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Maple Street. Videoclip for "Blinding Lights"

La grande rivoluzione che lo Studio Hipgnosis portò nella produzione musicale, si basò su un decentramento dell’immagine da vendere al pubblico: non mettevano in bella mostra i membri della band, ma il loro messaggio e la loro musica.
La copertina divenne parte integrante dei brani presenti nell’album, primo punto di contatto con il compratore. Gli artisti, secondo Thorgerson e soci, non avevano bisogno di mostrarsi anche sulle cover, erano già presenti ai concerti, sulle pubblicità e in numerosi eventi, ma avevano bisogno di qualcosa che li rappresentasse più profondamente.
Io credo che questo concetto sia applicabile anche nel mondo dei video musicali; ovvero che sia più efficace raccontare una storia, che vada ad integrare il brano musicale, piuttosto che filmare il gruppo che finge di suonare dal vivo, come venne fatto spesso soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Per questo, per il video dei Maple Street, ho deciso di sfruttare i forti temi metaforici del singolo “Blinding Lights” per dare vita ad un video narrativo, che rafforzi e arricchisca il messaggio del brano.
“Blinding Lights” è fortemente legato al mito della caverna di Platone, dove le persone incatenate nell’oscurità non vedono altro che le confuse ombre del mondo esterno. La canzone prende questo concetto e lo adatta al mondo moderno, dove la coscienza della gente è costruita su informazioni frammentate e incerte, troppo spesso prese per certezze, creando false realtà. Quando uno dei prigionieri riesce a liberarsi e vedere la verità, proprio come nel mito, non viene creduto e viene anzi schernito.
Molti film hanno preso spunto da questa storia, soprattutto per il concetto di limite della realtà conosciuta e controllo dei media. Ad esempio: The Truman Show, The Island o Matrix.
L'IDEA
 
Anche il video del brano dovrà quindi legarsi ad una simile tematica, facendo da cassa di risonanza per il testo della canzone. Per questo motivo ho scritto una storia con protagonista una ragazza che agisce istintivamente, senza conoscere la motivazione che spinge le proprie azioni. Anche noi, come spettatori, siamo tenuti all’oscuro dei dettagli, e solo col procedere del video capiremo che questa ragazza è una sorta di cacciatrice di taglie, alla ricerca della sua vittima.
Il percorso che deve seguire parte da un vecchio televisore anni Settanta, attraversa un bosco e si conclude in una vecchia centrale idroelettrica abbandonata, dove trova la preda. Ha il viso nascosto dai vestiti e si sta dondolando su un’enorme altalena. Dopo un estenuante inseguimento la trova morta in fondo a delle scale, ma scopre che sotto quelle vesti, si cela lei stessa. Lo schermo mostra quindi un segnale di disturbo e ci si ritrova alla scena iniziale.
La storia si sviluppa in due diversi ambienti: un bosco e la centrale. Questo alimenta il tema del rapporto uomo/natura, uno dei focus principali dell’intero album, specchio di un’umanità che, pur nella continua ricerca di nuove tecnologie, non può trovare felicità più grande di quella donatagli dalla madre Terra. Sono inoltre ambientazioni atemporali, che vanno a collocare l’intera narrazione in un luogo senza tempo, enfatizzando il ciclo senza fine della storia, che in fondo rappresenta il ciclo della vita (ricollegandoci alla natura). Un ulteriore tema che va ad arricchire la narrazione è quello del doppio. Quando la protagonista vede l’altra ragazza morta, assiste alla sua stessa fine; questo simboleggia la condizione dell’uomo nella società, dove è costretto a cacciare o essere cacciato, a sovrastare i propri simili, persino se stesso, per sopravvivere.
Oltre alla protagonista compare un altro elemento di grande importanza, il vecchio televisore anni Settanta; è un chiaro riferimento agli anni in cui nacquero il pop e il rock, ma anche al passaggio dalla musica ascoltata a quella “guardata”. La TV compare anche sulla copertina dell’album, e sarà presente anche nei futuri video della band, diventando elemento di legame per l’intera produzione artistica.
Stilisticamente il video si rifà vagamente a mondi post-apocalittici e universi distopici, senza però esagerare in dettagli che finirebbero per ancorare la narrazione ad una realtà particolare, facendo venir meno la volontà di rappresentare una storia fuori dal tempo, eterna.
Se volessimo trovare delle fonti d’ispirazione potremmo prendere film come “Mad Max”, “The Road” e “Io Sono Leggenda”, oppure videogame come “Rage”, “Fallout” e “The Last of Us”. Tutti raccontano storie di civiltà sopravvissute a terribili cataclismi, dove l’umanità è costretta a lottare per vivere, mostrandoci come l’uomo sia disposto a sacrificare la propria umanità per la propria sopravvivenza. L’ambiente è decadente, appartiene ad una realtà ormai estinta, mentre i protagonisti sono vestiti ed equipaggiati al meglio per sopravvivere ad un mondo impervio.
Questo stile, opportunamente alleggerito, si sposa bene anche con il brano, che si snoda tra note malinconiche per concludere in un finale rabbioso e distorto, seguendo un percorso analogo a quello della protagonista del video: dalla pace alla lotta, dalla natura all’uomo.
IL CONCEPT
 
