Il cliente ci ha chiesto di rinnovare interamente la propria brand identity riprogettando da zero il logo della casa vinicola e ripensando radicalmente la veste grafica dei tre vini attualmente in produzione (due Rossi e un Bianco), a partire dalla scelta del naming.  

Per il logo abbiamo deciso di destrutturare il nome "Lipari" suddividendolo in tre sillabe sovrapposte e ricavando una linea trasversale che taglia in due un'anfora in terracotta. 

L'anfora rappresenta l'elemento simbolico principale, oltre ad avere un fondamentale ruolo didascalico: due dei tre vini prodotti dalla casa sono infatti vinificati in anfora, analogamente a quanto avveniva in epoca antica nel bacino del Mediterraneo.

Nello spazio che si viene a ricavare all'interno della sillaba "RI", alla base del triangolo rettangolo in cui si inscrive la parte testuale, abbiamo inserito un altro elemento dalla forte connotazione simbolica: una Trinacria, millenario simbolo della Sicilia. 

Il restyling delle etichette ha preso le mosse dalla rievocazione di un nucleo storico-culturale che è stato pensato come trait d'union dell'intero progetto grafico: il nome di alcune città di epoca antica che insistevano negli stessi territori in cui oggi ha sede la cantina Lipari. 

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"Artemisio" era il nome di un'antica località, situata nel cuore della Valle del Mela, nella quale sorgeva un tempio dedicato a Diana Facellina, dea della caccia, della selvaggina e della foresta. Come in tutti i luoghi della Magna Grecia nei quali i coloni greci eressero un tempio dedicato ad Artemide (nome greco della divinità), anche a questa località spettò il nome Artemisio, denominazione mantenuta anche in epoca romana. 

"Nauloco" era il nome di un'importante cittadina di mare situata approssimativamente tra Milazzo e Capo Peloro, teatro nel 36 a.C. di una leggendaria battaglia navale nella quale Sesto Pompeo fu sconfitto da Agrippa. Nauloco è anche il nome che abbiamo deciso di utilizzare per l'unico vino bianco della casa vinicola: l'accompagnamento perfetto per i tipici piatti a base di pesce della fascia tirrenica messinese.   

Per il "Mamertino" la scelta è stata facile, oltre che obbligata: Mamertino è infatti il nome di uno dei vini più blasonati e antichi al mondo, che trae il proprio nome dall'omonimo popolo che si stanziò nella città di Messina intorno al 289 a.C.
Il vino dei mamertini era talmente rinomato già in epoca antica da essere uno dei preferiti di Giulio Cesare, il leggendario generale romano che cita il Mamertino anche nel De Bello Gallico, e a cui abbiamo deciso di dedicare l'etichetta.   

Graficamente si è deciso di utilizzare tinte accese, volutamente sature, in contrasto con i colori tenui e sbiaditi dal tempo che vengono tradizionalmente associati al mondo antico e con il nero opaco dello sfondo. Anche il tratto è marcato, regolare e minimal, nel tentativo di far sposare tradizione e modernità rievocando immagini del passato secondo le regole della grafica digitale. 

Per quanto concerne la parte testuale abbiamo optato per due font bastone: DELIRIUM NCV per il nome del vino e per la tipologia (Bianco/Rosso) e Bebas Neue Bold per le informazioni.

Gli elementi grafici sono collocati all'interno di un reticolo che attraverso l'impiego alternato di forme rettangolari e quadrate costruisce una struttura lineare, geometrica, che punta a fare ordine intorno alle illustrazioni, vere protagoniste delle etichette.