, e ancora avremo acqua abbastanza da farci un bagno al dì cad’uno. Stanne certo, zio, non emigrerà più nessuno, mai più: ci andremo in vacanza, in America.
Ciao zio, stammi bene, tuo nipote, il Sognatore, come dici tu.
BELLINZONA
Un tragicoepilogo


Ci siamofatti dare l'indirizzo e siamo risaliti a un numero di telefono, aUppsala, Svezia, ho chiamato. Ha risposto un signore con una vocinaacuta: “Kilgore, haalo?”Ci sono andato cauto. Mi sono presentato come un collezionistaitaliano, amico del collezionista svizzero. Gli ho chiesto se, percaso, non ne avesse altre, di cartoline del genere.“Ecome mai? Ha qualche valore quella roba? Sa, le ho vendute al suocollega per soli trenta dollari… Comunque no, nonne ho più… però, la storia di quellecartoline, è una storia divertente, se vuole gliela racconto…”non ha aspettato che rispondessi e si è messo a raccontarla, devesentirsi solo, ho pensato: ma che fortuna, chiamavo proprio perquello...


Una storiatragica, altro che divertente. La riassumo io, lui è stato anche piùduro. Un tipo simpatico, mr. Kilgore: preparatevi, è un pugno nellostomaco. Il padre di Kilgore, Kilgore Senior, era il padrone dellapensione dove il nostro zio d'America dormiva, a Chicago. Una topaiaorrenda, ricorda Klingore Jr., in una periferia altrettanto brutta. Aquanto pare, quando la lettera del nostro misterioso nipote giunge inAmerica - siamo nella primavera del ‘20 - lo zio è da poco morto.Già, morto. Esploso, insieme alla fornace, nell'acciaieria dovelavorava. Ai tempi la polizia era meno professionale, ma piùpratica. Arrivano alla pensione con la busta già pronta: certificatodi morte e un quarto di stipendio, la liquidazione da spedire aiparenti, in Svizzera. Nell’appartamento, sotto la porta, trovanouna busta, la aprono, dentro ci sono la lettera e le cartoline;niente di interessante. Ricopiano il mittente, buttano la bustaoriginale e infilano tutto insieme, liquidazione, certificato dimorte e cartoline. Il corpo non c’è più, l’appartamento èvuoto: la faccenda è semplice. Escono in strada. Forse hanno frettadi farsi una birra, sugli scalini dell’ingresso trovano unragazzino, nove anni, Kilgore Jr. Gli danno due cents e lo pregano,si fa per dire, di portare la busta alle poste e spedirla. KilgoreJr., ragazzo di strada, furbo e scafato, gira l’angolo e apre labusta per vedere che ci sta dentro. Si intasca il quarto diliquidazione, si comprerà qualcosa, ma non ricorda cosa. Pocoimporta, dice. Lo mando a quel paese, in italiano, lui mi ignora econtinua “…a quei tempi la gente lafottevi come niente, fottevi anche i morti, si figuri. Andava così…Le cartoline e la lettera le volli tenere, tutto qui, quelle immaginidi montagne e grattacieli mi facevano un ridere, erano cosìingenue…
Ora,comunque, ho bisogno di soldi, sa, la crisi c’è anche per ivecchietti come me. Sono in bolletta… abito nella terra di Ikea:non le interesserebbe un Abatjour Eppela? Lo vendo a poco, è quasinuova…

LOCARNO
MarioChiattone
(1891-1957),architetto lombardo formatosi, come Antonio Sant'Elia, nell'ambitodel futurismo: dal 1919 si trasferisce a Lugano, città in cuisvolgerà la sua professione attestata da importanti progetti.

AntonioSant'Elia
(1888-1916),architetto italiano autore del Manifesto dell'architetturafuturista. La sua concezione haa lungo influenzato l'idea della città come spazio futuribile,organizzato sulla base di strutture monolitiche verticali.









Ticino7 n°14

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