Tu, amico mio, sei solo, perché...
Noi con parole e con cenni delle dita
poco a poco facciamo nostro il mondo
forse nella più debole e perigliosa parte.
Chi accenna con le dita ad un profumo? -
Eppure delle forze che a noi furon minaccia
di molte ne hai il sentimento. Conosci i morti,
e ti spaura dell'incantesimo la formula.
Vedi, ora è il compito di legare insieme
frammenti e parti, come fossero il tutto.
Arduo sarà darti aiuto. Anzitutto: non radicare
me nel tuo cuore. Troppo presto crescerei.
Mentre voglio condurre la mano del mio signore,
e dire: Qui. Ecco Esaù dentro il suo vello.
Rainer Maria Rilke, Sonetti a Orfeo, XVI