Questo leporello, edito da Fiorina Edizioni, è stato espressamente concepito per essere presentato al pubblico al Book Pride 2018 di Genova, a poco più di un mese dalla tragedia del crollo del ponte Morandi. Un "carnet de voyage" a cui l'editore teneva moltissimo, essendo genovese.

Il tema era delicato. Si trattava di parlare di un dramma appena accaduto, con enormi conseguenze umane e materiali. Il rischio di urtare la sensibilità delle persone coinvolte (soprattutto le vittime) era alto. Inoltre, io non sono genovese, non conosco bene Genova. Avrei potuto dare un’interpretazione parziale e riduttiva, o banale. Chi leggerà con lo sguardo questo mio lavoro giudicherà.

Ho cercato di mettermi nei panni di chi si è visto costruire un viadotto sulla testa, in tutti i sensi. In senso concreto, perché quel viadotto è passato sopra case già costruite e manufatti industriali. In senso metaforico perché il ponte che sovrastava Genova era gestito e controllato da soggetti esterni alla città. Genova non era padrona di questo manufatto.

La vita del Ponte Morandi inizia nel 1967 con l’inaugurazione e finisce nel 2018 con il crollo e i funerali. Durante questo periodo il viadotto è stato importante per la crescita economica, e ha permesso a tante persone di andare al lavoro e in vacanza, diventando veicolo di esperienze anche positive.

Negli anni il ponte si è rovinato. L’aumento esponenziale del traffico, soprattutto pesante, l’aumento dell’acidità dell’acqua piovana che ha aggredito il calcestruzzo insieme alla salsedine lo hanno deteriorato rapidamente. Più rapidamente del previsto.

A fronte di tutto questo, oggi veniamo a sapere di ispezioni, perizie, verbali, e manutenzioni non effettuate. Tanta tanta carta è stata prodotta. Ma non è bastata per tenere in piedi il ponte Morandi.

Il disegno che ho preparato vuole rappresentare tutto questo.

Esso è un racconto. Si svolge su due registri: uno più “leggero”, fino al crollo, ed uno più realistico e drammatico, dal crollo in avanti. Non troverete in esso una raffigurazione precisa del ponte; è semplicemente il racconto della vita di un manufatto e delle tante vite che lo hanno vissuto.