°° JE L'AI ECRIT DANS °°
Progetto di mappatura di una Milano immaginaria
Je l'ai écrit dans raccoglie materiale legato a un nuovo modo di ri-conoscere la città.
Attraverso la condivisione d'informazioni e suggestioni produce un archivio d’ immaginario.
Un tentativo di percorrere superfici invisibili per dar forma a un territorio possibile. Tra le mura e il vapore, oltre il sipario elettrico per scorgerne gli aspetti magici sulle linee della distanza trascorsa.
ISTRUZIONI D'USO
Esci di casa con una cartina della tua città in mano
Chiedi alla prima persona che ti richiama di tracciare un segno sulla cartina del luogo a cui è affezionata e fatti raccontare il perché. Non sempre lo farà
Recati in quel luogo, scatta una fotografia o raccogli un sasso (sarà per te come i sassolini per Pollicino), lasciati ubriacare dalle infinite suggestioni che incontrerai
Fai una ricerca sui luoghi che hai visitato
Sogna, immagina, ritaglia e mescola
Racconta una nuova forma e dagli la forma che vuoi
Chiedi alla prima persona che ti richiama di tracciare un segno sulla cartina del luogo a cui è affezionata e fatti raccontare il perché. Non sempre lo farà
Recati in quel luogo, scatta una fotografia o raccogli un sasso (sarà per te come i sassolini per Pollicino), lasciati ubriacare dalle infinite suggestioni che incontrerai
Fai una ricerca sui luoghi che hai visitato
Sogna, immagina, ritaglia e mescola
Racconta una nuova forma e dagli la forma che vuoi


"Arianna, piazza Duomo Milano.
Quand’anche al mio dimandar sfuggisti
con siffatto sguardo
con siffatto sguardo
l’onta e il dolor giammai trapasso
Ormai non avevo che il desio di colorata luce
di vetro e il pensier nella testa mia
cresceva ogn’istante
La danza del gelido vento
gonfiava il suo anelo insensato
Corse il suo eco tra le guglie
fino all’orecchio di Minerva
Ascoltò il canto mio folle
che tanto più teso
finchè con scintilla d’iride
spezzò i legami tra colorate molecole
che in un vortice di polveroso vento sparse
a cinger la mia testa, emiciclo di stelle bianche.
Ormai non avevo che il desio di colorata luce
di vetro e il pensier nella testa mia
cresceva ogn’istante
La danza del gelido vento
gonfiava il suo anelo insensato
Corse il suo eco tra le guglie
fino all’orecchio di Minerva
Ascoltò il canto mio folle
che tanto più teso
finchè con scintilla d’iride
spezzò i legami tra colorate molecole
che in un vortice di polveroso vento sparse
a cinger la mia testa, emiciclo di stelle bianche.
Una corona boreale."