Un vecchio televisore emette un ronzio sempre più penetrante. Quando il rumore inizia a farsi insopportabile si spegne, improvvisamente. La TV è poggiata ad un albero, in un prato spazioso al limitare di un bosco; è un ambiente verde, rigoglioso, ed è piena estate.
Una ragazza di circa vent’anni, di media statura, sta attraversando con passo sicuro la radura. Ha un abbigliamento comodo, adatto ad ambienti impervi e lunghi viaggi, e uno sguardo deciso e pronto a tutto. Arrivata nel bosco, immersa nella vegetazione, rallenta il passo, chiude gli occhi e sfiora la corteccia di un albero. La sua mano scorre lentamente sul tronco rugoso, ma inspiegabilmente questo gesto fa affiorare sopiti ricordi e le sue dita le sembrano scorrere su un muro dalla vernice screpolata. La ragazza ritrae la mano velocemente, spaventata, si immobilizza. Poi scuote la testa, con sguardo confuso, e riparte cercando di dimenticare la strana sensazione.
Nel frattempo, all’interno di uno stabile vuoto, un’altra ragazza ha appena finito di costruire un’enorme altalena, legandola al soffitto. Anche lei ha circa vent’anni, la stessa corporatura, ma i suoi vestiti la coprono quasi completamente, mostrando di rado piccoli dettagli del viso. Si trova in una vecchia centrale idroelettrica, abbandonata da tempo; non esiste stanza o pertugio che non mostri il terribile stato di degrado del posto, la polvere che si alza dal pavimento e i muri sembrano pronti a cadere in frantumi. La grande stanza centrale ha però un grande fascino: un’enorme sala vuota, con il pavimento equamente diviso tra erbacce e cocci, e monumentali finestre che permettono alla luce di illuminarne l’immensità, portando con se i colori del mondo esterno, il verde del bosco.
La ragazza partita dalla vecchia TV si sta dirigendo proprio verso questo edificio. Non appena lo vede in lontananza si ferma e cerca qualcosa nelle tasche: è una vecchia foto, rovinata dal tempo, della centrale; la confronta con lo stabile che ha di fronte, per essere certa di avere raggiunto la destinazione. Si avvicina all’edificio e vi gira intorno, alla ricerca di un’entrata. Trova una finestra rotta ed entra nella centrale. Inizia a muoversi furtivamente, consapevole della presenza di un’altra persona, cercando di non emettere il minimo rumore. Raggiungendo il salone nota l’altra ragazza che dondola sull’altalena. Ha la bocca scoperta, tesa in un sorriso forzato. L’altalena rallenta e lei scende.
Non appena tocca terra, la ragazza del bosco si precipita con fare minaccioso verso di lei; ha gli occhi carichi di rabbia. La misteriosa persona scesa dall’altalena fugge più veloce che può dalla sala centrale. Corre attraverso gli stretti e decadenti corridoi dello stabile, guardando saltuariamente alle sue spalle.
L’inseguitrice perde di vista l’altra ragazza e la ritrova morta in fondo a delle scale, presumibilmente è caduta. Si avvicina quindi cautamente e le toglie la maschera, trovandosi di fronte al suo stesso volto; poi si alza, indossa la maschera e si dirige verso l’altalena.
Così la cacciatrice diventa preda, e tutto riparte.
Maple Street. Videoclip for "Blinding Lights"
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Maple Street. Videoclip for "Blinding Lights"

Realizzazione del videoclip per il brano "Blinding Lights" dei Maple Street. Ho personalmente lavorato alla pre-produzione, al montaggio e alla p Read More

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