TAVOLA 1 | Cronaca di una scoperta.
Nel 1998, nell'area della stazione di Pisa-San Rossore, durante i lavori di scavo per la realizzazione delle fondazioni di un nuovo centro direzionale delle Ferrovie dello Stato, sono state riportate in luce numerose navi romane, molte delle quali in ottimo stato di conservazione e comprensive del loro carico. Tale scoperta, avvenuta a poco più di 500 metri in linea d'area dalla Piazza del Duomo, ha evidenziato come in quest'area più prossima alla città doveva trovarsi una cala urbana della Pisa etrusca e romana. La sua collocazione pone questo approdo direttamente in rapporto con l'insediamento urbano fin dai primi momenti della sua esistenza. Infatti, l'attuale fisionomia che ha caratterizzato Pisa a partire dall'Alto Medioevo, risulta notevolmente diversa da quella antica: la città sviluppava le proprie forme insediative solo nel settore a Nord del ramo più settentrionale del sistema deltizio dell'Arno, al centro di un sistema endolagunare, situato a poco più di tre chilometri e mezzo dal mare e caratterizzato dalla presenza dei meandri di un altro fiume, l'Auser, ora scomparso, che proprio nell'area dell'insediamento si divideva in due, con un ramo che confluiva in Arno nella zona della Terzana di età medioevale, e l'altro che scorrendo quasi parallelo all'Arno, dopo aver formato un'ampia curva, sfociava in mare. Diverticoli minori e canalizzazioni artificiali, caratterizzavano l'area dell'insediamento in un paesaggio che può ricordare, con le dovute differenze, il caso di venezia e le foci del Malamocco.
Lo scavo archeologico di Pisa-San Rossore
Recupero delle imbarcazioni presso il sito archeologico
Recentissime analisi di immagini termografiche registrate in notturna da piattaforma aerea, hanno permesso di individuare nell'area dell'attuale centro urbano di Pisa una fitta rete di alvei fossili sepolti, in gran parte da riferirsi ad epoche precedenti l'età storica, ed hanno consentito di riconoscere approssimativamente il tracciato del corso terminale dell'Auser, il quale prima di sfociare in mare, formava una vasta area lacustre nella zona della stazione ferroviaria di Pisa-San Rossore, dove appunto doveva trovarsi il portourbano della città etrusca e romana. Quì, piene eccezionali dell'Arno, in concomitanza con azioni umane quali massiccio disboscamento dell'area, hanno causato periodici eventi alluvionali, che hanno riversato nell'area grandi quantità di acqua e sedimenti sabbiosi, travolgendo quindi le navi e i loro carichi, che sono stati trasportati dalle correnti e poi depositati sul fondale. Così, nel corso di almeno nove secoli, questi ripetuti eventi alluvionali, hanno spostao progressivamente il corso dell'Auser sempre più a nord, fino alla sua completa separazione dall'Arno e alla riduzione della funzione commerciale dovuta alla riduzione della sua portata; ma soprattutto hanno portato all'accumulo di una complessa stratigrafia in cui le navi e i loro carichi hanno potuto conservarsi giungendo fino a noi.
TAVOLA 2 | Il museo e la città.
Nella straordinaria e complessa vicenda delle Navi Antiche di Pisa, una delle caratteristiche più evidenti e significative è rappresentata dalla immediata consapevolezza, da parte di tutti coloro che vi furono coinvolti, della necessità di legare tra loro tre aspetti fondamentali; il recupero dei relitti e dei loro carichi e la possibilità di condurre una ricerca scientifica sul campo; la conservazione dei manufatti tornati in luce (soprattutto se di natura organica) in attesa del loro restauro; e infine la sistemazione di essi a servizio del pubblico. La scelta operata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in pieno accordo con il Ministero, di allestire il Laboratorio di Restauro del Legno Bagnato a pochi passi dallo scavo, ha permesso di dar vita ad un primo percorso di visita che ha fornito risposte concrete alle esigenze di informazione e di coinvolgimento manifestate dalla cittadinanza pisana e non solo. Lo stesso Centro, nell'espletare le sue funzioni inerenti i rinvenimenti del cantiere, è diventata una palestra per la formazione di giovani specialisti, anche mediante l'istituzione di corsi e seminari.
Arsenali Medicei - Prospetto sul Lungarno
Arsenali Medicei - Interno
Arsenali Medicei - Interno
In previsione della restituzione del terreno attualmente occupato dal cantiere di scavo alle Ferrovie dello Stato, è stato necessario pensare ad una futura sistemazione definitiva dei relitti e dei materiali rinvenuti. La scelta della sede museale è stata immediata: gli Arsenali Medicei, un monumento di architettura ante litteram, fatto costruire nel 1559 da Cosimo I dei Medici per la produzione di imbarcazioni. Sia per le caratteristiche architettoniche, sia per il suo grande potere evocativo di una grande proiezione della città sul fiume e sul mare, questo edificio è dunque la sede più idonea per la realizzazione di un museo finalizzato alla più ampia fruizione del complesso archeologico di San Rossore e alla diffusione delle tematiche storiche che da esso scaturiscono. Infatti, il percorso museale dovrà rafforzare l'identità locale radicando nel tessuto della storia urbana il ritrovamento delle navi, e nel contempo dovrà aprire l'orizzonte alla conoscenza del Mediterraneo allora come oggi spazio comune di interazione tra popoli e culture; alla ricerca sulla navigazione antica; alla ricostruzione della storia di un lungo periodo.
TAVOLA 3 | Gli Arsenali pisani.
