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LILT - Beautiful Town

Per l'inaugurazione del nuovo Spazio Prevenzione LILT di Sesto San Giovanni (MI), abbiamo costruito un sito web che raccoglie le "belle storie" dei sestesi.
 
Per oltre un mese, abbiamo raccolto le piccole grandi storie dei cittadini di Sesto, sul sito e sui social network. Le migliori sono entrate a far parte di un film con contenuti interattivi, Beautiful Town
 
Il film è un cortometraggio che racconta la storia di Guido, che nel 2073 sta per festeggiare i suoi 90 anni.
Per l’occasione, decide di tornare indietro nel tempo, fino al 2013, per incontrare qualcuno e portare un messaggio molto importante. Potrà così ripercorrere i luoghi della sua città, intrecciando la sua storia a quelle dei suoi concittadini. Quelle vere, che i sestesi ci hanno voluto regalare.
BEAUTIFUL TOWN - testo completo

Le persone si dividono in tre tipi.

Ci sono quelli che vedono le cose iniziare e quelli che vedono le cose finire. E poi ci sono quelli, quelli che vedono le cose cambiare. E non sono mica tanti, Io sono uno di quelli, garantito. Ne ho viste cambiare, di cose, in 90 anni. Sembrano un sacco di tempo. E invece non durano niente, un battito di ciglia. Il giorno prima ti sbucci le ginocchia mentre giochi a pallone e il giorno dopo fai una fatica del diavolo per portare in casa le buste della spesa. Ma io mica mi lamento, no no.
Perché oggi è il mio compleanno.
E devo vedere una persona.
 
È un tizio che conosco bene. Lui ancora non lo sa, ma abbiamo un appuntamento. E so dove incontrarlo, garantito. C’è una cosa, però... per incontrarlo, devo tornare indietro di 60 anni. Pensate che mi sia rincoglionito, che uno a 90 anni mica ci arriva tutto intero. Ma sto davvero per farmi un giro nel 2013. Sembra un sacco di tempo, eh?
E invece dura un secondo.
 
La mia città. L’ho vista cambiare, e diventare sempre più piccola. Possono tirare su i grattacieli più alti del mondo, ma se ci cresci, nella tua città, la senti stringere. La tua città non diventa mai grande. Sei tu che ci diventi grande dentro.
Che poi le cose cambiano, ma mica poi tanto. Magari gli dai un altro significato tu, ecco.
Prendi la metro. Quando sei giovane la vivi di passaggio, è una cosa che ti infliggi per muoverti dal punto A al punto B, con un biglietto, e i tornelli che si bloccano.
Quando invecchi, prende tutta un’altra dimensione, garantito. C’è un mondo, qui sotto, fatto di gente che non va da nessuna parte, ma ha le storie migliori da raccontare. Storie che mica le dici ad alta voce, fradice di pioggia e di sudore. Quelle che diventano più grandi man mano che la gente se le passa. Le storie del Mondo di Sopra, che qui arrivano a dieci alla volta.
 
Ne ho ascoltate di storie. Tutti ne hanno una. Quelli che pensano di non averne, e pure quelli che pensano di averne troppe: ne hanno solo una. Quelli bravi ci riempiono le librerie con le loro storie, e continuano a scrivere e a scrivere... non lo sanno che è per una sola storia che verranno ricordati. Chi ci vuole arrivare alla fine? Alzi la mano chi ha davvero voglia di conoscere l’assassino, di sapere se si sposeranno, se sopravviverà, se avrà quello che cerca? Magari vuoi giusto dare una sbirciata all’ultima pagina, ecco. Poi, però, il resto te lo godi. Garantito.
 
Dicono che diventare vecchi sia come tornare bambini. Non ho mai capito di che diavolo parlano. Se inciampassi, qui, ora, mi spezzerei come una vecchia tegola, altro che ginocchia sbucciate. C’è solo una cosa che ho in comune con i ragazzetti. L’incredulità. Quegli occhi sgranati che hai la prima volta che vedi i regali sotto l’albero e pensi che allora Babbo Natale esiste davvero. Mi capita ancora, quella sensazione, al cinema, al parco. Mentre guardo la pioggia. L’incredulità.
 
