Trittico Bovino
Sono un ragazzo di città e non mi era mai capitato prima di trovarmi a tu per tu con delle mucche.
Certo non era la prima volta che ne vedevo una, ma un conto è il rapporto che si può avere in tutte quelle situazioni in cui si viene a contatto attraverso una barriera che, per quanto minima, nessuna delle due parti ha intenzione di superare, un’altro conto è incrociarsi, ciascuno con il proprio branco, nella vita vera.

Campeggio Ostriconi in Corsica, 2009 l’ultima vacanza estiva degli anni zero. Posto bello perché selvaggio e, con un po’ di sforzo, si raggiungono anche luoghi quasi incontaminati. 
Per arrivare alla spiaggia ci sono due vie. Una prevede di saltare un ruscello e poi passare tra le dune, con una vegetazione gradualmente più rada e pungente. L’altra costeggia le recinzioni dei pascoli, passa attraverso un canneto e sopra un grosso punte che cavalca un tratto di laguna. Questa via ha un secondo passaggio attraverso la laguna che, visto che per molte ore al giorno è in secca, non ha ancora meritato un ponte.
Stavamo andando in spiaggia, io avevo il mio ombrello parasole argentato pensato per i campi da golf e in tutto eravamo quattro o cinque persone.
11.30 o forse anche mezzogiorno. La laguna sarebbe stata in piena e, per evitare di guadare in almeno un metro di torbida acqua ci siamo diretti tra le dune.

Era un punto di transizione, dove terra e arbusti cominciano a fondersi con le prime macchie di sabbia. Il sentiero battuto era largo qualche metro e le pareti a entrambi i lati erano abbastanza scoscese da non essere attraversabili agevolmente.
Erano li, in mezzo al sentiero: Mucche.
Ogni passo che facevamo in avanti ciascuna di loro perdeva interesse agli arbusti nella propria bocca per concentrarsi su di noi. Hanno iniziato a fissarci, prima un’occhio, poi entrambi.
I loro lunghi volti alzati e si sono girate curando di non darci ne fianco ne natiche, ma solo volti, spalle allargate corna e zoccoli anteriori.
Muggiti sommessi, hanno iniziato a stringersi spalla a spalla e noi ci siamo fermati, indecisi se procedere oltre, in attesa che si liberasse la via. Ma così non è stato, tutto sembrava tranquillo a parte i muggiti e il numero di mucche che formavano il muro che sembrava aumentare in maniera costante.

Prima che il lampo sia visibile, e il tuono udibile, tutto inizia con un brontolio delle nubi. Rumore di zoccoli, spintoni e muggiti di varie emozioni e diverse intonazioni finché il muro di bovini non si è spalancato.
La mucca più grossa che abbia mai visto in vita mia è arrivata al galoppo atterrando tra noi e le altre mucche. Lí con un colpo di natiche si è scrollata di dosso un toretto tanto piccolo che stava cercando di ingropparla che a confronto sembrava un chihuahua che cerca di montare un levriero. Senza neanche interrompere la galoppata la mucca è saltata nelle retrovie mentre il muro delle sue compari si è chiuso lasciando il toretto in mezzo tra noi e loro. Confuso e traballante sulle zampine, con il cazzo ancora duro per la scopata promessa ma non consumata, ha cominciato a guardarsi attorno.
Era più piccolo di qualsiasi altro bovino presente e tra muggiti e sguardi ha iniziato a cercare di capire la situazione.
Ed eccole, le madri dei film in bianco e nero che dicono ai figli con meno di dieci anni d’età che ora loro sono il maschio di casa e che dovrà battersi per loro. Quel maschilismo così primitivo che non ci rende umani, ma solo mammiferi. Come le leggendarie madri di Sparta: rendici onore o torna carcassa. A metà tra sii il nostro eroe ed offerta sacrificale.

Come spesso mi capita quando ho a che fare con altri animali quando non siamo separati da sbarre li ho guardati e li ho riconosciuti. I ragazzi incontrati nelle piazze di periferia che si fanno gang, i gruppi a scuola o gli zarri che pascolano come un gregge per le strade.

In caso di scontro poteva non finire bene. Siamo animali usa-e-getta che dobbiamo cercare di tonificarci e divertirci evitando di consumarci il più a lungo possibile.
Questo toretto, forse ancora più vitello che toro, doveva metterci in fuga o fallire provando.

Sarà forse giusto che il ruolo del maschio è stare lì in prima linea a lottare? Sarà quindi giusto trattare diversamente maschi e femmine?
Se poi umani e bovini ci comportiamo in maniera così simile, è giusto nutrirci in maniera barbara di altri mammiferi?
Siamo forse dei per una popolazione primitiva che accettiamo il loro sacrificio e ci accontentiamo di nutrirci del più piccolo del branco per lasciare in pace la mandria?

Recentemente sono stato alla fattoria del gelato. I vitelli avevano ciascuno una loro gabbietta monoposto con borraccia d’acqua modi criceto. Un cartello spiegava di non vederle come gabbie  d'isolamento ma come culle.
Come un reparto neonatale d’ospedale. Solo che 6 o massimo 8 mesi le carcasse di quasi tutti questi neonati saranno servite in piatti di ceramica. Al supermercato sono segnati i mesi di vita prima dell’esecuzione se vuoi controllare.
Ma a loro sta bene così, li stiamo umanizzando, sono animali e non hanno emozioni, non provano sensazioni. E chi prova a dire il contrario mente perché non sono loro a raccontarlo, siamo noi. Si fa più bella figura ad ammettere che si è barbari o menefreghisti. 

Mentre la sofferenza per patire inquadramenti di genere durerà a lungo, e il trovare un senso al nostro rapporto con gli animali dura tutt’ora, il nostro scontro col branco é subito finito.

In questa situazione di stallo abbiamo fatto l’unica mossa sensata. Siamo tornati sui nostri passi, arretrando cautamente, non ho problemi ad ammettere con una sana dose di paura, per prendere l’altra strada e raggiungere la spiaggia.

Che poi alla fin della fiera come molte belle spiagge, dopo una lunga e impervia camminata per raggiungerle, trovi che sono piene di yacht e barchette agevolmente e pigramente posteggiante lungo la costa. 
Solo la strada per raggiungerle è selvaggia, l’arrivo è quasi il posteggio di un centro commerciale.

P.s. che poi non serve andare così lontano per scontrasi con un gregge di mucche, oggi 27-12-19 tra Druento e San Gillio, mezz’ora dal centro di Torino, una mandria di mucche passeggiava in corsia tra le macchine.
Natale 2019
Zeno.
Trittico bovino
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