Questa Sera, 1982
La scena bianca: la tabula rasa operata da Pirandello nella storia degli allestimenti teatrali fa immaginare uno spazio atemporale in cui si muovono gli attori che ricreano gli ambienti con le loro azioni e l’epoca con i loro costumi; lo spazio è illuminato prevalentemente dall’alto per il massimo risalto delle figure e della plasticità della scena.

Il coinvolgimento scenografico della platea.

L’eliminazione del sipario e la manifestazione del cantiere scenografico ed attorale.

Gli elementi architettonici essenziali, modulari, strutture geometriche con le quali si realizza la costruzione palese dei vari quadri:
la pedana, archetipo (fin dal teatro greco) del palcoscenico, è il simbolo del teatro nel teatro; essa, nel momento cruciale della costruzione autonoma della scena, diventa il muro che definisce lo spazio chiuso del finale;
la porta/finestra, per la definizione essenziale di esterno/interno; la finestra, nella scena finale, si trasforma, grazie all’azione della protagonista, in un ideale boccascena;
gli arredi, “... ma solo quel poco di cui non si può fare a meno ...” per creare un ambiente o evidenziare un’assenza.




Arlecchino, 1982
Una tenda come sfondo a una piattaforma nuda: questo il Teatro delle compagnie girovaghe della Commedia dell’Arte.

Una scena simbolica, non illusionistica che, oltre a definire lo spazio dell’azione teatrale (la pedana), suggerisce (con il fondale) una localizzazione che si configura nell’immaginazione degli spettatori coinvolti nell’evento teatrale.

Una sintesi così perfetta deve essere ripresa come tale e solo stilizzata.

L’impianto scenico, unitariamente bianco, è costituito da una piattaforma quadrata e da un fondale (non dipinto, ma in bassorilievo).

Il fondale, formato da pannelli girevoli, produce due varianti di localizzazione scenica (una faccia rappresenta la sintesi di una facciata, l’altra una parete interna): l’azione può così essere immaginata in uno spazio esterno o in uno spazio interno.

La collocazione dell’impianto scenico nel grande palcoscenico all’italiana (che diventa il cantiere al contorno del luogo della finzione) è, ancora una volta, teatro nel teatro.




Il Carro di Ilse, 1983
Pirandello, nei Giganti della Montagna, immagina che Ilse, la contessa, sia a capo di una compagnia teatrale che gira il mondo rappresentando la Favola del Figlio Cambiato.
Come impianto scenico, ho disegnato quello che dovrebbe essere il Carro di Ilse: una macchina girevole che riunisce i quattro quadri della Favola.

La macchina scenica cubica, isolata al centro del palcoscenico, è configurata, quindi, dall’integrazione di quattro fondali prospettici.




Conte di Carmagnola, 1984
L’impianto scenico realizzato in Ponteggi Dalmine ripreso per la trasmissione di RAI 3.




Inferno, 1987




Mémoires, 1993



Scenografia
Published: