Voglio il rosso.

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Voglio il rosso.

Coltivo la bellezza, ricerco la bellezza. Non la perfezione, ma la bellezza. La perfezione annoia, la perfezione non ha storia. Io coltivo stupore, coltivo difetti, coltivo ossessioni. Coltivo i suoi zigomi scarni e quelle ossa troppo evidenti. Coltivo quel profilo imperfetto e quelle gambe troppo lunghe. Coltivo il nostro amore in una camera fredda, tra pareti rosse e odore di fumo. Ogni volta gli chiedo di restare perché il vero amore è amore malato. Perché le sue mani sono una malattia e il suo profumo è erotismo. Ogni volta gli chiedo di restare nonostante gli schiaffi, nonostante i giochi finiti male, nonostante le lacrime, nonostante il dolore. Il sesso è rabbia. Quando lo sento dentro di me mi vendico di tutti i fallimenti, di tutte le cose che non ho saputo fare. E quando ti vendichi non lo fai mai con dolcezza, non lo fai mai con poesia. Tocchi un punto, un punto di rottura dopo il quale o trovi il coraggio di continuare, o decidi di farla finita. Io avrei voluto mandarlo al diavolo centinaia di volte, sbattergli la testa contro quelle pareti rosse, tradirlo, odiarlo, dimenticarlo, dimenticare il suo odore, provare indifferenza, sentire niente. Potevo avere altri uomini, provare altri letti, conoscere altre mani, sfiorare altra pelle ma ero sicura che poi avrei sentito sempre lui su di me, dentro me. Ed ero sicura che quella rabbia non l'avrei più provata. E non avrei più provato quella strana sensazione di sentirmi sfiorata da un senso di morte dopo aver fatto l'amore. Perchè unirsi, in verità, vuol dire dividersi e lasciare che qualcuno si insinui nella tua vita e tra le tue coperte, vuol dire ferirsi. Ma coltivare errori è anche coltivare ferite e quelle che mi lascia lui non voglio medicarle. Le ossessioni vere non passano mai per questo lui è stato sempre il primo. Per questo resta il mio amante, il compagno di avventure folli, quello del sesso sulla spiaggia, quello del sesso tra la gente. Per questo non gli ho mai detto di no, perché lui per me è la vera bellezza.

Isabella Rossi