ABSTRACT
Stereo-type è un lavoro di ricerca che mira ad analizzare il ruolo dello stereotipo di genere nel campo del Design della Comunicazione, in particolar modo in ambito tipografico.
Questo lavoro punta ad indagare quali sono le modalità di rappresentazione più comuni del femminile e del maschile nel mondo della comunicazione visiva, cercando di comprendere quanto un determinato tipo di immagine possa influenzare il percorso di crescita e le scelte di vita di donne e uomini.
La tipografia, al pari di qualsiasi altro mezzo di comunicazione visiva, può contribuire alla veicolazione e alla reiterazione di stereotipi di genere, tramite la sua stessa conformazione, carica di significati.
L’obiettivo della tesi è indagare quanto un carattere tipografico vada ad influenzare la percezione di un determinato messaggio e quali sono gli elementi che vanno a marcare la differenza di genere nella sua lettura.
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Viviamo il paradosso dell’immagine seriale: che è invenzione, creatività, ma anche ripetizione, luogo comune, stereotipo, appunto.
Lo stereotipo, come sappiamo, è un dispositivo tecnicamente necessario; così è nell’evidenza dell’etimologia. Sappiamo, nello specifico strumentale del Design della Comunicazione, che lo stereotipo, o cliché, è alla base della tecnica tipografica: rende materialmente ripetibile un’immagine di riproduzione e questo ci conferma che il design [...] è progetto nella serialità.
Ripetiamo per comunicare e anche per raccontare, per informare e così via; creiamo modelli con le loro infinite variazioni, e proprio la teoria dei formati comunicativi si basa sul principio della serialità dei contenitori.
Baule G., Bucchetti V., Anticorpi comunicativi. Progettare per la comunicazione di genere, Franco Angeli, 2012
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In realtà c’è design e design, ed è questa la distanza che andrebbe riconosciuta di
continuo.
C’è il progetto che sembra ridurre il proprio intervento alla presenza di sé, a un narcisistico rispecchiarsi nelle proprie forme, tutto proiettato sull’adeguamento passivo al modello dominante di relazioni e di consumo.
E c’è un progetto che vive di uno sguardo largo, che lo rende critico e, come tale, lo posiziona a tutti gli effetti quale parte della generale cultura del progetto; e la misura di questa differenza sta proprio nella dimensione della riflessività.
Bucchetti V., Design e dimensione di genere. Un campo di ricerca e riflessione tra culture del progetto e culture di genere, Franco Angeli, 2015
In realtà c’è design e design, ed è questa la distanza che andrebbe riconosciuta di
continuo.
C’è il progetto che sembra ridurre il proprio intervento alla presenza di sé, a un narcisistico rispecchiarsi nelle proprie forme, tutto proiettato sull’adeguamento passivo al modello dominante di relazioni e di consumo.
E c’è un progetto che vive di uno sguardo largo, che lo rende critico e, come tale, lo posiziona a tutti gli effetti quale parte della generale cultura del progetto; e la misura di questa differenza sta proprio nella dimensione della riflessività.
Bucchetti V., Design e dimensione di genere. Un campo di ricerca e riflessione tra culture del progetto e culture di genere, Franco Angeli, 2015
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Liberata dal suo ruolo linguistico (far parte di una singola parola), una lettera può dire tutto. Essa è il punto d’inizio di una “imagerie” vasta come una cosmografia.
Roland Barthes, in Tubaro I., Delle lettere. Manuale di calligrafia e tipografia: dalla teoria alla progettazione, Hoepli, 2016
Stereo-Type ha analizzato i prodotti della comunicazione visiva di genere per comprenderne l’evoluzione e definire gli stereotipi più utilizzati. Per capire l’impatto dei caratteri tipografici nella percezione comune, è stato realizzata una ricerca sul campo, tramite un sondaggio, che ha raccolto opinioni a proposito della tipografia di genere.
La survey nasce con un obiettivo principale: indagare i modi in cui gli stereotipi di genere si traducono nella forma delle lettere e misurare come questi vengano percepiti dalle persone.
I risultati del sondaggio sono stati analizzati e rappresentati tramite un sistema di infografiche che mostrano il percorso di smascheramento dello stereotipo tipografico.
Come il cassetto tipografico offre al tipografo tutto il materiale per comporre una pagina, così quest’infografica comunica i dati raccolti durante l’esperimento online. Aprendo il cassetto dello stereotipo, infatti, ci si ritrova davanti tutte le coordinate necessarie per non ricadere nelle gabbie di genere.
Stereo-type vuole aiutare i visual designer nel loro percorso di crescita culturale, per un design consapevole e attento alle questioni di genere.
Rispondendo al test ci si rende conto di quanto gli stereotipi siano radicati in noi
Molto interessante. Fa riflettere molto su come siamo influenzati socialmente e culturalmente.
Molto interessante. Fa riflettere molto su come siamo influenzati socialmente e culturalmente.
Grazie per lo spunto di riflessione, per la mia formazione personale avrei risposto sempre ‘neutro’ poi mi sono lasciato trasportare dallo stereo-tipo.
Ho trovato sorprendente il processo di analisi esposto in questo sondaggio. È interessante notare come alcune considerazioni emergono in maniera automatica. Pensandoci un attimo però si può cambiare anche idea o modificare la prima impressione. Perché risaltano alla mente esempi o immagini in cui il femminile non è solo femminile e il maschile ha tratti decisamente meno duri o marcati.
Interessante l’idea di associare prima i concetti al femminile/maschile poi i font e poi abbinare i font ai concetti.
STEREO*TYPE è un progetto di ricerca sugli stereotipi di genere in ambito tipografico,
realizzato per la tesi di Laurea in Graphic Design per la Comunicazione Pubblica,
presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Relatrice: Gabriella Grizzuti
Correlatore: Adolfo Fattori
Relatrice: Gabriella Grizzuti
Correlatore: Adolfo Fattori
Il progetto ha ricevuto il patrocinio morale di VISION, Osservatorio di Vittimologia.
©Giulia Alfonsina Galgano, Ottobre 2020.
PS: grazie a Raffaele Aquilante per lo shooting, il supporto, i suoi occhi e il suo affetto.
PS: grazie a Raffaele Aquilante per lo shooting, il supporto, i suoi occhi e il suo affetto.
