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Libro "Sia benedéte le ricamadòre"

La tradizione orale nasce dal desiderio ancestrale dei popoli di conservare la memoria storica dei progenitori per le nuove generazioni.
In questa ottica, nel desiderio cioè di colmare le curiosità dei giovani sulle abitudini e sulla vita dei propri cari che li hanno preceduti, si creano dei racconti affascinanti e pieni di amore che ripercorrono le gesta dei nonni e bisnonni per la gioia dei nipoti.
A loro volta questi ragazzi, divenuti adulti, ai propri figli, pieni delle loro stesse curiosità, ripropongono racconti e canti ricevuti dai genitori, magari rielaborando ed aggiungendo altri episodi che hanno visto ed udito accadere o nuovi particolari sentiti raccontare nella comunità familiare.
E così accade anche per la generazione successiva, ogni volta si racconta quanto ascoltato e si aggiunge del proprio con dovizia di particolari sempre più carichi di affetto e colore. 
Ad ogni generazione quindi, la storia della famiglia aumenta, al punto che anche i più giovani sono in grado di raccontare nomi ed eventi importanti di decine di generazioni a loro precedenti.
L’insieme di queste conoscenze, trasmesse a voce dagli anziani ai giovani, di generazione in generazione, prende la definizione di tradizione orale, che significa “conoscenza tramandata per bocca”.
L’uso comune insegna che le tradizioni si tramandano “ di padre in figlio “, anche se la storia ci dimostra che non sempre è avvenuto letteralmente così. A volte sono stati i nonni ad insegnare ai nipoti le tradizioni della famiglia. Altre volte ci si affidava a persone stimate per la loro sapienza, i quali si assumevano il compito di insegnare tutte le proprie conoscenze ad un gruppo di discepoli “eletti” che ovviamente potevano non essere tutti della loro cerchia famigliare. 
A questo punto, nelle mani di questi uomini stimati e saggi, la tradizione orale non ha più consegnato solo le gesta di una famiglia specifica, ma anche tutte le conoscenze le più svariate accumulatesi negli anni.
Ogni volta si inventava una canzone, un ballo, un racconto, ma anche una nuova tecnica migliorativa per un determinato lavoro , la tradizione orale ne faceva parte a tutti i membri di un villaggio, così se la novità musicale o lavorativa incontrava il favore di quel primo gruppo di uomini, la musica o la tecnica si poteva far circolare di villaggio in villaggio di bocca in bocca. Ed ecco la vera forza della “tradizione orale”.
In questo contesto in cui si stringe un più forte legame tra parola e musica, tra cultura contadina ed arte musicale, nascono diverse forme di diffusione della tradizione orale attraverso più o meno popolari generi musicali. E proprio tra questi nuovi generi musicali si trovano le Villotte, la Friulana, la Mantovana e la Veneziana.
La presente pubblicazione fissa il proprio “focus” proprio nella stesura in notazione musicale convenzionale delle più popolari Villotte veneziane, attraverso un capillare lavoro di recupero delle fonti documentali giunte all’autore per mezzo di una delle rare “portatrici” di villotte veneziane.
Questo materiale fissato su carta non solo ha l’infinito pregio di offrire stimoli per ulteriori riflessioni, ma ci dimostra il potere carismatico della figura della donna nella storia popolare.
Con il semplice ma suggestivo apporto di brevi melodie associate ai testi, vediamo riprodotte scene di vita quotidiana dove si riconosce alla donna la capacità di fare da catalizzatore ad ogni evento della vita.
L’uomo è la figura di fondo che con il suo lavoro contribuisce al “ben vivere” della famiglia, ma ogni altro aspetto non secondario della vita è affidato alla donna. Lei è la depositaria degli affetti, colei che attende ad ogni necessità materiale e non della famiglia, colei che riempie di operosa attività la casa. La donna, figura fragile ed innamorata, ma sempre pronta a difendere tutto e tutti con la forza romantica dell’amore e della dedizione.
E sembra doveroso notare anche che, proprio per riportare alla luce questa concezione della figura femminile densa di connotazioni positive, è stato necessario affidarsi alla voce ed ai ricordi di una donna contemporanea, quella “portatrice” senza la quale ora non avremmo potuto bearci delle immagini musicali ora semplici ora più articolate che troviamo nel nostro Libello.
Insomma, alla fine di questa lettura piacevole e leggera non resta che ringraziare le donne passate, presenti e future per tramandare sempre le più positive connotazioni in ogni era storica.
 
 
Monica Finco
Libro "Sia benedéte le ricamadòre"
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Libro "Sia benedéte le ricamadòre"

Progettazione della copertina per il libro "Sia benedéte le ricamadore. Vilote e altri canti veneziani" edito a cura dell'associazione Coro Marmo Read More

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