Il progetto prevede un intervento di riqualificazione e musealizzazione degli spazi cinquecenteschi dell’Arsenale di Venezia, nello specifico di cinque Tese della Novissima (n° 109, 110, 111, 112, 113). L’obiettivo è quello di coinvolgere Venezia in un ampio circuito di esposizioni, diffuso in tutto il territorio costiero europeo, atto a sensibilizzare le coscienze sul tema delle potenzialità culturali del Mediterraneo.
1. La riqualificazione del sito indicato, si è mossa secondo il principio di conservazione degli antichi spazi nella loro originaria essenza monumentale, materica e strutturale, spogliati dunque dalle superfetazioni che, nel corso della storia, ne hanno occultato il valore.
2. Tale operazione è stata seguita da una messa in sicurezza degli elementi architettonici strutturalmente compromessi dall’effetto logorante del tempo.
3. Il progetto d’interni si sviluppa a partire da un asse di servizi che taglia trasversalmente tutte le Tese collegandole sotto un unico forte segno progettuale e logico.
Il principio formale che sottende tutto il progetto architettonico è infatti la matrice ortogonale degli assi cardinali (asse Ovest-Est, asse Nord-Sud), quale punto di riferimento di tutte le antiche rotte navali che hanno “tessuto” il Mediterraneo nel corso dei secoli come “rete” di scambi economici, culturali e umani. L’allestimento si organizza come percorso che si dipana lungo sei “rotte tematiche” che permettono di leggere la complessa storia del Mar Mediterraneo a partire da una molteplicità di punti di vista interpretativi e visivi: - la rotta dei miti e dei simboli - la rotta degli scambi - la rotta spirituale - la rotta dei popoli - la rotta del contagio - la rotta virtuale Il Mediterraneo è rappresentato come una “tessitura” di rotte che si intrecciano idealmente disegnando una “rete” di percorsi e contenuti. Si propone questa immagine metaforica nell’allestimento del museo (intreccio reticolare di sei percorsi tematici), così da stabilire un parallelismo tra “contenuto teorico” da esporre e “strumento” espositivo. Le rotte sono dette meta-culturali perché danno conto al visitatore di contenuti culturali, conducendolo però anche attraverso e al di là di essi.
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