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Villa La Saracena | Luigi Moretti

Villa La Saracena (Santa Marinella) | Luigi Moretti | 1955 - 57
Reportage fotografico de La Saracena progettata dall’architetto Luigi Moretti a Santa Marinella (RM).
Tutt’oggi la villa, seppur documentata in stato di abbandono (le foto sono state scattate nel Marzo 2017), è oggetto di  restauro architettonico.
La Saracena viene commissionata a Luigi Moretti da Francesco Malgieri, giornalista del Corriere della Sera, per la figlia Luciana Pignatelli d'Aragona Cortez. E' annessa al cosiddetto trittico incompiuto di Santa Marinella, comprendente le ville Califfa e Moresca. Il lavori iniziarono nel 1956 e si conclusero nel Dicembre del 1957.
La villa è guidata nella sua estensione in lunghezza dalla conformazione del lotto, che le conferisce l'assialità principale: da una parte chiusa sulla strada, dall'altra aperta verso il mare, tesa verso la ricerca di un contatto visivo con il paesaggio mediterraneo.
La sequenza di spazialità dinamica si sviluppa in pianta seguendo il ritmo scandito dalla galleria centrale, asse di simmetria distributivo. Alla galleria si accede dalla strada, attraverso un ingresso stretto che si apre in un patio ellittico, il "vestibolo" della villa in cui si percepisce l'intera composizione e l'espressività plastica dell'architettura.
Una volta entrati all'interno della casa, a sinistra della galleria si sviluppa la zona notte, articolata su due livelli; a destra invece si distribuisce la zona giorno ed i servizi. Centralmente invece la galleria da una parte suggerisce l'ingresso al giardino esterno e dall'altra conduce alla grande sala finale, in un percorso accompagnato dalla sottile membrana di infissi modulari e da uno spazio circolare che si immette nella strombata linearità della galleria stessa. Dietro di essa, si nasconde uno spazio aperto intimo e riservato, su cui affacciano i servizi.
La struttura della forma esplicita gli studi del tempo di Luigi Moretti, caratterizzati dalla ricerca continua sul meccanismo umano e sull'espressività delle composizioni michelangiolesche e borrominiane.
Nella casa si leggono le qualità emotive delle murature come tali: esse hanno un peso, un disegno rastremato col diminuire dei carichi, come forza di sostegno e di spartizione degli spazi. La compattezza delle superficie piene della Saracena, accuratamente perseguita in un'esecuzione tesa ad evitare ogni segno di ripresa dell'intonaco -preceduta da varie prove con cretoni di varia granulometria- si riconduce alla volontà di fare un edificio tutto di un pezzo. La materia si addensa nel lato del patio per "contrastare la pressione del mondo esterno" e si dilata quasi a scomparire verso il mare, dove può spingersi idealmente verso l'infinito.
La forma è perciò essa stessa struttura, lo spazio è la conquista contro l'opposizione del mondo.
La discesa a mare rivela un ulteriore spazio, quello naturale del grottone, che assumeva interesse grazie al plastico e dinamico cancello disegnato e realizzato dall'artista americana Claire Falkenstein, oramai compromesso dal tempo.


Un ringraziamento all‘ Arch. Paolo Verdeschi ed agli amici Ing. Francesco Alessandrelli e Ing. Katherina Pazienza. 

Testo e foto di Emiliano e Lorenzo Zandri
Villa La Saracena | Luigi Moretti
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Villa La Saracena | Luigi Moretti

Photographic reportage on Italian modern villa

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