Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.
Henry David Thoreau, da “Walden, ovvero La vita nei boschi”
Avvicinarsi finchè ti senti fuoco.
Scoprire di tanto in tanto l'acqua, di tanto in tanto i boschi e riempirsi, fino al midollo, del profumo della resina di pino.
Il sudore che ci bagnava la pelle, la pioggia che batteva e l'acqua del lago e poi ancora pioggia. Così tanta da farci sentire nient'altro che spugne.
E si fece un grande cerchio.
Non bastò urlare. Si sarebbe dovuto fare.
Terra
L’ho conosciuta fin da piccolo. Dentro ci abbiamo cresciuto le verdure. Con mio padre l’ho scavata, l’ho presa in mano, inzuppata, dopo le piogge e mi sono impiastricciato.
Sei sporco di terra, mi dicevano.
Perciò l’ho dimenticata. Sepolta dal cemento, impenetrabile ai semi trascinati dal vento, chiusa nella plastica dei garden center.
Mi sono scordato che le foglie dove cadono, restano. Non le dovete spazzare, dicevo, sono il cibo della terra. Ma tu, terra, dove sei finita?
Dove sei finita?
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Mi serve un piccone, qui sotto c’è qualcosa. Lo sento.
"Non sentite?" dico.
Insisto. Datemi un piccone!
"Ma che fa?" si chiedono uomini in grigio in cerchio attorno a me.
Scaglie di cemento graffiano le loro scarpe lucide e nere.
E’ come squarciare un velo. Scavo con le mani, nella terra!
Infine, finalmente, ah! Respira.
Respiro...
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