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Mediterraneo, identità e alterità dell'Europa

Mediterraneo, identità e alterità dell'Europa
Europa Summer School
Sulla spiaggia di Sidone un toro tentava di imitare un gorgheggio amoroso. Era Zeus. Fu scosso da un brivido, come quando i tafani lo pungevano. Ma questa volta un brivido dolce. Eros gli stava mettendo sulla groppa la fanciulla Europa. Poi la bestia bianca si gettò in acqua, e il suo corpo imponente ne emergeva abbastanza perché la fanciulla non si bagnasse. Lo videro in molti. Tritone, con la sua conchiglia sonora, rispose al mugghio nuziale. Europa, tremante, si teneva aggrappata a uno dei lunghi corni del toro. Li vede anche Borea, mentre fendevano le acque. Malizioso e geloso, fischiò alla vista di quei seni acerbi che il suo soffio scopriva. Atena arrossì spiando dall'alto il padre cavalcato da una donna. Anche un marinaio acheo li vide, e allibì. Era forse Teti, curiosa di vedere il cielo? O una Nereide soltanto, e per una volta vestita? O Poseidone ingannatore aveva rapito un'altra ragazza?Europa intanto non vedeva la fine di quella pazza navigazione. Ma immaginava la sua sorte, quando avessero ritrovato la terra. E gridò un messaggio ai venti e alle acque: "Dite a mio padre che Europa ha lasciato la sua terra in groppa a un toro, mio rapitore, mio marinaio, mio – suppongo – futuro compagno di letto. Date, vi prego, a mia madre questa collana". Stava per invocare anche Borea, perché la sollevasse con le sue ali, come aveva fatto con la sua sposa, l'ateniese Oritia. Ma si morse la lingua: perché passare da un rapitore a un altro? 
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