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"Le Salentine" - playing cards

"Le Salentine" carte da gioco
"Le Salentine” playing cards
"Le Salentine" carte da gioco
"Le Salentine" playing cards
 
quattro storie in quattro semi
four stories in four suits
Le Salentine nascono dal desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia pur mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali napoletane, a cui si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto cromatico. Il mazzo è composto da quattro semi che si richiamano alla tradizione e ne diventano sintesi simbolica: le brocche (per le coppe), i lecci (per i bastoni), le tarante (per i denari) e le zappe (per le spade). Le figure del nove e del dieci sono di nuovo impianto: al posto del cavallo e del re ci sono rispettivamente l’asino, omaggio alla cultura contadina, e il santo. Gli abiti delle figure dell’otto e del nove di tutti i semi sono ispirati alle illustrazioni dei costumi tradizionali del 1700 di vari comuni salentini. Le Salentine sono state interamente disegnate a mano da B22, stampate da Modiano e prodotte da Kurumuny.
 
"Le Salentine” card game grew out of the wish to create a deck of playing cards linked to this area and its history and which would be as good to play with as the Neapolitan cards, the source of inspiration and with which they share the characteristic colours. The deck is made up of four suits recalling traditions of which they are the symbolic synthesis: pitchers (for cups), ilex (for clubs), spiders (for money) and hoes (for swords).The 9 and the 10 are a new addition. In place of the horse and the king there are respectively the donkey, in homage to peasant culture, and the saint. The costumes of the figures of 8 and 9 in each suit are inspired by 18th century illustrations of the traditional dress of various Salentine towns. The “Salentine” were printed by Modiano and produced by Kurumuny.
 
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Il retro delle carte è una sintesi grafica del Soffitto a cassettoni della Cattedrale di Otranto (Le)
The back of the cards is a graphical summary of the coffered ceiling of the Cathedral of Otranto (Le)
Il retro delle carte è una sintesi grafica del Soffitto a cassettoni della Cattedrale di Otranto (Le)
The back of the cards is a graphical summary of the coffered ceiling of the Cathedral of Otranto (Le)
Le Salentine, brand (logo)
I lecci fanno riferimento alla presenza, in epoca medievale, di una grande macchia che inuenzava e determinava l’economia e la vita di intere comunità e la cui essenza fondamentale era appunto il leccio. Gli inserti gialli sui lecci sono un richiamo all’arte barocca leccese. Il volto del tre di lecci, infatti, è un elemento decorativo della basilica di Santa Croce. Gli abiti della gura femminile riprendono quelli tradizionali di Gallipoli e per l’uomo quelli di Otranto. Il dieci è sant’Oronzo, protettore della città di Lecce, nel cui stemma sono presenti una lupa incedente e un albero di leccio coronato da cinque torri.
 
The ilex (or holm-oak) refers to the presence in medieval times of a great area of scrubland which influenced and determined the economy and the life of the whole community and of which the fundamental essence was the ilex. The face of the 3 of ilex is, in fact, taken from a decoration in the Santa Croce Basilica. The costumes of the female figure are traditional for Gallipoli, and, for the man, those of Otranto. The 10 is St Oronzo, protector of the city of Lecce where the coat of arms is a she-wolf and an ilex tree crowned with five towers.
Il volto del tre di lecci (bastoni) è un elemento decorativo del capitello della Basilica di S.Croce di Lecce, uno dei simboli del barocco leccese.
 
The face of the 3 of ilex is, in fact, taken from a decoration in the Santa Croce Basilica in Lecce.
Il volto del tre di lecci (bastoni) è un elemento decorativo del capitello della Basilica di S.Croce di Lecce, uno dei simboli del barocco leccese.

The face of the 3 of ilex is, in fact, taken from a decoration in the Santa Croce Basilica in Lecce.
 
Le tarante: Nel seme convivono più simboli: la taranta, l’uroboros, ossia il serpente che si morde la coda, presente in molti luoghi sacri, il tamburello, strumento per eccellenza della terapia del tarantismo, rito studiato dall’etnologo Ernesto de Martino nel 1959. Inne il dio che danza, inciso nella grotta dei Cervi a Badisco, il complesso pittorico neolitico più imponente d’Europa. L’otto è una donna che balla la pizzica. Il nove è vestito con gli abiti tradizionali di Gagliano del Capo. Il dieci è san Paolo, protettore di tutti gli animali striscianti e delle tarantate. È festeggiato con san Pietro il 29 giugno.
 
The Spiders: Several symbols are united in the suit: the spider, the uroboros, or the serpent which bites its tail and which can be seen in many sacred places, and the tamburello, the instrument used in therapy for the victims of tarantismo, a rite studied by the ethnologist Ernesto de Martino in 1959. Last of these is the dancing god from an image carved in the Grotta dei Cervi at Badisco, the most powerful collection of Neolithic art in Europe. The 8 is a woman dancing the pizzica. The 9 is dressed in the traditional costume of Gagliano del Capo. The 10 is St Paul, protector of all crawling animals and of those bitten by the spider. He shares his feast day on June 29th with St Peter.
Le brocche sono un omaggio alla produzione di ceramiche locali, un tempo largamente diusa in tutta la
penisola salentina, usate principalmente per contenere vino e acqua. L’asso di brocche è decorato con un inserto che ragura un galletto, immagine archetipica della cultura salentina, mentre le altre carte riportano la tipica decorazione a ori. Gli abiti dell’otto e del nove sono ispirati ai costumi tradizionali di Cutroano. Il dieci è san Martino. In Salento nel giorno di san Martino si rievoca un rituale rimasto intatto nel corso degli anni: l’undici novembre si assaggia il vino novello.
 
The Pitchers are homage to the locally produced ceramics, once widely used throughout the Salentine peninsula principally to hold wine and water. The ace of pitchers is decorated with a cockrel, an archetypal image of Salentine culture, while the other cards bear the typical floral decoration. The costumes of the 8 and the 9 are inspired by the traditional dress of Cutrofiano. The 10 is St Martin. Re-enacted in the Salento on St Martin’s day is a ritual which survives the passage of time: on the 11th November the new wine is tasted.
Le zappe sono un riferimento alla cultura contadina, così come la corda e il ferro di cavallo. La zappa, in qualità di attrezzo agricolo, richiama il legame con la terra, che dava lavoro e pane. La foggia degli abiti dell’otto e del nove richiama per la donna i costumi tradizionali del paese di Calimera e per il nove quelli di Martano. Il dieci è san Giuseppe, il santo lavoratore, a cui è dedicato il rituale delle Tavolate in alcuni paesi del Salento che si aacciano sull’Adriatico. Le Tavolate sono imbandite il 19 marzo e le pietanze sono quelle tipiche della tradizione e vengono consumate a mezzogiorno dai cosiddetti “santi” impersonati da amici e parenti.
 
The hoes, as well as the rope and the horseshoe, are a reference to the peasant culture, The hoe, an agricultural tool, recalls the link with the land which gave work and bread. The style of the costumes for the 8 recalls for the woman the traditional dress of Calimera and for the 9 that of Martano. The 10 is St Joseph, the patron saint of workers, to whom is dedicated the ritual of the Tavolate in some Salentine towns on the Adriatic side. The Tavolate are laid out on the 19th March and the traditional dishes are eaten at mid-day by the so-called ‘saints’ impersonated by friends and relatives.
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Le Salentine nascono dal desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia pur mantenendo una giocabilità par Read More

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