luca donzelli's profile

MELCHIORRE BEGA_elaborato sull'architetto milanese

LO STILE DI BEGA
opere, progetti, idee di un protagonista del professionismi milanese 
(estratto del testo originale, chi fosse interessato al testo completo non esiti a contattarmi
è vietata la riproduzione non autorizzata di qualsiasi elemento)

ACQUISTO LIBRO http://www.arpeggiolibero.com/lista-categorie/hybrida/lo-stile-di-bega.html
link PDF immagini clicca qui
LA CULTURA DEL <<FARE ARCHITETTURA>>

L’elaborazione di questo testo si basa sulle registrazioni effettuate durante i dieci incontri, con l’architetto Vittorio Bega e un incontro con l’architetto Cesare Seregni, collaboratore fino al 2003 dello studio Bega Associati, presso lo studio milanese, in Via Benedetto Marcello 20.
Bega fu un architetto che produsse moltissimo e diede molto alla città di Milano. Questo lavoro non vuole soffermarsi ad analizzare solo la biografia progettuale ma, attraverso alcuni progetti, mira a far emergere le qualità umane e professionali dell’architetto, la sua continua ricerca dell’essenziale e della semplicità che caratterizza tutta la produzione del Maestro. Pertanto il volume è composto da tre nuclei principali: la formazione, le opere di maggior rilievo e quelle non realizzate. Si è voluto indagare nel passato e riportare alla luce la persona di Bega come architetto, designer, artista, direttore di “Domus”. Non è stata trascurata la persona, seria, intelligente, sensibile, umana e religiosa; un professionista ammirato da tutti sia nella vita lavorativa, sia in quella privata.
Lo spiccato ingegno del Maestro portò la critica a definirlo un audace innovatore. Non si tratta solamente di innovazioni tecnologiche, riscontrabili nei suoi edifici, bensì innovazioni insite nel suo DNA. Tutto iniziò come uno “scandalo” (Raffaello Giolli, L’o- pera di Melchiorre Bega, Casabella, 119, novembre 1937) quando, nel 1937, uscì il volume di “Domus” dove pubblicarono i modernissimi interni di Bega, nei quali portò il Novecento, in tutta la sua accezione artistica, rifiutando il decò. Continuò la sperimentazione nella ditta di famiglia escogitando un sistema produttivo per scale elicoidali autoportanti in compensato che utilizzò in numerosi bar e negozi, in particolare nella pasticceria Motta Duomo nel 1933. L’inventiva e l’amore per l’architettura portarono alla creazione del primo bar europeo in cui si potesse bere il caffè in piedi: il Bar Viscardi di Bologna del 1937. La svolta estetica si concretizza nella realizzazione del grattacielo Galfa, uno dei simboli per eccellenza della città di Milano in cui utilizza le tecnologie più moderne, al limite dell’innovazione: la struttura portante in C.A., firmata da Danusso, costituita da sei piloni-quinta perpendicolari alle facciate, i fan coils disegnati appositamente per l’occasione, e giungendo, per la pri- ma volta in Italia, all’impiego delle facciate continue sperimentate in quegli anni negli Stati Uniti e successivamente impiegate per il grattacielo SIP e gli uffici STIPEL. Con il Galfa si può affermare che l’esperienza l’ha portato ad una vera e propria evoluzione, ad un rapporto sempre più diretto e intenso con i vari materiali da costruzione, in particolar modo l’acciaio. << Io ho sempre sognato di costruire in acciaio - testimonia Bega -, perché per me l’acciaio ha un potere emozionale profondo, soprattutto per la bellezza e la semplicità delle relazioni e delle forme che suggerisce, tali da costruire un legame immediato tra la sfera intellettuale e quella fisica (...) A questo materiale base hanno attinto alcuni tra i più grandi architetti del nostro tempo, soprattutto in quei Paesi, come gli Stati Uniti per esempio, dove si poteva contare su una adeguata produzione industriale e su un’esperienza collaudata per quanto riguardava la fascia delle molteplici risposte al tipo di prestazioni richieste all’acciaio (...) L’acciaio, in queste condizioni architettoniche, può avere una parte rilevante, sia per il ruolo che gli si può lasciare nel cemento armato, sia per quello che può sostenere come elemento di composizione di macrostrutture sempre più fantasiose e audaci (...) c’è velocità di realizzazione e, perciò possiamo recuperare maggiore spazio; inoltre, pulizia, semplicità e chiarezza si rispecchiamo alla fine nel confronto tra due realizzazioni di un identico tema, l’una in acciaio e l’altra con materiali che diciamo tradizionali e che vanno coperti con parecchie “pelli” prima di aver finito (...) >>. (Incontro con Melchiorre Bega, di Remo Pascucci, 1974)Bega si interessa anche al problema della pre- fabbricazione definendola <<una nuova filosofia di progettazione...per ottenere realizzazioni valide fun- zionali sul piano estetico ed economico>>. Si evince la capacità del grande architetto di essere estrema- mente attento ai costi di costruzione, senza però pe- nalizzare l’aspetto estetico e, dal profondo del suo lato umano, senza dimenticare mai le esigenze socia- li del popolo italiano reduce dalle devastazioni bel- liche, rispondendo alla richiesta di case, università, edifici pubblici con serietà professionale e profondo senso etico nella progettazione.
di seguito un'estratto di immagini contenute nell'elaborato originale e visibile in alta definizione al seguente link
MELCHIORRE BEGA_elaborato sull'architetto milanese
Published:

MELCHIORRE BEGA_elaborato sull'architetto milanese

Grazie alla collaborazione della famiglia Bega è stato possibile effettuare un'analisi a 360° sul grande maestro milanese. Oltre ad indagare sull Read More

Published: