Dall’in uenza delle avanguardie dei primi anni del Nove- cento prende forma “Hang”, il progetto del quarto labo- ratorio di progettazione di accessori seguito dal docente Silvano Arnoldo.
Da un video proposto a lezione sono rimasto impressio- nato ed incantato dai movimenti ossessivi e ripetuti di un trapezista in formato “cartoon” che faceva ruotare il suo corpo attorno all’asse del trapezio.
E’ stato il punto di partenza del mio progetto.
Dopo qualche ricerca, ho scoperto trattarsi di un partico- lare strumento chiamato “Zoopraxixscopio”, il cui creatore, Eadweard Muybridge (1830-1904), viene considerato oggi anticipatore del cinema moderno e al quale tanti associano la famosa sequenza del “Cavallo da corsa” del 1878 realizzato per il governatore della California Leland Stanford:
“...cercò di trovare una risposta alla tanto dibattuta questione se le quattro zampe di un cavallo in corsa si staccavano contempo- raneamente dal suolo mentre erano in movimento.”
A questo interrogativo rispose , appunto, Muybridge, abile fotografo che posizionò una serie di macchine fotogra che lungo il tracciato per catturare la sequenza della corsa del cavallo.
Ogni singolo fotogramma veniva scattato nell’istante in cui il cavallo superava un sensore elettronico in moda tale da averne una sequenza perfetta.
Successivamente le immagini furono poi trasferite su un disco di vetro e proiettare in veloce successione su uno Zoopraxiscopio.
Dopo questo primo esperimento, Muybridge sperimentò anche con altri animali e oggetti, tra i quali il simpatico trapezista che mi ha ispirato.
Mi si é proposto quindi di indagare su un altro mondo caratterizzato dal movimento che mi ha da subito attratto e ha posto la mia attenzione sul movimento rotatorio del personaggio sul suo asse orizzontale oltre che sul tema dello “stare in sospensione”.
Da qui ho iniziato ad indagare sul mondo circense cattu- rando una serie di dettagli, ganci ed attacchi che poi ho utilizzato nella progettazzione del mio lavoro, successiva- mente ho selezionato una serie di riferimenti che riconducessero al tema centrale caratterizzante questa capsule composta da due zaini e una tracolla dai volumi ampi, pratici e funzionali.
L’esigenza era quindi quella non solo di creare oggetti contenitori, le borse appunto, ma sopratutto oggetti che restassero appesi ed in sospensione in relazione al un corpo che li sorregge. 
Hang
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