Alla ricerca dell’isola perduta
Dedicato ai sardi che scappano dalla nostra terra: dov’è la nostra isola, che fine ha fatto? Che futuro mi può offrire? Perché ce ne dobbiamo andare?
Resta! Fermati a pensare alla bellezza, non lasciamola in balia degli “istranzos”, non lasciamo che la trasformino nella loro terra e non più nella nostra. Ma se devi andare non dimenticare i rumori, i colori e il profumo della tua isola. E se puoi cerca di tornare.
Passeggata in Piazza Satta
Hai mai visto piazza Satta? Ci hai mai passato del tempo?
Fermati a guardarla, bevi un caffè, ascoltane i rumori. Passaci una domenica pomeriggio, magari d’ottobre, quando tutti sono ancora a casa. Potrai stare solo e averla tutta per te, in quei pochi momenti in cui sarà deserta, ne comprenderai la bellezza. Goditela!
Pausa
È tradizione che quando vai a Nuoro e ti offrono da bere non devi mai rifiutare. Ma bevi e divertiti fin quando l’alcol e le chiacchere non fanno diventare tutti amici. E ci si diverte senza badare al tempo che scorre veloce e quei momenti resteranno per sempre
Vento d’estate
Un artista non sa mai cosa diventerà la propria idea, mentre crei si perdono tante cose, basta una piccola folata di vento e le idee volano via e se ne creano altre.
Il vento fa volare via la maschera, la tua convinzione di apparire al meglio e ti ritrovi a far vedere veramente il tuo volto e la tua essenza.
La Chiamata
Tutti abbiamo paura dell’ignoto, di ciò che viene “dopo”. Ma niente è più importante del libero arbitrio, della consapevolezza di se stessi, senza seguire dogmi o mode. Non abbiate paura se la vostra scelta va controcorrente e se venite chiamati raggiungete la vostra, di luce.
Lavoro su commissione
Re Pietro I d’Aragona furioso contro i re mori che invadevano la sua terra, decise di non scendere in guerra personalmente ma di commissionare la loro uccisione, direttamente, a San Giorgio che prese in carico il lavoro molto seriamente, cosi seriamente che ne fece un fatto personale e recise tutte le teste dei 4 Mori, lasciando sul campo di battaglia sia i corpi che le teste, in un bagno di sangue.
Il senso ultimo della fine
L'ultimo nato, bimbo di Madre, ad essa l'arto spira, afflitto, l'ultima vera brezza.
Il giovane fratello le prosta, col fiato corto, un finale d'omelia sull'ultima lacrima estiva.
Nel l'imbarazzo la trattiene il padre, invano come i rami le ultime foglie d'autunno.
Il vecchio, saggio di tormenti e guerre e sprechi, alle sue spalle affida l'ultima pioggia d'inverno.
                                                                                                        poesia di Marco Seddone
 
 
 
 
 
 
TO BE CONTINUED...
4 Mori
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