Daniele Caringella's profile

Lavoro accademico: riprogettazione di un edificio

Tavole:
•   Tav_1.0: Rapporto con edilizia circostante
•   Tav_2.1: I prospetti
•   Tav_2.2: I prospetti
•   Tav_3.1: Analisi funzionale ed architettonica
•   Tav_3.2: Verifica legge 13
•   Tav_3.3: Analisi strutturale
•   Tav_4.1a: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_5.0: Nuova volumetria e nuove logge
•   Tav_6.1: Rifunzionalizzazione, i prospetti
•   Tav_6.2: Rifunzionalizzazione, i prospetti
•   Tav_7.1: Planimetria Accessibile
•   Tav_7.1a: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_8.1: Planimetria Visitabile
•   Tav_8.1a: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_9.1: Planimetria alloggi di piccolo taglio
•   Tav_9.1a: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_9.1b: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_10.1: Planimetria volumetria aggiuntiva in copertura
•   Tav_10.1a: Analisi distributivo funzionale
•   Tav_10.1b: Analisi distributivo funzionale
 

Il progetto riguarda l’analisi dello stato dei luoghi e la riprogettazione di un edificio residenziale con tipologia edilizia in linea, pluripiano, di committenza pubblica, ubicato nel quartiere di Japigia, progettato dall’architetto Chiaia e dagli ing de Salvia ed Fuzio.

L’edificio copre un’area di c.a 300 mq e si sviluppa per 7 piani fuori terra, compreso un piano interrato adibito a parcheggio, per un’altezza totale di 29.7 m.
Dalla fase preliminare di studio dello stato dei luoghi sono le criticità dell’edificio, a partire da due elementi risocntrati già in sede di rilievo fotografico e cioè la presenza di superfetazioni, quali verande a chiusura delle logge praticamente a tutti i piani e di tende parasole.                                                                                 
Questi due elementi denunciano due criticità: l’assenza di sistemi tecnologici adeguati a garantire la schermatura dall’irragiamento solare e la necessità di avere maggiore superficie abitabile.
In realtà dallo studio della pianta è emerso che la superficie c’è (tanto è vero che il requisito dell’accessibilità è verificato  praticamente in tutti gli ambienti ad eccezione dei bagni e delle logge), ma è distribuita male.

L'edificio ha un orientamento di 25° rispetto all’asse N-S, prossima a quella che un tempo si credeva ottimale per ragioni di salubrità, ovvero 18° rispetto all’asse N-S, e quindi ha i due fronti aperti esposti a est e a ovest; questo è stato un parametro valutato in sede di riprogettazione dei prospetti, dal momento che dallo studio sull’esposizione solare è emerso che entrambi i prospetti erano assolutamente carenti di sistemi tecnologici adeguati a garantire la schermatura dall’irragiamento solare, da cui occorre difendersi specialmente a ovest.     

Quanto alla ventilazione, dal diagramma dei venti possiamo osservare quelli che sono i venti prevalenti a Bari durante l’anno, e tra questi quelli che sono presenti per un maggior numero di mesi durante l’anno, ovvero Levante e Maestrale, che, come si nota, sono pressoché perpendicolari ai due fronti aperti e quindi è presente una buona condizione di ventilazione.                                                            

Per questo motivo, si prevede di utilizzare un sistema di schermatura di tipo verticale, costituito da pannelli frangisole lignei sia mobili che fissi sovrapponibili, pensati sia scorrevoli lungo le logge-balconi sia lungo le finestre a tutta altezza, prendendo a riferimento questo sistema tecnologico della dita olandese Duco, che è stato sperimentato in un edificio a Londra, caratterizzato, come si nota, da un brise-soleil in legno, con struttura (binari e montanti) in alluminio.               
                                                                                                                                            Questo principalmente è stato pensato per il prospetto ovest, ma per uniformità di trattamento delle facciate è stato riproposto anche a est, dal momento che comunque riceverà luce durante le ore del mattino.

La riprogettazione ha riguardato l’intero corpo di fabbrica, adibendo primo piano ad alloggio accessibile, al secondo, al terzo e quarto piano alloggi di piccolo taglio, mentre sono stati rifunzionalizzati il quinto, sesto e settimo piano, prevedendo infine un ampliamento volumetrico all’ottavo piano.

Il requisito dell’accessibilità, come si nota, è soddisfatto in tutti gli ambienti dell’alloggio, ad eccezione dei bagni e della loggia a ovest, dove il bagno principale è visitabile ma non accessibile non consentendo la rotazione di 360°, mentre il servizio igienico; non solo non è accessibile, perché non consente lo spazio di manovra, ma non è nemmeno visitabile in quanto manca lo spazio per l’accostamento frontale ai sanitari.                               
Anche la loggia a ovest non è accessibile avendo una profondità di solo 1,10 m.              Per quanto riguarda il vano scala, come si nota, la piattaforma di distribuzione anteriormente alla porta della cabina non soddisfa i minimi normativi (previsti dalla legge 13 dell’89), essendo inferiore a 150 x 150 cm.

Per risolvere le criticità emerse dall’analisi delle barriere architettoniche, è stato fatto riferimento alla legge 13 dell’89 e al DM 236/89.                                                                                                    
È stato progettato un alloggio per sei utenti; collocando la ZG  e la ZN ortogonali, con la fascia dei servizi collocata centralmente. L’alloggio è totalmente accessibile.

