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Dimensioni Quotidiane Polaroid b/w


La moltitudine di persone che mi passano davanti ogni giorno, sembrano boscaglie, che crescono come devono crescere, senza poter nemmeno sognare altri modi; le osservo e ne vedo i pericoli mentre le attraverso.
La gente abita prigioni a più livelli, dentro e fuori di se. Le costruisce prima in testa e poi nelle città, ama abitarle, consumarle e ristrutturarle.
Celebrano i loro riti in luoghi cosiddetti sacri, nei quali si crede che i misteri significhino qualcosa anche se non li si comprende.
Ma non ci sono luoghi sacri al mondo. Il mondo è sacro, tutto quanto. E non ci sono rituali, ma solo azioni, sensate o insensate, a seconda che il loro scopo sia o non sia chiaro a chi le fa.
Dio - lo si chiami come si vuole ha la tendenza a rispondere a chi si smarrisce. E’ perché chi si smarrisce ascolta un po di più? O forse perché Dio va - in ciò che è al di là del suo infinito - senza direzioni sicure, o senza conoscere ancora il motivo del suo andare: e gli piacciono quelli come lui. Gli stranieri silenziosi. O forse anche Dio è straniero?
Mai che ci sia una direzione sola, in nulla, per chi è in viaggio.
Deve essere perché l’uno è sterile. Va bene come numero di passaggio: ciò che è uno nella vita di un uomo è la sua nascita e il momento della sua morte - passaggi appunto. Dunque non sarà bene neppure tenersi un’idea, una sola, su una qualsiasi cosa. Sarebbe un’inganno, un’illusione, come il non voler posare il piede a terra nel fare un passo. Non basta imparare una sola lingua. Bisogna imparare quelle degli uomini e tutte le altre, le lingue del vento, della luce, del buio, della pietra, della pioggia e del legno.
Questo era ed è il viaggio.
Il mio è un viaggio in una città che può essere tutte le città e nessuna, e sperimento il male per comprendere il bene.
Preferisco fotografare piuttosto che scrivere, perché le parole appartengono alla logica e sono lontane dal mondo della Verità. 
La Verità non può essere descritta con le parole, lascio le parole ai filosofi e alle religioni al servizio della società. Voglio dimenticare come si parla e osservare il mondo come un bambino libero. Preferisco le immagini alle parole.
Bisogna avere il coraggio di fare un reportage sulle proprie paure e le proprie speranze .
Quando fotografi l’introspezione, le ombre e le proiezioni inconsce, fai la fotocopia di un mondo che ha bisogno di ritmi diversi da quelli a cui la società ci ha abituato, per essere analizzato, vissuto ed infine fotografato.
Ogni scatto è ricerca di me stesso e di conseguenza autoritratto. 
Allora il mondo sono Io ed in me si annulla.
Certe volte sento di arrivare alla soluzione di tutto questo, mi pare di trovare Dio, mi pare di trovare me stesso.
Ma poi tutto diventa di nuovo inafferrabile e mentre avviene ciò continuo a fotografare. 
Dimensioni Quotidiane Polaroid b/w
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Dimensioni Quotidiane Polaroid b/w

parte delle polaroid inserite nel libro: "Dimensioni Quotidiane" di Riccardo Alescio

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