Nelle date del 13-14-15 Giugno siamo stati invitati dal Palacongressi di Rimini ad allestire uno spazio formato da opere autoriali.

Questa collaborazione nasce con l’intento di rafforzare il legame trai cittadini, specialmente i giovani, ed il palacongressi, puntando ad un target più ampio e riproponendo l’idea del Palacongressi all’interno dell’immaginario collettivo. Per riuscirci noi studenti abbiamo cercato di portare, all’interno del palcongressi, una Rimini che potesse dare una nuova prospettiva della città.

Il lavoro allestito parte da un’indagine sulla storia di Rimini, evidenziandone le oscillazioni date dall’alternanza di periodi floridi a quelli di declino, i quali hanno spronato la città a risollevarsi e a rinascere dalle proprie ceneri, come una fenice.

Quindi Rimini esattamente come una fenice rinasce dalle proprie ceneri grazie alle persone che la vivono e la animano, riuscendo a rigenerarsi in diverse forme e puntando in questo modo ad un futuro prospero.

Le installazioni presenti all’ingresso del Palacongressi erano 8:

Palingenesi, Antiguida di Rimini, Ribella, Limbo, 14 D.C., Underground, Elea e Nota Bene. Ma ora ci soffermeremo su Nota Bene, l’installazione realizzata da me e Simona Meneghini.

Dopo diverse ricerche all’interno della storia di Rimini abbiamo deciso di prendere come riferimento un non monumento, un oggetto Pop. Questo sia a livello artistico del termine che nell’accezione di Popolare, e di conseguenza alla portata di Tutti, un non monumento simpatico. Abbiamo deciso di partire dalla Macchina Fotografica Ferrania di Elio Guerra perché nell’immaginario collettivo degli anni ’50 e non essa è un ricordo di Rimini che permane nelle menti di chi qui ci è passato. Abbiamo deostruito questa immagine, simbolo riminese, e l’abbiamo deostruita a favore di qualcosa che ha a che fare con il passato, il presente ed il futuro… le persone che Rimini l’hanno vissuta. Come materiale principale per la nostra installazione abbiamo deciso di utilizzare i post-it, quindi qualcosa di futile, qualcosa che viene dimenticato li, ma che potresti ritrovare in una vecchia giacca, e abbiamo deciso di creare un parallelismo tra i post-it ed i ricordi.

Questa opera autoriale è un’opera che grazie alle sue caratteristiche cangianti e perpetue rappresenta continuamente una nuova vita. L’opera diventa così simbolo di qualcosa che nasce, si decompone e rinasce, prendendo nuova forma e significato grazie alla presenza delle persone, proprio come la città di Rimini.

Il naming NOTA BENE prende come primo punto di ispirazione i materiali utilizzati all’interno dell’installazione, ovvero i post-it. Quindi parliamo sicuramente della prima parte del naming, ovvero Nota (post-it in italiano) ma abbiamo deciso anche di utilizzare questa prima parola come un vero e proprio verbo, quindi Notare bene qualcosa, per invitare lo spettatore a non soffermarsi solo sull’apparenza, ma a cercare anche qualcosa di più nascosto.

Il logo sta a rappresentare, appunto, 6 post-it scritti (quindi le lettere del logo) e attaccati su una superficie, inoltre vi è la presenza di cerchi tra un post-it è l’altro che seguono le regole della percezione, così come l’opera stessa.

L’installazione è composta da una tavola 140x200cm in legno dove al di sopra sono stati attaccati 5600 post-it tutti quanti con un contenuto differente, e quindi un ricordo differente.

L’idea era quella di far scrivere a tutti colore che Rimini l’hanno vissuta, anche solo per un giorno, parole chiave o frasi che gli erano rimaste loro impresse vivendo la città.

La realizzazione iniziale fatta con i post-it è stata quella della Ferrania di Elio Guerra, con il passare delle persone la forma iniziale veniva alterata perché tutti quanti all’interno di Spazio71 potevano attaccare un ricordo oppure prendere un ricordo di qualcun’altro e portarselo a casa.

Per il post all’interno del profilo Instagram dell’evento ho deciso di rappresentare la tavola di post-it da un punto di vista diagonale, per non far risultare l’immagine troppo statica all’occhio. Ho aggiunto diverse cromie all’interno dei riquadri per riportare l’idea di cangiante.