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ZEROWATT - Project finalist - Archistart Competition

L’industria e la città: questi sono gli elementi principali da considerare per ricomporre il tessuto urbano dell’area e restituire ai cittadini lo spazio occupato dall’impianto produttivo di Zerowatt, per lunghi anni il cuore pulsante di Nese e degli alzanesi. L’operazione risulta complessa ed articolata perché entra in gioco il fattore memoria, un elemento ulteriore che si palesa attraverso la fabbrica, questo ingombrante mostro di cemento che fagocitava operai, che è diventata con gli anni parte del paesaggio, tanto da integrarsi perfettamente nella mente dei cittadini, come fosse un giardino o un monumento ai caduti di qualche guerra lontana. E’ quindi necessario recuperare lo stato dei luoghi non solo per la fisicità degli edifici, ma anche e soprattutto come luoghi della memoria. Il primo obiettivo è quello di ricucire visivamente i due versanti della vallata in cui è adagiato l’edificio, che ora si presenta come una sequenza di elementi eterogenei per forma e copertura e non consente la permeabilità allo sguardo ed al passaggio. Per eseguire l’operazione è necessario uno studio approfondito della struttura per poter operare la demolizione delle porzioni secondarie e non dipendenti dalle principali, al fine di dare respiro all’intera area e consentire la fruizione completa dello spazio verde intorno ai corpi di fabbrica che compongono il progetto.  L’area si compone quindi di tre elementi principali che ospitano le funzioni espresse durante la consultazione collettiva dei cittadini. Il primo edificio, al centro, rappresenta lo snodo dell’intero complesso e ospita le botteghe artistiche ed artigiane strutturate come duplex, con il piano sovrastante destinato ad alloggio. All’interno dello stesso ambiente, quasi una promenade, è ospitata anche l’area ristoro collegata ai tavoli esterni. Il livello superiore è invece strutturato come un campo sportivo indoor “walls free”, suddividendo i due campi da squash dall’area generica attraverso divisori in vetro temperato. L’edificio a sud, è sede delle attività lavorative, culturali e musicali, dove sono stati collocati un teatro, una biblioteca con sale studio e uno spazio espositivo a collegamento dei precedenti. Al piano inferiore dello stesso fabbricato sono stati inseriti gli spazi destinati alle attività di co-working per le piccole imprese e per le associazioni cittadine. L’ultimo fabbricato è invece unitariamente destinato ad attività sportive e di svago, ospitando un zona skate con pools, box e rail, un piano strutturato ad ostacoli per battaglie di paintball e pareti in comunicazione fra interno ed esterno attrezzate per bouldering e arrampicata sportiva. La seconda sfida progettuale più importante è rappresentata dall’unione delle tre strutture, ottenuta tramite l’inserimento di una copertura che ha la duplice funzione di schermatura solare e di protezione e raccolta delle acque piovane. Attraverso questo sistema articolato in facce geometriche intersecanti si è voluta mantenere l’unitarietà dell’edificio, tenendo presente l’obiettivo della permeabilità e creando sotto di esse spazi di aggregazione all’aperto che si fondono con la aree verdi che circondano l’intero complesso.
 
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