Negli anni '80 del XIII secolo, epoca in cui la potenza pisana sul Mediterraneo era al culmine, l'Arsenale Repubblicano sorse come addizione quadrangolare alle terza cerchi di mura urbane, per raccogliere in un unico spazio protetto di circa 56.889 mq le attività cantieristiche disperse lungo il greto del fiume. La superficie del cantiere sarebbe stata occupata da ottanta capannoni per costruzioni navali, dei quali sopravvivono, dopo le numerose modifiche apportate nei secoli e i bombardamenti del 1934 e 1944, i ruderi di una struttura di pianta trapezoidale di circa quaranta metri di lato, divisa internamente in navate parallele. 
La perdita della funzione originaria dell'Arsenale si compì nel 1394 quando Jacopo D'Appiano, signore della città lo trasformò in Cittadella. Un nuovo e più efficiente sistema di fortificazioni fu attuato in questo momento, e successivamente, durante la prima dominazione fiorentina (1406) i nuovi signori di Pisa trasformarono definitivamente le strutture dell'arsenale che assunse sempre più la configurazione di vera e propria Fortezza.
Verso la metà del Cinquecento, Cosimo I diede inizio alla costruzione dei nuovi Arsenali, contigui ai vecchi, e l'ampia porzione della Tersana divenne terreno ortale e tale rimase fino alla fine del Granducato. Nel 1860, con l'Unità d'Italia, e fino alla seconda guerra mondiale, l'area ospitò la caserma del VII Reggimento di artiglieria da Campagna, che rimase marginalmente colpita dai bombardamenti alleati. Dopo la guerra la caserma fu restaurata e adibita ad abitazioni per sfollati.
La Terzana - Arsenale Repubblicano
Il progetto dell'architetto Giovanni Michelucci
Nel 1858 gli edifici della caserma furono improvvisamente demoliti, in seguito all'approvazione del progetto di riqualificazione dell'intera area, commissionato all'architetto Giovanni Michelucci. Egli ricevette l'incarico dal Ministero dei Lavori Pubblici di redigere un progetto per la realizzazione di un parco pubblico che comprendesse un monumento a Galileo e gli uffici del Genio Civile. Tale incarico sembrava così preludere alla conclusione di una storia, ancora breve ma già travagliata, contraddistinta da indecisioni e contraddizioni sul destino dell'area. 
Terminato il primo lotto di lavori (e con esso i finanziamenti disponibili), si passo rapidamente dall'intento dichiarato di realizzare un progetto certamente ambizioso, all'abbandono totale di qualsiasi programma teso alla conservazione e valorizzazione dell'area. Un'area che da allora si può ben dire, ne ha viste veramente di tutti i colori: usata da circhi, luna park e feste dell'Unità, quindi frequentata, fra un uso e l'altro, per traffici illeciti di vario tipo. Per questo motivo fu inizialmente recintata e chiusa, per essere però successivamente lottizzata senza alcun programma preciso per le attività più disparate. Vi si sono così insediate attività per il calcio parrocchiale, il pattinaggio e vari giochi per bambini, con recinzioni multiple interne e col contemporaneo deterioramento progressivo, fino allo sfacelo attuale delle costruzioni che, secondo l'unico progetto redatto, si era iniziato a realizzare.
TAVOLA 4 | La memoria del tempo. Lo splendore degli Arsenali pisani.
Oggi che l'area è in stato di degrado e abbandono, la nascita del nuovo Museo fa si che essa acquisti un ruolo fondamentale per il rinnovamento e la riorganizzazione del tessuto urbano cittadino. E' dunque auspicabile che non si dimentichi quello che essa ha rappresentato, così che la memoria del passato serva da stimolo per la crescita futura. Ed è stata proprio la "memoria del tempo" a guidare il progetto di riqualificazione che ripropone in maniera figurata la morfologia del luogo al tempo del suo massimo splendore. Accertato, secondo testimonianze scritte e analisi stratigrafiche, che la Terzana fosse costituita da un elevato numero di capannoni che affacciavano su un bacino di carenaggio interno alimentato dalle acque dell'Arno e dell'Auser, tali elementi diventano linee guida dell'idea progettuale: il bacino d'acqua, i capannoni degli Arsenali, le galee che dagli Arsenali venivano varate nelle acque del bacino.
Plastico di studio
Plastico di studio
Rendering di progetto
Il BORDO DEL BACINO, linea ideale che divide l'acqua dalla terra diventa dunque PERCORSO CULTURALE lungo il quale si dislocano varie attività, contenute in due tipologie diverse di struttura: una che si sviluppa lungo il bordo e che ha l'ipotetica disposizione dei capannoni non più esistenti; l'altra costituita da più padiglioni che tagliano il percorso e si dislocano a cavallo di esso, come metafora delle galee che venivano varate nelle acque del bacino per poi entrare in Arno attraverso la Porta Degazia e quì essere munite di vela. In questo modo, il percorso sarà si un iter continuo che dai resti dell'Arsenale Repubblicano condurrà, attraverso un itinerario culturale, agli Arsenali Medicei (sede museale), ma, grazie al carattere autonomo delle parti, potrà anche contenere distinti e più brevi itinerari, funzionali alle diverse esigenze del pubblico. Infatti la superficie sarà divisa in quattro sezioni, legate da un unico iter ma indipendenti tra loro: la sezione espositivo-didattica, quella del verde pubblico, quella delle conferenze e quella del Museo, che conterrà anche l'attività di ricerca.
TAVOLA 5 | Il progetto museale. Pianta del piano terra.
TAVOLA 6 | Il progetto museale. Pianta del piano primo.
Sezione sull'area espositiva - particolare
Vista del complesso
Passeggiata lungo "il bordo"
Vista del teatro e dei laboratori di restauro
TAVOLA 7 | Il progetto museale. Pianta del piano interrato.
Sezione sull'area espositiva - particolare
Sezione sui laboratori di restauro
TAVOLA 8 | Il progetto museale. Pianta della copertura.
Vista d'insieme
Vista aerea
TAVOLA 9 | Il progetto museale. Particolari degli interni.
TAVOLA 10 | Il progetto museale. Particolari degli interni.
ESTRATTO:
 