Adoro questa strada. Adoro quel cane. Qui ci ho abitato per anni, e tutti i giorni dal portone alla macchina ero accompagnato da lui. Una specie di scorta personale. Chissà, magari lui pensa lo stesso di me. In questa via ci sono negozi da una vita, anzi da molte vite. Prima che nascesse il cane, che nascessi io, e via così. Insegne che vediamo ogni giorno, saracinesche, portoni, citofoni, i colori, le geometrie. La nostra storia quotidiana è fatta di cose senza valore. Le prime che ci mancano quando siamo lontani da casa.

Poi  succede che la storie incrocino la Storia, e i palazzi rimangano in piedi per molte vite d’uomo, per dire: “Io c’ero”. C’ero quando qui è caduta un bomba. C’ero quando si è sentita per la prima volta una sirena. C’ero quando si urlava “Cambiamo le cose”, e c’ero quando qualcuno ha sospirato “Le cose sono cambiate”. Ho visto tutte le albe, i tramonti,  gli autunni infuocati, tutti i Natali, ero presente, mano alzata.
E noi camminiamo ignorando la storia dei mattoni, dei cementi. Come li sento vicini, ora, questi palazzi silenziosi, questi vecchi dinosauri industriali. Mi sembra che abbiano ancora qualcosa da dire. Anche loro.
 
C’è sempre una prima. Quella che la vedi, e non ti passa neanche in mente che possa essere la tua prima, garantito. Non ricordi più il suo viso, ma potresti raccontare il suo profumo, o il modo in cui piegava il collo. Potrei elencare tutti i posti in cui siamo stati, che non serviva neanche parlare, le conversazioni, quelle che non vogliono dire niente, c’è tutta la stupidità, e la saggezza dei quindici anni. Quelle volte in cui questa città era qualcosa di diverso, di sconosciuto, da scoprire insieme, da riscrivere daccapo.
 
Una volta ho conosciuto un vagabondo in quell’angolo, proprio lì. Un barbone, uno di quelli pieni di sporcizia e saggezza. In cambio di un biglietto dell’autobus mi ha detto qual è il segreto della felicità. Roba che quando sei di fretta e hai fame e hai la tua donna che ti aspetta a casa per scaldarti, mica lo ascolti uno così. Lo lasci al freddo con le sue parole. E poi te le ritrovi dentro dopo anni e...
Oh caspita. Mi sa che ci siamo. Eccomi lì.
 
Mai stato particolarmente bello, eh. Però ci sapevo fare. Che faccia, ragazzi. Come se avessi già visto tutto! E invece, non ho visto mica niente.
Ma ho appena fatto una cosa, una cosa da nulla, una cosa piccola così, uno sputo di pensiero dell’universo mondo, una cosa tipo preoccuparmi per me. Oggi è giornata di revisione. Giusto una controllatina, per vedere se è tutto a posto. Una di quelle cose che possono fare la differenza, tra futuro e futuro. Ce ne sono parecchie, questa è una. Prendere in considerazione la possibilità. Togliersi il dubbio. Agire d’anticipo. Pensare al futuro.
Quel futuro sono io, anche se non mi riconoscerai. Hai visto questi occhi ogni giorno della tua vita, ma non sai chi sono. C’è però questa cosa che ti devo dire.
 
“Grazie.”
 
Ci tenevo a dirtelo dal vivo. Ora continua a stare lì in piedi, e a non sapere niente. Tra un anno troverai finalmente un posto di lavoro come dio comanda. La ragazza con cui stai uscendo, e di cui sei follemente innamorato, è solo una delle tante. Perché l’amore della tua vita spunterà da un portone di via Giusti con un ombrello rosso, e sarà di domenica, e sarà tra qualche mese. Ma questo tu non lo sai. Non sai niente. Se non che, oggi, hai pensato a me.
 
Era uno di quelli pieni di sporcizia e saggezza. Gli ho dato un biglietto dell’autobus. Mi ha detto che la felicità dell’uomo si misura dalle volte in cui dice “Ne è valsa la pena”.

Io ho finito il mio giro. Torno a casa. Ma cammino piano, garantito. Magari riesco a sentore qualche bella storia. Devo ascoltare con attenzione, sapete. Sembra un sacco di tempo. E invece, dura un secondo.
 

BEAUTIFUL TOWN - le interviste
 
LILT - Beautiful Town
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LILT - Beautiful Town

Beautiful Town è il cortometraggio creato per l'inaugurazione del nuovo Spazio Prevenzione LILT a Sesto San Giovanni.

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