2008

Appena arrivata a Roma, ho iniziato a capire che potevo scrivere della storie (nel senso più vasto del termine) e come. Mi sono iscritta a un corso di sceneggiatura e ho mosso i primi passi nelle meccaniche del processo narrativo, imparando l'importanza della costruzione di un personaggio solido.
Ho notato somiglianze fra personaggi che mai sono comparsi insieme nello stesso discorso o anche solo nella stessa frase.
Mi ha colpito quanto sia grande il debito che John Constantine [x] (Hellblazer, DC/ex-Vertigo) ha con Humphrey Bogart, con le sue vicissitudini private, con le sue interpretazioni nei noir americani di culto e soprattutto con il suo Rick (Casablanca). 
Mi sono immaginata un incontro fra John e Bogey. E ho scritto di getto, un po' ingenuamente, la mia versione di questi due cult. In un'immaginaria lettera/monologo che Constantine indirizza all'altro, ho radunato riferimenti/citazioni/congruenze che avevo in testa.
 
LETTERA APERTA.
Caro Bogart,
non è che ce l'avresti una sigaretta? Così faccio una pausa dai miei fantasmi. Mi perseguitano [x]. Come quella tua canzone che non mi esce dalla testa. [x] Chi era? Ricordo tasti bianchi sotto alla pelle nera. Lui continua a suonare, sempre ancora una volta, in nome dei vecchi tempi. 
E tu?
So che non hai più il tuo Caffé come allora. E non sei più nemmeno un detective, o un avventuriero.
Ti sei messo a fare la balia. A un tuo vecchio ammiratore ebreo. Un ipocondriaco che ha tenuto in ostaggio la propria nascita finché non gli hanno dato uno psicologo. [x]
Con cui avere il primo attacco di panico, con cui fare la prima scena isterica.
Tante Prime Cose.
Come la prima sigaretta.
Io sulla soglia dei quarant'anni sono al primo cancro: molte sigarette hanno seguito la prima. [x]
Ci sei passato anche tu (x), certo, ma io troverò una via d'uscita diversa dalla tua. Più salutare.
Lo farò senza perdere tempo, senza perdere l'anima. Senza perdere.
Tu hai perso una donna. L'hai messa su un aereo e hai iniziato una bella amicizia. 
Ma alla fine avrai sempre Parigi. E il trench. E la sigaretta.
E io avrò sempre Londra. E il trench. Che comunque sta meglio a me. E la sigaretta la prenderò a te, visto che non te ne mancano mai.
John Constantine.
 
 
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2011

Qualche anno dopo avevo preso il mio diploma in sceneggiatura e mi stavo cimentando con il fumetto. 
Ancora avevo in mente il creare un confronto fra i due personaggi. Mi interessava narrarlo indipendentemente dal mezzo.
Scrissi Bogey Night, un noir-horror, con tanti zombie famosi. Ne disegnai le prime due pagine, cercando, per Constantine, di lavorare con le fattezze che gli ha dato Sean Gordon Murphy.

La storia si svolge nel mezzo di una sorta di zombie-apocalypse. Più che zombie ovremmo definirli revenants: i “cadaveri” delle icone pop, capitanati da Marilyn Monroe e Elvis Presley, si sono riversati nelle strade con lo scopo preciso di uccidere i “ladri” della loro immagine. Sono affamati della carne di chi cerca di somigliare a loro: imitatori, cosplayer, controfigure e categorie simili sono le prede designate. Ed è in questo quadro che Humphrey Bogart è tornato e sta cercando John Constantine.
Tavola 01, Bogey Nights.
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Tavola 02, Bogey nights.



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Studio di inchiostrazione della vignetta finale di tav. 01.
China su carta.
studio di uno degli zombie famosi: Charlie Chaplin.
china su carta.
BOGEY NIGHTS
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BOGEY NIGHTS

My idea for a noir-horror comic book. Humphrey Bogart is back during a zombie apocalypse. Every famous pop icon is sort a revenant hunting peopl Read More

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