trapasso a due
Nel nostro sistema sociale globalizzato si produce ogni giorno il cortocircuito delle infinite verità che si moltiplicano e si negano in un continuo nascere e morire senza lasciarci eredità alcuna. La morte, quella vera, oggi è un territorio emarginato e sconosciuto, inafferrabile, improduttivo. Il mistero della morte è da sempre il “luogo del senso della vita” e spesso contraddittorio e causa di divisioni e morti umane. 
In Trapasso a due indago la dimensione intima con la morte, slegata dal pensiero sia religioso che laico. E' stato un percorso del tutto diverso che ha connesso delle esperienze reali. Solo quattro donne arriveranno in fondo a questo progetto con estremo coraggio. Non a caso queste donne lavorano già in ambienti a contatto con la morte ma non è stato facile immaginare  e mettere in scena il proprio trapasso, guidate dalle sole cose appartenute alla loro vita.
- Partire dalle cose che ci appartengono è stata un'azione magica connessa col distacco e l'abbandono causato dalla morte. Ogni nostra cosa possiede in sé un nostro istante di vita che la rende immortale - in quel attimo, se riconosciuto, la nostra vocazione all'eternità scende sulla terra e come un angelo del tempo e si fa cosa -  è allora che possiamo trarre dal senso delle cose semplici un potere salvifico che ci rende una visione diversa nell'impossibilità di vivere come identità separata dal mondo -
Tra-passo a Due parte da una riflessione di fondo: come  immaginiamo il nostro corpo nel momento della morte. In questo percorso di scoperta non entrano in gioco solo le paure ma soprattutto il desiderio riparatore. La morte come la malattia è una delle grandi sofferenze dell’uomo. Passiamo tutta la vita a dare un senso a ciò che si conclude secondo un orologio biologico. Morire è naturale come nascere: ma di mezzo c’è la vita. Quale possibilità ci resta se non quella di essere condannati a non sapere? Forse quella di capire; capire vuol dire soprattutto essere consapevoli.
Capire non significa necessariamente sapere. Capiamo di essere dotati di intelligenza e di emozioni ma in realtà sappiamo ancora poco su entrambe. La comprensione lascia una porta aperta alla conoscenza senza risolverla necessariamente. Prima di sapere abbiamo bisogno di comprendere e questo avviene in base alla nostra consapevolezza. Essere consapevoli ci aiuta a sapere perché va al di là della conoscenza dei saperi immutabili. 
Anche se non conosco la ragione dell’origine della mia vita, posso essere consapevole di questa e della suo fondamento energetico. La stessa situazione possiamo ritrovarla nel sentimento dell’amore. Spesso non sappiamo perché siamo legati ed amiamo un’altra persona tuttavia ne siamo perfettamente consapevoli.
In Trapasso a 2 ho seguito dieci persone in un percorso conoscitivo che ci ha portato ad intendere l’Io come dimensione partecipata dall’altro e connessa all’ambiente nella sua particolare singolarità. Se annulliamo o anche solo ridimensioniamo l’exubérance dell’io calano le nostre difese, si attenua l’aggressività, si estende la nostra vita oltre il nostro corpo in cui il tutto non è mai il nulla.
In questo complesso percorso di consapevolezza vengono depotenziati gli stereotipi sociali, i paradigmi e gli schemi rigidi su cui abbiamo costruito o ereditato le nostre certezze. Tutto questo non per lasciarsi andare a facili derive ma per ampliare il nostro potere di visione.
L’energia maschile e quella femminile, che si contendono il campo delle relazioni e dei comportamenti sociali, tornano a dialogare e a procreare attraverso il potere sciamanico della creatività che è un istinto presente in ciascuno di noi. La création ha il potere di alleviare la nostra sofferenza  attraverso il dialogo interiore e l’immaginazione. La creatività è un atto sciamanico potentissimo che ci rende felici. Il dispositivo fotografico è entrato in questo gioco come terza parte, quella neutra della consapevolezza. Neutra ma non indifferente né tanto meno insensibile perché dotata della testimonianza dell’artista che in questo rituale di rivelazione funge da sciamano.

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