Spezzato dai dubbi e dalle
contraddizioni rimane
fermo davanti
perché vecchio
perché tu vecchio mi dai tanto?
Dopo essere stato protetto
dai mali del mondo
chiudendo i miei occhi
in quel materno utero
natale.
Tempo come sintesi del passato
visto nel presente istantaneo
Bianco e nero
Liscio e ruvido
Lucido e opaco
Movimento e staticità
Contemporaneità e storia
Questo è l’incedere
e l’incidere
del Tempo.
Tempo come magazzino
e sovrapposizione di eventi contraddittori
incontrollabili,
accettati con semplicità
di bambino accondiscendente.
Accettare non rinunciatario,
ma accettare nell’attesa.
Bellezza e consunzione
corpo che si sfalda
dal movimento alla sua sintesi.
I corpi non sono masse carnali di
muscoli, ma
materializzazione dello spirito:
involucri
che assumono il senso
di esistere perché “operai” della spiritualità;
lavorano per lasciare la loro traccia
sul muro
usandolo come nastro magnetico
asettico all’apparenza
ma funzionale al risultato
finale.
L’immagine interiore non riflessa ma
copiata
sulla superficie labile del Tempo.
Non c’è dissonanza tra
figura e non-forma
perché entrambe parte di un unicum.
L’immagine dei nostri pensieri
sospesa
in una “pausa” di moviola.
Si gioca con i moduli,
parti diverse che paiono infastidirsi
a vicenda
e contrastarsi.
Tempo, 2000
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Tempo, 2000

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