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Boja Fauss

BOJA FAUSS
​​​​​​​Nella Torino di metà Ottocento, leggenda vuole che, tra le forme di scortesia riservate dal popolo al boia, i panettieri gli porgessero il pane al contrario per esercitare una forma di disprezzo e malocchio. Gli amministratori locali, spinti dalle ripetute segnalazioni e lamentele del boia, emisero un’ordinanza cittadina che vietava formalmente tale pratica discriminatoria. Fu così che i panettieri, per aggirare la legge con una scelta creativa, inventarono un nuovo dispositivo dal potere magico e simbolico, un tipo di pane dalla forma a mattone: il pancarré. Uguale sia sotto che sopra, il pancarré occultava il suo messaggio. Nell’impossibilità di riconoscere il lato di cottura poteva continuare ad essere servito capovolto, esercitando così il suo potere silenzioso. 

Il pancarré, oggi un soffice fantasma di cui nutrirsi, nascerebbe a scapito del suo valore alimentare, per essere assunto a strumento di dissenso politico contro una figura percepita come l’incarnazione di un sistema in cui la Giustizia era ritualizzata pubblicamente e si manifestava quale strumento di controllo. Nel suo impasto si amalgama una miscela eterogenea di elementi: cronaca giudiziaria e storia popolare, scritti letterari e documenti d’archivio; echi di un trauma sedimentatosi nella memoria collettiva, ma occultato sotto una morbida e rassicurante superficie.
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Boja Fauss Thesis project by Alessandro Truffa - ISIA U MA in Photography in collaboration with Gazmend Zeneli - ISIA U MA Communication and Des Read More

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