E’ difficile stabilire cosa sia l’identita’ di una persona: vi sono vari aspetti che la compongono, siano essi culturali, personali, tradizionali o meramente burocratici, come, ad esempio, l’identita’ che ci viene consegnata, letteralmente, dallo Stato. Per quanto essa ci definisca come individuo e’ anche il mezzo attraverso il quale ci riconosciamo in una collettivita’. Ma queste macro-categorie di nazione e cultura che costituiscono parte delle nostre identita’ possono essere riconfigurate, ricalibrate o addirittura espulse. In questo caso la nostra identita’, o la nostra percezione di essa, cambia radicalmente. Per esempio l’identita’ di “straniero” e’ un’identita’ acquisita attraverso lo scarto tra un luogo d’origine e un luogo di residenza. Questo concetto e’ di particolare importanza nella ricerca visiva dell’opera di Andisheh Bagherzadeh. L’artista, infatti, sostiene che la categoria identitaria di “straniero” nonostante sia percepita come una vera e propria nazionalita’, rappresenti, di fatto, l’identita’ nazionale di un po- polo senza terra. In questa serie troviamo 99 sculture posizionate come se provassero ad attraversare la parete: sono senza volto, anonime e unanime nella loro ragione d’essere; sono nella stessa omogeneita’ degli intenti che contraddistingue il mondo militare oppure alcune manifestazioni patriottiche. Questo insieme di opere cerca di rappresentare, quindi, uno status fra due mondi, il loro continuo manifestarsi e nascondersi, affine a quello dello “straniero”.