Briatico 2015
 
Fotografie di Giacomo De Caro
Introduzione di Emanuele Marzano
Vi era, in un tempo non lontano da questo, un giovane preso dalle sue occupazioni borghesi. Ogni giorno si infilava il vestito, timbrava il biglietto e così affrontava la metropoli.
Si accorse però che l’emicrania lo ingobbiva e le sue occhiaie erano sempre più profonde. Aveva bisogno di una vacanza.
Sfogliò a memoria i luoghi del suo passato, gli apparve un ricordo di mare e ombrelloni dai contorni sfumati dal tempo. Percorse tutto l’Appennino, fin dove degradando in rilievi bitorzoluti, si tuffa nel Mediterraneo. Era a Briatico, ridente paesino della Calabria.
Non trovò però ciò che aspettava.
Era novembre non più l’estate. Niente ombrelloni e gente abbronzata ma un cielo grigio e un vento umido che penetrava le membra. Lunghi silenzi rotti dal fragore delle onde sulla scogliera.
Attraversò il lungomare non trovando altro che sterpi, sembrava un posto dimenticato da anni.
Arrivò alla marina. Un unico pescatore sedeva con le braccia conserte a guardia di una baracca cadente. Aveva la faccia bruna marchiata dal sole. Capitano di un vascello mangiato dai tarli.
Il giovane lo interrogò.
 -     Come mai non c’è nessuno?
 -      E chi vuoi che ci sia, siamo in novembre. Alla fine della Stagione si piegano i ricordi in valigia e tutti tornano alle loro città. Qui restano solo i vecchi.
 -      E chi resta che fa?
 -      Io vado a pescare, qualcuno lavora la terra. Si va a messa la domenica.
Il solito credo rude, intriso di superstizione, che forgia l’animo degli individui dalle poche letture.
 -      Ma qui la 'ndrangheta esiste?
 -      Esiste per chi la vuole vedere. Gli altri girano lo sguardo fissando lo Stromboli inghiottire il sole
 -      E tu qui cosa aspetti?
 -      Cosa aspetto? Aspetto che torni l’estate.   
 
 
 
©2015 Giacomo De Caro
Briatico 2015
Published:

Briatico 2015

Colpi di pistola riecheggiano fino ad essere assorbiti dal rumore del mare, le storie mai raccontate diventano silenzi assordanti.

Published: