“Scegli chi essere” racconta di un padre, professionista di livello, che vive la solitudine della propria dipendenza sotto gli occhi della giovane figlia; la preoccupazione ed il riserbo nel compiere il rituale di consumo come un segreto, vengono sopraffatti dalla spasmodica necessità di drogarsi ed una scena di normale quotidianità viene spezzata, come potenzialmente il rapporto tra i due.

Una dicotomia interiore che viene espressa in una scelta ed in due percorsi di vita – da un lato la calma apparente della bambina, immersa nella sua giovane innocenza, dall’altra la frenesia incontrollabile della dipendenza del padre. Raffaele Petrigliano usa lo specchio come metafora dell’anima, divisa e confusa, che riflette sulla scena un deciso contrasto cromatico, violando le sfumature calde e rassicuranti della casa con dei toni acidi e sferzanti, in uno scontro tra lucidità e disperazione.