OPERAZIONE SIRACUSA

Una delle campagne più attive e significative di Sea Shepherd Italia, in azione per la protezione della fauna marina, lungo la costa dell’Area Marina Protetta del Plemmirio.
Lanciata nel 2017, e’ attiva tutto l’anno, grazie ai volontari di Sea Shepherd che pattugliano di giorno e di notte, l’Area Marina Protetta, collaborando con le autorità locali contro le attività di pesca illegale.

Pensando al pesce “locale” pescato e comprato dal pescivendolo di paese, ci viene in mente una scena romantica in cui il pescatore, amante del mare, lascia il porto alle prime luci dell’alba per il prendere largo.
Munito soltanto di canna da pesca, pazienza e lenze colorate, magari fatte a mano. Un po’ una scena da “Il vecchio e il mare”.
Nell’immaginario comune, l'immagine innocente dipinta nella nostra mente non può essere di certo una minaccia per la biodiversità marina e per il mare in generale.
Purtroppo la realtà non è soltanto questa.

Prima che la campagna venisse lanciata, nella zona erano stati evidenziati dei cali drastici per ciò che riguarda la riproduzione dei pesci autoctoni, anche legati ad un calo di altri pesci alla base dell’alimentazione di cernie, barracuda e altre specie che vivono in queste acque.

Il fermo biologico ora presente all’interno delle Aree Marine Protette e’ uno strumento essenziale per permettere la riproduzione, e garantire la loro la sopravvivenza, contro la pesca massiva che sta svuotando i nostri mari.

Questo fermo vieta la pesca, anche a canna in alcune aree. Ogni zona ha la sua specifica regolamentazione, permessi e divieti.

Una zona intonsa come un’area marina protetta e’ assai ambita dai pescatori di frodo locali.
Il lavoro dei volontari di terra di Sea Shepherd e’ quello di scovare, documentare e avvisare le forze dell’ordine preposte, per far si che tali attività illegali vengano colte sul fatto, sanzionate e punite.

La vera storia del pescatore locale, e’ questa che vedete in foto. Non canna da pesca, ma una rete di oltre 900m, posizionata nella zona rossa dell’Area Marina Protetta.

L’imbarcazione e’ priva di targa, ciò significa che non e’ provvista di una licenza di pesca. Ovviamente, si trova all’interno del perimetro segnato con boa di vicinanza massima di 300m percorribile con barche a motore.

I problemi legati alla pesca illegale non sono legati soltanto al numero di pesci e animali pescati, ma anche l’utilizzo di oggetti non biodegradabili e inadatti alla pesca, come materiale plastico, la pesca collaterale per la quale vengono pescati anche altri tipi di pesci o animali, l’abbandono delle reti e materiale utilizzato direttamente in mare.