La zona notte è costituita da 4 camere da letto, una matrimoniale, una doppia e due singole; 2 bagni,  di cui uno visitabile (collocato nella ZN), l’altro accessibile collocato in prossimità della ZG, dotato di doccia a pavimento che consente di ottimizzare lo spazio, permettendo l’accostamento laterale  ai sanitari (wc e bidet), e corredato da maniglione di sicurezza. La ZN è servita da un distributore di 5 m circa che consente anche la manovra di rotazione.                                                                                                                           La ZG è costituita da cucina/ pranzo a est, con i principali apparecchi e i piani di lavoro previsti con sottostanti spazi liberi e da soggiorno a ovest con divani contrapposti.                                                        
Come possiamo notare, dall’analisi degli spazi d’uso, si evince che tutti gli ambienti sono dotati degli arredi minimi necessari, disposti in modo da essere utilizzati agevolmente e senza interferenze. Sono garantiti percorsi lineari in tutti gli ambienti, non ostacolati dalla presenza degli arredi, e consentono agevolmente il raggiungimento delle aperture.

Al secondo, terzo e quarto piano sono stati previsti 4 alloggi di piccolo taglio per piano. Secondo la legge 513 del 77 almeno il 30% degli alloggi (abbiamo 22 alloggi, di cui 7 da 45 mq) deve essere da 45 mq e destinati in via prioritaria a famiglie di nuova formazione e ad anziani.

Per il quinto, sesto e settimo piano, è stata prevista la rifunzionalizzazione degli alloggi, a partire dall’analisi dello stato di fatto. Il piano tipo dello stato di fatto presenta una superficie totale di 311 mq, un vano scala che distribuisce 2 alloggi per piano da 19 mq ed un collegamento verticale meccanizzato.

È stato progettato un alloggio per sei utenti, collocando la ZG  e la ZN ortogonali, con la fascia dei servizi collocata centralmente. L’accessibilità è stata garantita negli spazi di relazione, in un bagno ed è stata garantita una larghezza delle porte da 80 cm.
La zona notte è costituita da 4 camere da letto, una matrimoniale, una doppia e due singole; 2 bagni, di cui uno collocato in prossimità della ZG.
La ZN è servita da un distributore accessibile. La ZG è costituita da cucina/ pranzo a ovest e da soggiorno a est. Abbiamo risolto le criticità legate al R.A.I. in tutti gli ambienti, allargando le aperture.

Come possiamo notare, dall’analisi degli spazi d’uso siamo riusciti a risolvere le criticità dello stato di fatto, razionalizzando la distribuzione degli ambienti, dove sono stati superati i problemi relativi all’arredabilità.  A tal proposito sono stati sempre previsti gli arredi minimi necessari. I percorsi sono lineari, non ostacolati dalla presenza degli arredi, e consentono agevolmente il raggiungimento delle aperture.

E' stato progettato l’ampliamento volumetrico dell’edificio, creando una sopraelevazione. In particolare, questo è consentito dal Piano Casa, introdotto dal decreto legislativo n° 112 del 2008, recepito dalla regione Puglia nel 2009, che lo ha adattato alla propria realtà, prevedendo per gli edifici residenziali la possibilità di ampliamento volumetrico fino al 20% ed entro i 300 mc. [Con la legge regionale 37 del 2016 la regione Puglia ha prorogato il termina per la presentazione della domanda per la realizzazione degli ampliamenti e delle sostituzioni edilizie al 31-12-2017].

Nel nostro caso, il calcolo [il 20% del volume dell’edificio calcolato come h edificio (escludendo il torrino, il parapetto e il porticato) x area (escludendo l’area dei balconi, vani scala e dell’interrato)] dava 6.968,9 mc > 300 mc previsti dalla normativa; quindi potendo aggiungere solo 300 mc all’edificio, anziché ripartirli per i singoli alloggi che necessitavano di una distribuzione più razionale ma non di ulteriore superficie che portava solo ad avere camere strette e lunghe, abbiamo preferito destinarli in copertura creando una sopraelevazione costituita da due alloggi, uno da 3 utenti, l’altro da 2 per una superficie totale di 100 mq (300 mc/3 m, h edificio); per ciascun alloggio è stata prevista un’area di pertinenza privata disposte volutamente in modo asimmetrico per garantire la privacy delle due famiglie.                                                                                                
La sopraelevazione è stata interpretata in chiave sostenibile, realizzandola con struttura lignea in pannelli portanti XLAM dello spessore di 15 cm. La sopraelevazione  è stata denotata in prospetto con un rivestimento in listelli applicato sui pannelli .                   

L’alloggio A è per 3 utenti.
Presenta:
-  un ingresso che introduce nella ZG, per la quale abbiamo previsto un ambiente unico, con cucina, pranzo e soggiorno, comunque accessibile. Questa zona è molto ben illuminata, potendo fruire di illuminazione naturale da entrambi i fronti, infatti presenta una parete vetrata che si affaccia sull’area privata, a cui è possibile accedere dalla porta finestra;
- il distributore attraverso il quale si accede al agli ambienti della ZN, quali il bagno (visitabile, in cui è stata alloggiata la lavatrice) collocato in prossimità della ZG, e 2 camere da letto, una singola e l’altra matrimoniale. L’alloggio ha una doppia possibilità di affaccio, a est e a ovest.

Come possiamo notare, anche qui abbiamo previsto gli arredi minimi necessari, disposti in modo da essere utilizzati agevolmente e senza interferenze.






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