Domenica Maiorino's profile

Emigranti lucani in Svizzera, anni 60

Sono gli anni del grande esodo. Migliaia di lucani partono per il nuovo mondo assetati di fortuna. È l’emigrazione del dopoguerra, ci si stipa nei carri bestiame e nelle navi merci come animali. Non si chiamano ancora migranti, ma le insidie di questi viaggi sono le stesse. È l’inizio di uno spopolamento delle zone rurali del meridione che non ha mai avuto fine. Eppure di chi sono questi occhi pieni di speranza e impazienti di scoprire una nuova esistenza? Sono degli avi di chi, poi, per altre ragioni e per altri sentieri, si troverà di nuovo a lasciare quei borghi natii. È in “quei giorni della memoria” che possiamo trovare gli stessi sentimenti di un popolo che non ha mai smesso di emigrare. Memoria che ora leggiamo in vecchie fotografie dal formato indefinito, che profumano di vita e sacrifici. Le foto da me selezionate appartengono all’archivio del Signor Vincenzo Lacerra, (classe 1941) partito da Abriola, un paesino sul cocuzzolo delle montagne della Basilicata, ed emigrato in Svizzera negli anni 60. In queste vecchie fotografie si sente tutto l’inarrestabile bisogno mai appagato di sentirsi a casa anche in terre “straniere”. Una nostalgia che li ha riportati, dopo decenni, a tornare in quei natii, dove si è condiviso l’inverno ed altre stagioni dell’anima che non possono essere dimenticate. E così nelle strade, nelle finestre, sui tetti, sui marciapiedi e sulle montagne svizzere, i protagonisti di questo racconto “incontrano” Abriola e quasi in una allegoria metafisica rivivono nel ricordo della propria Terra.
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