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Nulla di Antico Sotto Il Sole

Nulla di antic0 sotto il sole
In una sua poesia J.L. Borges scrive “Non c’è nulla di antico sotto il sole” e continua “tutto accade per la prima volta”. Se nulla è antico allora, tutto è eterno nel protrarsi dell’epifania del reale. Questo è un racconto fotografico del paesaggio pugliese e della sua eloquenza silente e assolata. Un paesaggio costellato di antichi ruderi, masserie e torri d’avvistamento, monadi silenziose di microcosmi giroscopici, sentinelle ora a guardia di uno spazio diradato, rarefatto e tragico. Un pentagramma che scandisce geometrie dilatate, al limite dell’esperienza, alle quali sembra che anche gli abitanti debbano inconsapevolmente adeguarsi come per una inevitabile consonanza; gli spazi e le abitudini ne rimangono contagiati.
Luce è la prima parola della grammatica di questo lavoro. Spesso la luce di Agosto, dura, abbagliante e per questo drammatica: nelle architetture che ritrovano l’archetipo latente delle forme pure, nella natura che trova la morte dalla sua stessa fonte di energia e dell’uomo che sperimenta l’accecamento del sole; o la luce ottundente dell’inverno, lattiginosa e opprimente: irreale nella sua assenza di ombre e nella cancellazione dei chiaroscuri. Rispetto a quanto avviene di solito in fotografia, dove la luce riduce la realtà ad un insieme di brandelli gravidi di forma e significati riassemblati dalla personale architettura mentale del fotografo, ho voluto imprimere in queste foto la luce in sé. Come un gas, questa preme e occupa tutto lo spazio; dà al vuoto il peso del tempo.
Da questa esperienza sensibile comincia il mio viaggio mentale verso l’eterno, il necessario e il trascendente.

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