Materia è un progetto svoltosi per l’esame di Tecniche Plastiche Contemporanee, cattedra del professor Antonio Cicchelli, presso l’Accademia di Belle Arti di Bari.
Roberta Ciaurro, cittadina di Massafra, un paese della provincia tarantina, ha creato qualcosa che ha che fare col rapporto ‘carnale’ con la materia seguito da idee e parallelismi con l’arte contemporanea, cara a lei.
Dallo stampo iniziale alla Lichtenstein, dai buchi alla Lucio Fontana che rimandano alle carneficine che accadono tutt'oggi, alle geometrie di Malevic, a forme simili a delle lamiere o persino alla scomposizione – ricomposizione (quasi picassiana) degli organi genitali…questa scultura è tutt'un incastro di eventi/sensazioni.
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Partendo dalla fase iniziale, il materiale utilizzato è un semplice cartoncino bianco di cm 15x15, seguito da due tagli che, inclinati ed intersecati, in un gioco di movimenti e studi d’improvvisazione, danno vita a ciò che poi sarà il destino dell’opera.
Postumo al cartoncino è il materiale utilizzato per creare, in definitiva, una vera e propria tridimensionalità: una rete di ferro. Questa prenderà la forma della precedente.
Roberta dopo aver donato la forma ‘giusta’ alla materia prima, sceglie la tecnica più importante per la stessa città di Massafra: la carta pesta, famosa per il Carnevale.
Utilizza quindi del giornale riciclato e lo amalgama con la colla vinilica. Detto ciò spalmerà, con l’aiuto di un pennello, i fogli impregnati di colla sulla struttura stessa in più strati, donandole una buona consistenza, solida e statica.
L’idea a venire, sarà quella di bucare con un punteruolo ogni punto dettato dal quadratino vuoto che è ormai ricoperto di cartapesta e quest’individuazione avverrà con la logica del tatto polpastrello-quadratino.
Dopo aver terminato la traforazione della struttura questa sarà poi verniciata di nero con delle bombolette a spray.
La scultura sarà pronta dopo qualche giorno.
Cosa fondamentale è la decisione di inserire una base alla stessa struttura quasi come una scultura che ha la necessità di imporsi e di voler esistere.
La scultura, in fine, risulterà un enfatizzate poltiglia di sensazioni: dal nero della struttura che rimanda al buio, al vuoto, all'inquietudine, alla morte..alla luce che trasparirà dai fori per imporre la voglia di ricrearsi sempre, a seguito di incalzanti movimenti che rimandano all'esistenza, al parto; tutto ciò è insomma dettato dall'amore, dalla passione e dalla cura di ciò che noi stessi riusciamo a creare e a donare al mondo.
 
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Una scultura che ha la necessità di imporsi e di voler esistere.

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