Into the wild

Into the wild
Exhibition painting by Matteo Mezzetta

La mia ricerca pittorica muove da una matrice iperrealista, dalla necessità di assecondare quel confronto tra immagine fotografica e immagine dipinta che contraddistingue questa inconfondibile modalità stilistica. E tuttavia se ne discosta nei presupposti teorici. A differenza del mero pretesto iperrealista di fotografare la realtà, la mia pittura esplora dei veri e propri "immaginari" ogni volta differenti e definiti, rispetto ai quali mi pongo come un osservatore curioso e niente affatto distaccato. I miei dipinti nascono sì da fotografie, ma perdono la loro tipica freddezza per diventare "quadri", cioè entità ricche di senso, aperte all'interpretazione e cariche di rimandi.

Ad esempio, la serie "City" esplora i differenti modi di vita della gente, dei viandanti che si affrettano o sostano per le strade, del traffico, delle architetture, come fossero appunti di un antropologo urbano.

Le "Consolles", invece, prendendo spunto dai dj-set di locali notturni e discoteche, innescano una riflessione sulle possibilità di fare arte oggi, sulla tecnica della campionatura come dato imprescindibile della creatività contemporanea. Come un dj, infatti, utilizzo un materiale già esistente, estrapolo differenti foto dal web per infondere loro nuova vita e comporre delle serie pittoriche organiche e unitarie.

Con la serie "Into the wild" ispirata all'omonimo film e presentata in questa mostra, ho immaginato il mondo interiore di un giovane "selvaggio", verosimilmente immerso nella profonda provincia americana. In particolare, ho cercato di cogliere il suo rifuggire dai rapporti interpersonali per immergersi in un mondo alternativo, solitario e selvatico, non solo in senso letterale ma anche metaforico, come si trattasse del ritratto a tutto tondo di un classico "lupo solitario", che ci volta le spalle per comunicare esclusivamente attraverso il suo corpo tatuato.