Bersabea Città di Calvino

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Bersabea, femminile, rappresentata dal corpo di una donna.

“Bersabea intenta ad accumulare i suoi ori e carati di perfezione.. riempe il vaso vuoto di se stessa” è, per questo, rappresentata come una donna (fig centrale) vestita di case sontuose e eleganti dove i cittadini accumulano ricchezze (citta cresce su un cumulo d’ oro).
Questa “figura” vive, cresce e muta nel tempo ed è formata da due altre “Proiezioni” di se stessa.
La prima (a sinistra) ”E’ un corpo racchiuso nel tesoro delle cose buttate via.. carte di cioccolatini, ritagli di unghie, gusci d’ uovo.. al posto dei tetti ha pattumiere rovesciate, da cui franano carte unte, resti di spaghetti, vecchie bende.” Appare perciò come un corpo nudo, verde, putrido, e costruita come una vera e propria baraccopoli fondata su montagne di rifiuti accatastati. Questa visione di Bersabea, spoglia, con le sue forme femminili ben in evidenza rappresenta “l’interno della città", quella parte non visibile a primo impatto, ma che in realtà racchiude l’animo della citta stessa.
La Seconda Visione di Bersabea “città d’ oro massiccio.. una città gioiello.. dove gli abitanti accumulano oro e metalli nobili..” è rappresentata da una donna vestita con un lungo velo che ricopre tutto il corpo, lasciando solo un piccolo foro a gli occhi, come a voler lasciare solo la libertà di aspirare a qualcosa ancora più vicino al divino, nonostante essa sia già ritenuta una città celeste, ricoperta d’ oro, e ricchezze. Il velo coprente rappresenta inoltre una corazza esterna, un vero e proprio guscio di sola apparenza esterna che cerca di nascondere quella parte di Bersabea legata ai bassifondi nascondendo le forme del corpo femminile.
Le tre figure sono poste in fila da sinistra verso destra ed ognuna guarda quella che ha davanti a se, come a rappresentare l’invida ed aspirazione che esse provano verso la “donna-città” che hanno davanti.