Nel 1998, nell’area della Stazione di Pisa-San Rossore, durante i lavori di scavo per la realizzazione delle fondazioni di un nuovo centro direzionale delle Ferrovie dello Stato, sono state riportate in luce numerose Navi Romane, molte delle quali in ottimo stato di conservazione e comprensive del loro carico.  In questa straordinaria e complessa vicenda, una delle caratteristiche più evidenti e significative è rappresentata dalla immediata consapevolezza, da parte di tutti coloro che ne furono coinvolti, della necessità di legare tra loro tre aspetti fondamentali: il recupero, la conservazione, l’esposizione. In previsione della restituzione del terreno (attualmente occupato dal cantiere di scavo) alle Ferrovie dello Stato, è stato necessario pensare ad una futura sistemazione definitiva dei relitti e dei materiali rinvenuti.
La scelta della sede museale è stata immediata: gli Arsenali Medicei. Sia per le caratteristiche architettoniche, che per il suo grande potere evocativo di una grande proiezione della città sul fiume e sul mare, questo edificio è dunque la sede più idonea per la realizzazione di un Museo finalizzato alla più ampia fruizione del complesso archeologico di San Rossore e alla diffusione delle tematiche storiche che da esso scaturiscono.            
 
Il ritrovamento delle Navi romane ha dato dunque avvio ad un processo di rinnovamento e riorganizzazione di alcune aree del tessuto urbano, prestando particolare attenzione alla valorizzazione e riqualificazione del centro storico e dell’area ad ovest della città, oggi fortemente degradata. Tale area dovrebbe invece godere della più alta considerazione da parte dei pisani. Era infatti qui che al tempo della “Repubblica marinara”, si costruivano le galere destinate a solcare il Mediterraneo, e qui erano poste le strutture che la Repubblica si era data per la difesa non solo dell’Arsenale, ma dell’intera città dalla parte del mare. Di esse rimangono solo ruderi, ma questo non giustifica certamente lo stato di incuria e di abbandono in cui oggi riversano. Accertato dunque, secondo testimonianze scritte e analisi stratigrafiche, che la Terzana fosse costituita da un elevato numero di capannoni che affacciavano su un bacino di carenaggio interno alimentato dalle acque dell’Arno e dell’Auser, tali elementi diventano linee guida dell’idea progettuale.
 
Il BORDO del bacino, linea ideale che divide l’acqua dalla terra diventa dunque percorso culturale lungo il quale si dislocano varie attività, contenute in due tipologie diverse di struttura: una che si sviluppa lungo il bordo e che ha  l’ ipotetica disposizione dei capannoni non più esistenti; l’altra costituita da più padiglioni che tagliano il percorso e si dislocano a cavallo di esso, come metafora delle galee che dagli Arsenali venivano varate nelle acque del bacino. Tale iter continuo, grazie al carattere autonomo delle parti, potrà contenere distinti e più brevi itinerari, funzionali alle diverse esigenze del pubblico. Per questo la superficie sarà divisa in quattro sezioni: quella espositivo-didattica, quella del verde pubblico, quella delle conferenze (che comprenderà diverse sale, un auditorium, una mediateca con book-shop ed un ristorante) e quella del Museo, che conterrà anche l’attività di ricerca.
Plastico di studio
Plastico di studio
© 2008 Copyright Arch. Mariapaola Caraviello. All rigths reserved.
Tesi di Laurea | 2008
Published:

Tesi di Laurea | 2008

Tesi di Laurea | 2008

Published:

Creative Fields