“Io sono (anche) le mie fragilità” è un invito a guardare oltre ciò che appare. Un invito ad andare al di là dell’accezione negativa della fragilità stessa, con tutte le parole che a essa possono associarsi.

Un modo per vedere nel profondo ciò che siamo, oltre i giudizi sommari, semplicistici e decisamente non reali. Partendo dalle illustrazioni di sette artisti iconici che rientrano nel Club 27 (gli artisti morti a 27 anni), abbiamo voluto provare ad andare oltre una narrazione scontata.

Si considera spesso la fragilità come una debolezza da nascondere o eliminare quando invece andrebbe riconosciuta, accettata e accolta. Perché essa stessa ci rende ciò che siamo: umani.