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Martina Tragust - Lunghe Storie

"Lunghe storie" / "Martina Tragust"
Galleria Civica di Bolzano
Paolo Perini


Dai giornali:

In occasione dei 10 anni dell’Azienda Servizi Sociali di Bolzano un gruppo di studenti della Facoltàdi Design e Arti, guidati dal fotografo Paolo Riolzi e con la collaborazione di Federica GascaQueirazza, ha realizzato un progetto fotografico coinvolgendo i residenti di Villa Serena. Glistudenti hanno esplorato i loro ricordi, la loro memoria, ed i risultati ottenuti sono stati i piùsvariati.Silvia Bonuzzi ricompone il mondo degli anziani fotografando le mensole delle loro abitazioni: inquesto caso sono gli oggetti a tracciare le biografie.Luca Bresadola e Julia Fellner lavorano con i ritratti: il primo mette in scena la carta d’identità diun tempo passato. La seconda si confronta col problema della perdita della memoria, assegna unoggetto ad una persona riscrivendone di fatto la storia.Guido Fantuzzi, in un teatro, usa come personaggi i residenti di Villa Serena, mettendo in scena iloro sogni.Oleksiy Lapin, con una performance, è il fantasma che fa da contraltare tra la retorica oggettivadel documento storico e la soggettività dell’individuo che ha vissuto quel periodo.Maya Malina e Paolo Perini lavorano intorno al tema dell’album di famiglia: la prima, ricostruendol’intimità di una soffitta, invita lo spettatore a diventare attore frugando tra le scatole dei ricordi.Il secondo costruisce la fotografia di famiglia in compagnia di Martina, una signora senza figli néparenti, in modo da poterle regalare una memoria .Semen Lapin e Elisa Zambonin costruiscono un’interfaccia interattiva in cui gli utenti possonocreare il proprio “avatar-anziano”.La mostra, ospitata in Galleria Civica a Bolzano, verrà inaugurata giovedì 19 novembre alle ore18:30 alla presenza del Sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, del Dr. Reinhard Prossliner, Direttoredi Villa Serena, del Prof. Kuno Prey, Preside della Facoltà di Design e Arti e del curatore PaoloRiolzi. Gli studenti guideranno i presenti attraverso la mostra.Segue un rinfresco nel chiostro dei Domenicani preparato dai cuochi dell’Azienda Servizi Sanitaridi Bolzano.
Abstract:
L’album fotografico,come conservazione della memoria storica di ognuno di noi, è il punto inizialeda cui ho sviluppato il mio ragionamento. A prima vista e presi singolarmentequesti scatti si presentano come esempi pragmatici della classica fotografia difamiglia. Solo successivamente, e quindi con un’analisi che scivola a tutta laserie, si può intuire che c’è qualcosa di strano. L’elemento di disturbo èchiaramente la mia figura. La quale è sempre nella stessa posizione, a sinistradella foto, con lo sguardo rivolto a Martina, la protagonista di questeimmagini. La mia presenza rende quindi lo spettatore titubante, chidendosi sequesto album sia verità o fiction, se gli eventi raccontati dalle fotografiesono avvenuti realmente o se è tutta una montatura. Il mio il mio sguardo servepoi a dare risalto alla protagonista, la quale viene “controllata” quasi comese io stesso, nelle fotografie, diventassi il suo angelo custode.
Martina Tragust - Lunghe Storie
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