Editorial design "Blood and Scabs"

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BLOOD AND SCABS

Curated by: Michelangelo Greco, Federico Trevisan

IT BLOOD AND SCABS analizza il periodo di 30 anni che va dalla nascita del movimento skateboard (1960) al suo apice prima della consacrazione pop (1990). In particolare, si analizzerà il processo di crescita che ha portato una rudimentale tavola di legno a diventare molto più di un supporto esclusivamente utilitario. Riscoprendo le diverse fasi che l'oggetto ha attraversato, sarà possibile avere un fermo immagine chiaro di ciò che il fenomeno era e di ciò che è oggi. All'interno del volume, inoltre, verranno analizzate due delle riviste più iconiche della scena: Skateboarder, la prima vera rivista di settore, e Thrasher, l'unica pubblicazione ancora oggi in attività. All'esperienza delle riviste si affiancherà una selezione di fanzine indipendenti, che ci permetterà di focalizzare il diverso approccio al linguaggio grafico tra commerciale e indipendente. La decodifica del linguaggio di questi artefatti ci permetterà di dare un'occhiata più da vicino al punto zero e allo sviluppo di quella che oggi viene definita l'estetica dello skate.

EN BLOOD AND SCABS try to analyze the 30-year period encompassing the birth of the skateboard movement (1960) to its peak before its pop consecration (1990). Specifically, the growth process that led a rudimentary wooden board, to become much more than a solely utilitarian support, will be analyzed. By rediscovering the different phases that the object has gone through, it will be possible to get a clear still image of what the phenomenon was and what it is today. Within the volume, moreover, two of the most iconic magazines on the scene will be analyzed: Skateboarder, the first real trade magazine, and Thrasher, the only publication still in business today. The magazine experience will be joined by a selection of independent fanzines, which will allow us to focuse on the different approach to graphic language between commercial and independent. Decoding the language of these artifacts will allow us to take a closer look at the zero point and development of what is now called the skate aesthetic.